“Non c’è sci senza neve, e non ci sarà vera performance senza sostenibilità.” È questo il messaggio che accompagna il secondo Impact Statement di Atomic, il marchio austriaco che nel 2025 ha celebrato i suoi settant’anni di storia. Un documento ricco di dati, obiettivi e strategie che racconta come l’azienda voglia guidare l’industria dello sci verso un futuro a minore impatto ambientale, senza rinunciare all’innovazione tecnica e alle prestazioni che da sempre la contraddistinguono.
Una corsa contro il tempo
Il cambiamento climatico sta colpendo le montagne più che altrove: i ghiacciai si ritirano, le stagioni invernali si accorciano, cresce la dipendenza dall’innevamento artificiale. Atomic non si limita a fotografare questo scenario: sceglie di trasformarlo in una missione, facendo della sostenibilità un motore di innovazione. “La riduzione dell’impatto non è un ostacolo, ma un acceleratore di performance”, si legge nel report.
Un percorso iniziato negli anni ’90
La sensibilità ambientale di Atomic non è un’iniziativa dell’ultima ora. Già nel 1992 l’azienda lanciava il programma Atomic for Nature con investimenti dedicati a processi produttivi più puliti. Dal passaggio al riscaldamento a biomassa (con un taglio del 95% delle emissioni rispetto al gasolio) ai sistemi di recupero del calore, dall’uso esclusivo di elettricità da fonti rinnovabili fino al riciclo della segatura per produrre pannelli: la fabbrica di Altenmarkt è diventata un punto di riferimento nel settore.
Target climatici e responsabilità scientifica
Atomic ha aderito alla Science Based Targets Initiative (SBTi), impegnandosi a ridurre del 50% le emissioni di CO₂ entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per farlo, ha completato l’inventario delle proprie emissioni su tutti i fronti: dirette (Scope 1), indirette da energia acquistata (Scope 2) e quelle più complesse della filiera (Scope 3).
Tra le azioni concrete: sostituzione dei veicoli aziendali con auto elettriche (13 già introdotte nel 2023). Pprogrammi di car pooling ed e-bike sharing per ridurre le emissioni da pendolarismo. Obiettivo di alimentare entro il 2027 anche gli stabilimenti in Bulgaria e Romania con il 100% di energia rinnovabile.
Il prodotto sostenibile: sci, scarponi, caschi e maschere
Il cuore della rivoluzione sostenibile di Atomic passa dai prodotti, vero biglietto da visita del marchio.
Sci – Le analisi LCA (Life Cycle Assessment) hanno permesso di ridurre sensibilmente l’impatto di modelli iconici. I nuovi Maverick 105 CTI hanno abbattuto del 24% le emissioni rispetto al Maverick 100 Ti (2022), mentre il Bent Chetler 120 segna un taglio del 13% rispetto al modello precedente. Più legno, meno Titanal, meno resine: materiali scelti per abbassare l’impronta ecologica senza sacrificare la performance.
Scarponi – L’analisi sul ciclo di vita del Hawx Prime mostra un impatto di 35,5 kg di CO₂ equivalente, con l’84% legato alla produzione. Per ridurre questo peso, Atomic ha introdotto la possibilità di sostituire il 77% dei componenti (scafo, suola, liner), allungando così la durata degli scarponi. Inoltre, un programma di raccolta e riciclo ha già recuperato 2.500 paia in Austria, evitando oltre 10 tonnellate di rifiuti.
Caschi – Il modello Savor AMID evidenzia un’impronta di 14,2 kg di CO₂ equivalente sul ciclo di vita, con ABS ed EPS tra i materiali più impattanti. L’azienda lavora quindi su alternative meno energivore e su componenti facilmente riciclabili.
Maschere – Le Four Pro si distinguono per un impatto molto contenuto (2,57 kg di CO₂ equivalente), grazie a un design semplificato che facilita lo smontaggio e il riciclo delle parti.
Questi dati non restano confinati ai laboratori: ogni nuova linea di prodotto viene progettata considerando le emissioni come parametro di performance al pari di stabilità, leggerezza e precisione.
Collaborazione e ruolo degli atleti
La sostenibilità, per Atomic, non può essere un percorso solitario. Per questo nel 2023 ha organizzato a Salisburgo il primo Ski Industry Climate Summit, con 144 partecipanti tra marchi, organizzazioni e fornitori, dando vita al Ski Industry Climate Pact.
Fondamentale anche il coinvolgimento degli atleti. Non solo testimonial sportivi, ma ambasciatori di un nuovo approccio culturale. Ne sono esempi la lettera aperta di Julian Schütter alla FIS, firmata da oltre 200 atleti, o le parole di Mikaela Shiffrin sull’urgenza di rivedere i calendari agonistici in funzione delle nuove condizioni climatiche.
La responsabilità del futuro
“Vogliamo che le nuove generazioni possano vivere l’inverno e fare ciò che facciamo noi”, ha dichiarato Aleksander Aamodt Kilde nel documento. Una frase che sintetizza bene lo spirito dell’Impact Statement: la consapevolezza che il futuro dello sci dipenda da scelte coraggiose prese oggi.
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