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Dany Toffe, dalla Carving alla Francy

L’evento Fis Carving Cup era un bel bestione da organizzare. Gara a parte, prevedeva quasi sempre ai piedi del traguardo di gara, altrimenti nella zona più trafficata, l’allestimento di un gigantesco Villaggio promozionale. Ci voleva uno staff ricco, tra 15 e 20, oltre la parte tecnica-organizzativa, i cameramen, fotografi, l’ufficio stampa… circa 30-35 persone, o forse più, non ricordo bene.
Alla direzione dello staff si sono alternati Alessandro D’Onofrio, in arte Dodo, ma più spesso Daniele Toffetti, in arte Toffe. Ecco, parlo di Toffe: quel che si suol dire una bestia! Non nel senso dispregiativo del termine ovviamente, ma solo per indicare un ragazzo mai domo, tutto sommato di corporatura normale ma verso il taurino, di quelli che dormono con un occhio chiuso e uno aperto. Iniziava a nevicare? Giù dalle brande e su in pista, a controllare le tende e gli allestimenti. Alle 2, alle 3, alle 5… a qualsiasi ora e senza che qualcuno gli dovesse ordinare di farlo. Via radio, pochi ordini e di 4 parole al massimo. Perentorio e chiaro, non c’era bisogno di sbrodolare e perdere tempo. E mai nessuno dello staff a lamentare qualcosa. Era il rispetto di chi sapeva come dirigere senza supponenza o far valere l’onore e il valore della divisa. Si chiama anche fiducia. Dinnanzi a un problema che poteva diventare anche un gran casino, rispondeva con le maniche rimboccate, l’ironia e il lavoro duro. E tutto si risolveva. Sempre! L’ultima volta che l’ho visto all’opera è stato nel 2011. Me lo sono ritrovato davanti agli occhi in una fotografia, due anni più tardi: era al centro di un campo di calcio intento a posizionare il triangolone della Champions League. Leggo e scopro che è il responsabile organizzativo Uefa degli allestimenti. Non ricordo bene la mia colorita espressione di stupore. Credo fosse stata o “Mizzega” o “sticavoli”. Ma credo la prima. Poi qualche altro post sfuggente notificatomi da Fb. Ad esempio le foto del suo matrimonio con Francesca Sandrini, anche lei hostess ai tempi della Carving. Lui e Lei, di quelle persone che crescono assieme e proseguono la loro vita senza mai separare il loro cuore. Poi due anni e mezzo fa, ancora una foto di entrambi e tra loro un pargoletto. Riccardo, finalmente, dopo tanti tentativi clinicamente sfortunati. Mi cade davanti agli occhi un ultimo post il 19 gennaio. Il messaggio allucinante di Dany che annuncia: “Federico è nato, è bellissimo e sta bene, ma Francy è in coma. Dany era a Cortina per lavorare al seguito della Coppa del Mondo di sci, Federico doveva nascere il 1° febbraio. Ma a Francesca è sopraggiunto un mal di testa terrificante. Al pronto soccorso hanno fatto nascere Fede d’urgenza, poi si sono occupati della sua testa”. Tutto logico, tutto giusto. Si chiama aneurisma quello che l’ha colpita. E a seguire l’inevitabile ischemia. Da quel giorno è in coma, un po’ naturale un po’ artificiale. Non si sa se rimarrà in vita e se dovesse farcela, chissà in quali condizioni, considerando che parte della zona sinistra del corpo non risponde più al 100 x 100.
Ebbene, Dany si ritrova ora a casa con Riccardo, 2 anni e mezzo e Federico, una decina di giorni. Diamo per certo che Francy ce la farà, perché ce la deve fare dannazione, ma tornerà a casa in condizioni, con grandi probabilità di non autosufficienza. Francesca non ha più i genitori, solo una sorella che vive a Pontedilegno con due figli. I genitori di Dany che abitano a Chieri, stessa città della sorella, ci sono. Sì, ci sono per l’emergenza ma non per sempre e per gestire una situazione simile. Sicuramente, ma questo lo vedrà Dany, dovrà affidarsi a una persona (come minimo) che lo aiuti. Nel frattempo Dany si divide tra il suo domicilio di Trivolzio (un pugno di case del Pavese) e la terapia intensiva del San Matteo. Dunque non può più lavorare per chissà quanto. Anche il ritorno di Francesca a casa (preghiamo) avverrà tra un bel po’ di tempo.
La situazione ha letteralmente sconvolto sia il Pavese che l’Oltre, e l’intera comunità di amici che hanno sia Francesca che Dany. Ci si è basati su questo per aiutarlo. E’ scattata una solidarietà che non pensavo potesse scuotere così tanto l’opinione pubblica. C’è chi va a casa loro per dare un breve cambio ai Nonni, chi si presenta con un pacco di Lines e confezioni di Nidina, chi si presta a pulir casa. E’ nato anche un Money Box su Paypal per raccogliere qualcosa e dare respiro, quantomeno economico, a Dany che ovviamente, nella situazione che si è creata, è… posso dirlo? Nella cacca!
Ora facciamo l’addizione:
Federico,  2° figlio di 10 giorni +
Riccardo, 1° figlio di 2 anni e mezzo +
Francy, la mamma, in Coma +
Francy: se ce la farà, non sarà più autosufficiente +
Dany: non può mollare casa e ospedale +
Dany: non può più lavorare (non è assunto, ma libero professionista) +
Dany: se non lavora non guadagna e il conto sta morendo +
I nonni: amorevoli, ma l’età limita le forze =

Ora facciamo la somma anzi, fatelo voi e comunicatemi il risultato.
Io ci ho provato ma non sono riuscito a trovare la soluzione.
Ho trovato solo un palliativo, ma davvero utile quanto indispensabile:
Si scrive così:
https://paypal.me/pools/c/81yNeSaxbS
è il link del box di Paypal istituito per aiutarlo
Non cambia da solo i pannolini ma permette di comprarli.
Non rianima nessuno ma aiuta a sostenere le cure, sperando di poterle sostenere…
Non fa nemmeno sorridere, ma come una bombola d’ossigeno aiuta a respirare (fin quando non finisce)

Questa è la tragedia che ha colpito il mio amico guerriero, la sua donna, i suoi bambini, la sua famiglia. Il dramma che ha letteralmente sconvolto centinaia di suoi amici e persino chi lo ha saputo senza nemmeno sapere chi fossero.
Nel mondo ci sono situazioni peggiori, è vero ma Dany (che ha peso la spada ma continua a lottare con i denti) non ha mai fatto male a una mosca, si è sempre fatto un – uff oggi sono davvero volgare – culo così… Lavoro, casa, famiglia. Fatica, onore e amore. E amici, tanti amici e solo veri tra l’altro, perché come si fa a non esserlo con Dany e Francy.
Chi può aiutarli per favore li aiuti. Con paypal, con la condivisione, con una preghiera.
Entrerete a far parte di un gruppo gigantesco (Francesca Forever su FB) di altrettante brave persone.
Santi numi, son stato un po’ lunghetto eh?

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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