Notizie

Elezioni Fisi: le idee e i dispiaceri di Ravetto

Claudio Ravetto è stato il primo a dire mi candido. A un certo punto ha sbottato, dopo i risultati opachi ottenuti dagli Azzurri ai Mondiali di St. Moritz, ha esternato il suo dispiacere, dichiarando senza usare mezzi termini, diciamo un po’ alla Cotelli, che sarebbe sceso in campo per cambiare le cose. Ed eccolo qua, disposto a partecipare a quella che bene o male è una gara. Per lui si tratta di una discesa libera, lo slalom ha troppe curve per uno che ama andare subito al nocciolo della questione.

Claudio sembri sempre un po’ arrabbiato, come stai?
Alcuni giorni bene, altri male. Pensavo fosse l’elezione di una federazione sportiva. Non ho mai partecipato in prima linea alle altre, ma… mamma mia!

Una campagna elettorale aggressiva?
Sì, ma il bello è che hanno accusato me di essere aggressivo. Non è vero, sono solo uno che dice quello che pensa, invece…

Sorpreso e deluso?
Sì, perché è un puro gioco politico. Ma per che cosa mi domando? Il ruolo di Presidente di una Federazione sportiva rientra nel volontariato completo – e tra l’altro non so se potrà andare avanti così ancora per tanto – ma contempla davvero tanta fatica, una dedizione totale. Invece ci sono proprio persone che sono attaccate a questa cosa in maniera assurda e per difendere la propria posizione sono disposte a tutto. Impressionante!

Perché sorpreso? Il mondo della Federazione lo dovresti conoscere…
Ma io ho fatto un mestiere, ho fatto il direttore tecnico. In realtà in passato mi ero accorto di respirare un’aria strana ed anche per questo, vedendoci lungo, me ne sono andato.

Di cosa ti accusano?
I giovani e i mica giovani. Io in quel periodo allenavo l’alto livello. Ma so cosa significa allenare i giovani. L’ho fatto per trent’anni. Ma nell’alto livello conta solo arrivare primo e non arrivare quindicesimo per dieci volte.

Si dice però che quando tu eri Direttore tecnico hai costruito un modulo di gioco che ha prevaricato la crescita dei Giovani
E quale sarebbe? Credo di essere stato l’unico direttore tecnico nella storia della Federazione che ha detto – e l’ho scritto nel mio programma – che serve un Direttore tecnico Giovanile. L’ho ha previsto, detto e ridetto anche il Coni. Il Direttore tecnico che segue la Coppa del Mondo non vede una gara che una dei Giovani. L’ho richiesto a Carca. Lui ha visto solo una gara di Coppa Europa quest’anno. Non c’è spazio, impossibile seguirli, quindi che modulo o sistema avrei individuato? Sai chi seguiva i Giovani quando io ero direttore Tecnico? Il Presidente. FuturFisi l’ha fatta Flavio. E subito dopo è arrivato Alessandro Serra, ma è rimasto solo un anno. Era troppo in commistione con i Comitati ed è stato cacciato. E’ stata l’unica volta che abbiamo avuto un DT dei Giovani. Il mio compito era quello di dare le direttive tecniche e sinceramente su quello non temo smentite. L’Italia aveva una linea tecnica ben definita. C’è ancora?

Non c’è più?
Mah, bisognerebbe chiederlo agli atleti. Qualcuno si lamenta ma non lo dice e secondo me sbaglia. Gli attori della Valanga Azzurra lo direbbero subito e il discorso sarebbe subito chiuso. Si vede che piace questo clima.

E’ per questo che vuoi diventare Presidente della Fisi?
Che lo sci sia la mia vita credo non ci siano dubbi. E proprio per questo non mi piace come stanno andando avanti le cose. Vedo dietro che molti smettono. Abbiamo un potenziale di bambini altissimo ma poi ciao. Non si può più fare dello sport. Esiste una strada sola, l’ho scritto nel mio programma: cercare di arrivare a partecipare alle Olimpiadi. Come uno si accorge che quella strada non è più percorribile molla lo sci. Un esempio: ha smesso Blengini, sesto ai Mondiali Juniores, uno dei Giovani più forti, eppure ha deciso di smettere. Si è accorto che raggiungere l’alto livello era eccessivamente complicato e ha diretto i propri interessi verso gli studi. Giustissimo, un ragazzo intelligente, da stimare ma ci rendiamo conto che il nostro sistema non prevede questa cosa?

