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C’è gloria per Stuhec, Suter e Vonn

Se Lindsey Vonn avesse vinto, il Libro Cuore le avrebbe fatto un baffo. Invece Ilka Stuhec è piombata sul traguardo come un siluro e a quel punto l’argento di Corinne Suter ha tolto poco al sorriso di Lindsey che chiude la sua carriera con una medaglia di bronzo. Solo l’oro avrebbe aggiunto qualcosa in più alla sua impareggiabile carriera. Forse ci credeva soltanto lei e questo la dice lunga, caso mai non se ne avesse abbastanza, sul valore assoluto di questo esempio di sport.
Netto il vantaggio della slovena, 23/100 su Corinne che sta vivendo uno stato di forma straordinario, premiato qui in terra di Svezia con due medaglie (bronzo in superG). 49/100 di vantaggio invece sulla Regina che  ha salvato il bronzo per soli 4/100 sull’austriaca Stephanie Venier, a sua volta  di un soffio davanti a Ragnhild Mowinckel, quinta per soli 6/100.

Ilka Stuhec è stata geniale a trovare la massima velocità nel tratto centrale dove nessuno ha saputo sciare bene come lei. E’ lì che ha allungato su Corinne che invece nel primo tratto perdeva pochissimi centesimi.
La migliore delle Azzurre è stata Nicol Delago, splendida sesta a soli 13/100 dal bronzo, mentre Nadia Fanchini, 14esima ha concluso a 1 secondo da Stuhec. Sofia Goggia, 15esima è più indietro a +1″02. Come si spiega? Diciamo che Sofia è vincente nelle discese libere, molto meno sulle mini discese. In una gara che dura solo 1 minuto l’Azzurra non ha tempo per costruire le sue strategie. Le sue goggiate hanno bisogno di più spazio e velocità per risultare vincenti. In effetti, pur considerando che le condizioni sono state identiche per tutte le atlete, questa gara ha avuto davvero poco di una vera discesa. Non facevano a tempo a uscire dal cancelletto che erano già arrivate. Spettacolo davvero ridotto ai minimi termini. Non si è divertita nemmeno Francesca Marsaglia che ha portato a termine forse la peggiore gare della stagione: +2″13. C’è da dire che quando è scesa lei le condizioni erano nettamente peggiorate.
Erano le stesse delle vincitrici invece, quando son o scese le austriache, le vere sconfitte di questa gara. Non festeggeranno di certo il quarto posto di Ven ier, il settimo di Siebenhofer e il nono di Schmidhofer e Tippler, none a pari merito.
L’emozione più grande è stata proprio la discesa di Lindsey Vonn, l’ultima della sua indimenticabile carriera. Che Ingemar Stenmark ha salutato abbracciandola e donandole un mazzo di fiori. Già, il re e la regina…

 

 

 

 

 

 

 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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