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Il Tour du Rutor a Eydallin-Boscacci

Il Tour du Rutor a Eydalln-Boscacci.
La quarta volta di Matteo Eydallin, la prima di Michele Boscacci che a Planaval vince ufficialmente anche al coppa del mondo overall e sale sul gradino più alto del TdR proprio come fece suo padre quindici anni fa. Al femminile la mitica coppia transalpina Laetitia Roux – Axelle Mollaret non lascia la minima illusione alle dirette avversarie con un tris di successi che la dice lunga sul livello di queste due campionesse.

Nel pomeriggio di domenica 3 aprile, tanta, tantissima gente al polifunzionale di Arvier per le premiazioni che hanno visto i due alpini del Cs Esercito di Courmayeur alzare al cielo il Trofeo Tour du Rutor e la coppia di Brusson Henri Grosjacques e Nadir Giovanetto il Memorial Remo Brédy riservato alla migliore coppia valdostana. Chi invece ha vinto il trofeo “Free Ride La Sportiva” per la migliore squadra che, nel minor tempo possibile, ha effettuato le discese cronometrate delle tre tappe del Millet Tour du Rutor Extrême sono stati i funambolici transalpini Alexis Sevennec – Didier Blanc.

Qualche goccia di pioggia, pubblico delle grandi occasioni e visibilità ai minimi termini per la tappa conclusiva della più Extrême delle gare scialpinistiche italiane. Privilegiando la sicurezza dei concorrenti, Marco Camandona e il suo staff hanno optato per un accorciamento del percorso originale che evitasse il ghiacciaio e rischi eccessivi per gli atleti già provati da due giorni estenuanti di gara. Nelle posizioni di alta classifica i binomi più forti si sono controllati senza prendere rischi eccessivi.

GARA UOMINI:
Dopo una mattinata senza troppe sorprese, i primi a presentarsi nella dirittura d’arrivo sono stati i francesi William Bon Mardion – Xavier Gachet in 1h33’33”, secondi gli svizzeri Remi – Bonnet – Martin Anthamatten (1h33’39”), terzi e vincitori della 18ª edizione in base ai vantaggi accumulati nei giorni precedenti, gli azzurri Michele Boscacci – Matteo Eydallin (1h33’58”). La classifica finale li vede chiudere con un tempo finale di 6h51’50”, davanti al binomio svizzero che ha accusato un gap di 3’40”. Terzi i francesi Bon Mardion – Gachet a 5’28”.

GARA DONNE:
Sempre e solo Axelle Mollaret e Laetitia Roux. Sono loro le regine del TdR 2016 vittoriose in 8h43’17”. Seconde Jennifer Fiechter e Séverine Pont Combe in 8h56’23”, terze Elena Nicolini e Laura Besseghini in 9h08’57”.

GARA GIOVANI:
Grande festa e vera “grande course” anche per gara jeunes che ha festeggiato il successo dei cadetti di casa Sébastien e Fabien Guichardaz. I gemelli di Cogne hanno corso da assoluti protagonisti tutte e tre le tappe vincendo con merito sui valtellinesi Giovanni Rossi – Marcello Muscetti e Alessandro Gadola – Federico Gusmeroli. Al femminile le più forti sono state le francesi Marie Borriglione e Justine Tonso. Vittoria francese anche in gara junior con Simon Bellabouvier – Samuel Equy davanti a Davide Magnini – Nicolò Canclini e Fabio Pettinà – Enrico Loss. Nella gara femminile le trentine Melanie Ploner – Giorgia Felicetti sono sempre più leader di la Grande Course vincendo su Elisa Pedrolini – Alessia Re e Silvia Rivero – Martina Sirigu.

COMMENTI POST GARA:

Michele Boscacci: «Sono felice e emozionato. Ho vinto una gara importante che mio padre vinse prima di me 15 anni fa. Sono felice perché correre al fianco di Matteo Eydallin mi ha insegnato molto. Lui è un grande campione e in questi tre giorni mi ha fatto capire che una classica di tre giorni va gestita. I primi due siamo andati all’attacco, oggi abbiamo provato ad amministrare senza prenderci troppi rischi. Oggi per me è un giorno importante. Ho vinto il TdR e ho conquistato altri punti preziosi per la coppa del mondo overall»

Laetitia Roux: «Sono felice per questo successo. Il mio primo con Axelle, il mio primo con un’atleta francese. Il meteo ha reso ancora più dura la gara, forse anche per questo sono così soddisfatta»
Marco Camandona (Responsabile Comitato Organizzatore): «Dopo diverse edizioni con il sole, quest’anno il meteo ci ha messo il bastone tra le ruote in tutti i modi. Però, si sa, il livello di un’organizzazione si vede nelle difficili condizioni e, ora posso dirlo, ne siamo usciti alla grande.

Sono stati tre giorni di levatacce dopo notti insonni trascorse a pensare e ripensare soluzioni attuabili e sicure per garantire il regolare svolgimento della gara. Con molta fatica e impegno siamo riusciti a mandare in scena un TdR che definirei epico. Alla fine, la soddisfazione più bella è stato vedere i concorrenti che, al traguardo, mi cercavano per abbracciarmi e ringraziarmi. Ora è tempo di bilanci e ringraziamenti. Vorrei dire un grosso grazie che viene dal cuore a sponsor e istituzioni che da sempre ci sostengono, ma soprattutto ai miei ragazzi. Sono loro il cuore pulsante di questo evento. Sono loro che, anche questa volta, mi hanno aiutato a mandare in scena un grande Tour du Rutor». Il Tour du Rutor Il Tour du Rutor Il Tour du Rutor

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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