Professione Montagna

Il mercato dell’attrezzo alla prova dei tempi

La vendita al dettaglio di sci, scarponi e attacchi ha vissuto nel nostro Paese una parabola parallela alla formidabile crescita dell’attività sciistica come fenomeno di massa e si è poi dimensionata in relazione a contingenze di diversa natura, da quelle meteorologiche a quelle economiche, dalle trasformazioni  della produzione e della distribuzione a quelle culturali e «di costume», tra le quali una delle più rilevanti è lo sviluppo del noleggio.


L’attrezzatura tecnica di base (sci, scarponi, attacchi) è una componente fondamentale, un ingranaggio importante del grande e complesso meccanismo che fa girare la giostra del turismo invernale con tutti gli annessi e connessi. Il mercato che anima da quando lo sci ha smesso di essere «soltanto» una necessità per spostarsi sui territori innevati della Scandinavia ed è diventato uno sport (diciamo dalla traversata della Groenlandia di Fridtjof Nansen del 1888 in poi…) ha accompagnato e assecondato la crescita di quel movimento prepotente che tra le Alpi (ma non solo…) si è espresso principalmente con le tecniche di discesa diventando il fenomeno socioeconomico che conosciamo. Il mercato dell’attrezzo è cresciuto insieme alla diffusione della pratica sportiva invernale, si è consolidato, ha vissuto al suo interno diverse fasi di sviluppo e di trasformazione restando sempre un indicatore dello stato di salute del movimento sportivo che in inverno spinge la gente in montagna con l’obiettivo (soprattutto…) di sciare. Nel nostro Paese questo mercato è ben rappresentato dal Pool Sci Italia, quel consorzio di aziende che partecipa e sostiene l’attività agonistica della Federazione Italiana Sport Invernali e rappresenta la stragrande maggioranza dei marchi di attrezzatura tecnica per lo sci commercializzati in Italia.   L’origine della sua costituzione risale agli anni Sessanta con la nascita dei primi club «Amici dello Sci Azzurro» e «Amici della Fisi» attivati dal presidente federale di allora (Fabio Conci) e dal giornalista Adriano Ravegnani.  Nel suo periodo di conduzione delle squadre nazionali italiane (1968/1972) è però il francese Jean Vuarnet a proporre una strutturazione moderna e vincolante  del consorzio che nasce ufficialmente il 16 ottobre 1974. Da allora il Pool Sci Italia ha accompagnato le sorti delle vicende agonistiche dello sci azzurro ma si è anche fatto carico di collaborare con altri organismi operanti nel mondo della montagna bianca per promuovere la pratica degli sport invernali. Dal 2004 il consorzio  si è anche assunto il compito di raccogliere all’interno delle proprie aziende consociate e con la collaborazione di altre aziende che hanno aderito all’operazione pur non essendo consociate, i dati riguardanti il mercato italiano dell’attrezzatura tecnica per la pratica dello sci.  Un’iniziativa quanto mai meritoria che monitora anno per anno (per anno si intende il periodo che intercorre tra il 1° Aprile di un anno ed il 31 Marzo dell’anno seguente) l’andamento delle vendite e dei fatturati per quanto riguarda gli sci, gli scarponi e gli attacchi. La raccolta di tali dati non tocca la totalità del mercato ma si può ragionevolmente supporre che le aziende che aderiscono all’inchiesta rappresentino, in riferimento alle tre categorie in questione, oltre il 90% dello stesso.

Dal 2015 l’indagine riferita al mercato italiano viene svolta  nell’ambito dell’attività della FESI (Federazione dell’industria europea degli articoli sportivi) associazione indipendente fondata nel 1994 che ha sede a Bruxelles e rappresenta gli interessi di circa 1.800 società operanti nel settore degli articoli sportivi.

