Gare

Pinturault monstre

In un gigante complicato, da lavorare dalla prima all’ultima porta per trovare il senso della velocità che faticava a venir fuori, il francese Alexis Pinturault ha estratto dal cilindro una delle sue note magie delle prime manche. Questa forse è la sua più bella discesa dell’anno da inserire tra i suoi numerosi capolavori. Poiché spesso gli capita di sbagliare le seconde manche, ha voluto mettere al sicuro una meritata vittoria mettendo tra lui e lo svedese Matts Olsson, secondo classificato, la bellezza di 63 centesimi! Per non farcela dovrà combinare un macello nella seconda. In considerazione anche del fatto che al terzo posto c’è il giovane fenomeno elvetico Marco Odermatt che senza un errorino commesso poco prima di un pianetto avrebbe tagliato il traguardo con un ritardo inferiore agli 88/100. A un solo decimo da lui, lo sloveno Zan Kranjec a 98/100, sempre molto dinamico ma un po’ sporco soprattutto nei passaggi in contropendenza. Rimane attaccato al podio – udite, udite, anche Luca De Aliprandini che con un colpo di orgoglio è riuscito a mettere in pratica quello che sa fare. Senza errori e un’ottima interpretazione del difficile disegno, si è piazzato al quinto posto a 1″10. L’occasione è ghiotta ma ci vorrà una seconda manche sullo stesso livello. Il pepe non dovrebbe mancargli dal momento che appena alle sue spalle si è inserito Ted Ligety, autore senza dubbio, della sua migliore performance dell’anno. 1″16 il ritardo del monumento americano che forse su porte un po’ meno strette ha trovato lo spazio per mettere a frutto la sua sciata. Dopo Ted il baratro con un Marcel Hirscher indubbiamente stanco e forse anche un po’ demotivato, avendo ormai vinto tutto e raggiunto gli obiettivi prefissati. Ci sta e nulla sposta al suo valore, senza contare che naturalmente manca ancora una manche. Ma non è il solito Marcellino e recuperare 1″35 a Pinturault è davvero dura, ma sente il profumo del podio. Ancora più ardua l’impresa per Henrik Kristoffersen che non è riuscito a inserire la marcia di Åre, Bansko e Kranjska Gora, ritrovandosi al nono posto gravato da un gap di 1″49. Tra Marcel e Henrik si è infilato un ottimo Manuel Feller, bravo a contenere il ritardo su una pista che con il pettorale 16 non poteva certo essere come quello dei primi. Alexis Pinturault poteva essere al comando in compagnia del compagno di squadra Thomas Fanara che se fosse riuscito a tagliare il traguardo, avrebbe realizzato un tempo molto simile se non migliore, invece il veterano gigantista ha buttato via una manche epica per un errore di linea che lo ha disarcionato. Davvero un peccato perché questo è stato il suo ultimo gigante poiché all’età di 39 anni, con un grave infortunio patito l’anno scorso, il momento di lasciare è arrivato. Classica scivolata verso la tangente, invece, per Manfred Moelgg ma quando è uscito già perdeva circa un secondo e mezzo. In partenza, grazie ai punti della Coppa generale, ha voluto prendere il via, crediamo per puro divertimento, anche Christof Innerhofer, ultimo a partire e ultimo in classifica con un ritardo di 3″40

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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