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Giochi 2018-Pattinaggio: Lollobrigida, la maledizione del 4° posto

E’ senza dubbio una medaglia mancata che brucia ancor di più per come si è configurata la gara. Sedici giri con tre sprint che danno 5, 3 e 1 punto alle prime tre. ma alla finalissima contano solo per le posizioni dalla quarta posizione in poi. Le medaglie saranno consegnate a chi taglierà per prima il traguardo. La estone Saskia Alusalu se ne va al secondo giro e si prende 5 punti. La lasciano andare e a 10 giri dal traguardo la fuggitrice ha mezzo giro di vantaggio. Il gruppo comincia a sfilacciarsi, ma intanto la Alusalu prende altri 5 punti e ha iul quarto posto assicurato. A cosa servirà non si capisce ma… Non si sa mai perché il gruppo si ricompatta e il ritmo è lentissimo. Nessuno si preoccupa dell’estone che a metà gara ha 100 metri di vantaggio. E’ ora di partire e a 4 giri dal termine si scatena la bagarre: Francescs Lollobrigida è nel gruppetto delle prime. Ne mancano due e sono in sette a contendersi le medaglie. Suona la campanella e Francesca è in ottima posizione per il rusch finale, assieme alla giapponese Nana Takagi, la coreana Kim Bo-Reum e l’olandese Irene Schouten. Il ritmo è forsennato, Lollo rimane dietro ma non trova la forza per uscire e negli ultimi 300 metri perde quei due o tre metri fatali che non riuscirà più a ricucire. La dannazione del quarto posto la colpisce ancora, quarta fu anche alle ultime due edizioni dei Mondiali. In finale era giunta anche Francesca Petrone che ha però chiuso in sedicesima posizione. Per il calcolo dei punti alla fine Federica Lollobrigida finisce al settimo posto. L’oro è finito al collo della giapponese Nana Takagi, l’argento alla coreana Kim Bo-Reum e il bronzo all’olandese Irene Schouten. Peccato perché una medaglia avrebbe lenito in parte tutti i guai fisici che ha patito da piccola, quando venne colpita dalla mononucleosi o quando nel pieno della sua crescita agonistica subì un bruttissimo incidente alla spalla che la tormentò per parecchio tempo. Sua mamma, rimasta a casa per combattere il cancro, le aveva scritto una dolcissima lettera fattale arrivare tramite il periodico Vanity Fair. Finisce così: Ebbene, come ti ha detto papà: io ho vinto la mia battaglia, adesso tocca a te. E chi se ne frega del risultato, se darai il massimo avrai già vinto. Come diciamo noi a casa? Che siamo le Lollobrigida. E dove andiamo noi? A spaccare il c..o a tutti. CLICCA QUI per l’articolo completo

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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