 

«Le condizioni della neve nelle diverse stagioni influenzano notevolmente i risultati del mercato.  Il mercato è crollato (-30%) dopo un pessimo inverno (2011-12).  Le nevicate nella scorsa stagione hanno guidato la crescita del mercato (Sci + 5,0% Legatura + 3,9% Skiboot + 9,8%)  L’approccio dei consumatori verso il noleggio sta penalizzando il mercato». Questa la nota con cui la FESI accompagna nel suo rapporto l’istogramma che rappresenta le vendite in Italia di sci, scarponi, attacchi dal 2004/05 al 2017/18, l’ultima stagione dai dati elaborati e disponibili. Una nota ineccepibile ma  che non può nascondere la flessione intervenuta negli ultimi 15 anni, una realtà di crisi o perlomeno di forte stagnazione rispetto al passato, non soltanto quello remoto degli anni in cui lo sci esplodeva come fenomeno di massa negli anni Settanta nella scia della mitica epopea della Valanga Azzurra ma anche quello più recente.  Negli anni d’oro del boom (a cavallo tra anni Settanta e Ottanta) un solo marchio (Rossignol, tanto per non fare nomi) vendeva oltre 120.000 paia di sci all’anno pari circa al 30% delle vendite globali che superavano abbondantemente le 600 mila paia. Dopo la grande fiammata di un mercato che sembrava avesse davanti a sé solo prospettive di crescita, è stato fisiologico un fenomeno di «plafonatura» e di dimensionamento a fronte di un parco utenti che stava smettendo di allargarsi e di un’offerta (piste, impianti, innevamento) ancora in fase di sviluppo e modernizzazione. I picchi di vendita del periodo d’oro non sono stati da allora mai più nemmeno sfiorati. Il mercato si è stabilizzato esponendosi certo a fattori di contingenza che ne determininavano  le oscillazioni (stagioni più o meno imbiancate di neve, traini promozionali particolari come il periodo del fenomeno Tomba) ma, comunque, concentrandosi progressivamente.  Nella fase del «dimagrimento»  molti marchi di sci e scarponi italiani e stranieri sono addirittura scomparsi, la corsa al «pacchetto» (sci/scarponi/attacchi) monomarca ha avuto le sue ragioni tecniche e commerciali ma ha ridotto la ricchezza delle diversità di offerta; si è progressivamente falcidiata la trama capillare dei piccoli negozi specializzati privilegiando la grande distribuzione e politiche di «vendita diretta» talvolta discutibili e infine si è diffuso anche in Italia, come già era successo in America, in Francia e in altri Paesi europei, il noleggio di alta qualità (non più scarti da retrobottega per principianti ma prodotti d’alta gamma per sciatori evoluti)  che si è proposto come nuovo cliente  per le aziende del settore ma ha inevitabilmente eroso il rapporto retail con il negozio, con il consumatore/utente finale. La rivoluzione carving intervenuta nella seconda metà degli anni Novanta ha contribuito a rianimare in parte il mercato con la spinta a sostituire i vecchi sci tradizionali con quelli nuovi della generazione «sciancrata» ma l’esplosivo entusiasmo di massa delle origini non è mai stato più ritrovato. Il mercato si è dimensionato e concentrato, incardinato come sempre, ovviamente, sulla produzione per lo sci alpino. Gli sci specialistici che si sono perfezionati nel tempo ( sci alpinismo, freeride, freestyle) non hanno mai influito più di tanto né sui numeri di vendita né sui fatturati.  All’interno del segmento sci alpino si è sempre più precisata la tendenza a trovare nelle gamme di prodotti medio-alte le maggiori soddisfazioni di mercato presso quelle fasce d’utenza ancora disposte ad un investimento di qualità tecnica e ad una sostituzione di medio periodo della propria attrazzatura. La massa che si avvicina allo sci e acquista attrezzi da principianti non esiste più nei termini conosciuti all’origine del fenomeno. Dunque mercato  raffinato, concentrato, di alta qualità ma di dimensioni ridotte ed esposto sempre alle contingenze della natura, delle mutazioni di abitudini e costumi e ovviamente, delle condizioni economiche generali. La crisi partita nel 2007 non a caso ha lasciato il segno. In dieci anni si sono persi oltre 200 mila paia di sci e i volumi di vendite e fatturati si sono ulteriormente prosciugati salvo il confortante rialzo nel settore degli scarponi, attrezzo fondamentale non soltanto sul piano tecnico che ha sempre goduto di una particolare attenzione da parte del consumatore.


LE MARCHE AFFILIATE A POOL SCI ITALIA

SCI/ATTACCHI: Atomic, Blizzard, Dynastar, Fischer, Head, Nordica, Rossignol, Salomon, Volkl

SCARPONI: Atomic, Dal Bello, Lange, Fischer, Head, Nordica, Rossignol, Salomon, Tecnica