E cosa faresti?
Un Liceo sportivo come quello di Stams, vicino a Innsbruck. Due tra i nostri migliori giovani, Vinatzer e Canins, vanno entrambi a scuola a Stams. A gennaio e Febbraio il liceo è chiuso e lavorano in estate.

In Italia ci sono gli Ski College
Certo, ma non chiudono in inverno, non organizzano corsi estivi

Dunque tu da Presidente Fisi come risolveresti la questione?
Certamente la Fisi non può costruirne uno ma può esercitare le giuste pressioni perché si faccia. Le Olimpiadi invernali considerano la Fisi e la federghiaccio: chi sono dunque quelli che debbono battersi come leoni al Miur e al Coni? Il nostro sistema passa dai Gruppi Sportivi Militari che però inesorabilmente stanno chiudendo e questo indipendentemente dalle questioni federali. Se non troviamo una cosa alternativa… Nessun altro paese al mondo è sostenuto dai Gruppi militari. Attenzione, non li critico mica, anzi, per fortuna che ci sono loro, ma questa fortuna sta per finire. E che facciamo quando questo accadrà? Ad esempio credo sia importante mettere in piedi circuiti di gare alternativi. Perché inseguire quelli di livello internazionale? Ma facciamoci un bel campionato italiano! Per quelli che sì, sono capaci, ma non hanno un livello tecnico tale per poter accedere alle Olimpiadi. Ricordo bene, una volta per entrare nel contingente Giovani si faceva a botte! Liti furiose. Gli sci club presentavano ai Comitati liste infinite di ragazzi da prendere in squadra. Oggi non si riempiono più i contingenti. Stiamo andando indietro, ma diciamo che va tutto bene. Io non credo che vada proprio tutto così bene.

Questo è l’argomento che ti appassiona di più, è la tua materia, il tuo pane, ma fare il Presidente è qualcosa di più. Non ti spaventa quella poltrona?
Certo che mi spaventa, la responsabilità è davvero enorme. Sono sicuro di essere capace? No. Ho già consigliato una volta a un tecnico di diventare presidente ma non è che sia andata così bene e la cosa mi dispiace. Però mi sono detto, invece di criticare e basta ci metto la mia faccia. E poi c’è quella maledetta passione che non mi molla! Poi non so se ce la farò. Io non ho promesso niente a nessuno e domenica lo dirò. Anche questa storia del territorio… uno per ogni zona … Io non la vedo così. In Fisi devono entrare quelli appassionati e che hanno voglia, ma perché uno delle Alpi Centrali, uno delle Alpi Occidentali, uno del sud… Perché? Per difendere gli interessi di quel territorio? Questa non è un’azione meritocratica ma solo politica. Il meccanismo dello scambio. Non mi piace!

Quindi non sai chi vorrà votarti?
Certo che no, non ho promesso niente a nessuno. Molti mi hanno chiamato per sostenermi dichiarando che voteranno me. Ho risposto semplicemente grazie. La faccia la metto anche per cambiare questo sistema.

Come andrà a finire?
Non lo so, ma che diventi Presidente o no, sono contento. Sono riuscito intanto a portare alla luce alcune problematiche e già questo è una buona cosa. Poi, ti dirò, il mio armadio straborda di giacche a vento, non ne ho bisogno altre. E quando sono uscito dalla Federazione, pur continuando a fare l’allenatore in vari sci club, sono andato da Decathlon per comprarmi un completo nuovo.

Ti rifaccio la domanda, sei arrabbiato?
Per l’ostruzionismo che ho incontrato specialmente quest’inverno ovunque andassi direi che arrabbiato è qualcun altro. L’unica cosa che davvero mi dispiace è vedere il settore maschile,  fiore all’occhiello della nostra Federazione, che sta andando un pochettino indietro. Mi sembra di aver messo del mio nel tirarlo su e quindi mi dispiace constatare la mancanza di risultati.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

Add Comment

Click here to post a comment