Attrezzatura

Dryarn… e sai cosa indossi sulla tua pelle

Troppe volte, scegliendo un capo sportivo, si privilegiano il design, la marca o il colore senza guardare l’etichetta delle composizioni e quindi senza fare attenzione ai materiali con i quali è realizzato. L’attenzione che prestiamo alla nostra pelle acquistando per esempio una crema o un bagno schiuma sembra svanire quando ci troviamo di fronte ad un capo di abbigliamento. Eppure la pelle è la nostra prima difesa dagli agenti esterni, dalle radiazioni solari e dall’inquinamento, ci protegge dalla temperatura esterna e regola la termoregolazione del corpo.
E’ molto importante sapere cosa indossiamo. E in questo senso sapere leggere con attenzione le etichette dei capi di abbigliamento e conoscere i materiali può aiutare in una scelta corretta e consapevole.
Non tutti sanno che, per esempio, la tecnologia oggi permette di creare fibre sintetiche in grado di offrire a chi le indossa sicurezza, termoregolazione, praticità e benessere uguali se non superiori alle fibre naturali .
E’ il caso di Dryarn, la microfibra più leggera al mondo, un filato in grado di esaltare le performance dello sportivo garantendogli il massimo comfort.
Test di laboratorio hanno dimostrato come Dryarn sia superiore alle altre fibre analizzate in termini di termoregolazione, traspirabilità e velocità di asciugatura.
Dryarn è migliore della maggior parte delle fibre, naturali e sintetiche, presenti sul mercato in termini di traspirabilità perché permette ad acqua, umidità e sudore di venire trasportati all’esterno del tessuto e di evaporare rapidamente, riducendo la proliferazione di batteri e la formazione di cattivi odori.
Dryarn è più isolante del cotone e della lana.
Dryarn è dermatologicamente testato e, a contatto con la pelle, rappresenta l’ultima frontiera dell’abbigliamento. Molto più del cotone previene problemi di dermatiti da contatto, irritazioni e allergie e non crea effetti indesiderati sulle pelle, soprattutto delle persone più sensibili o che presentano problemi dermatologici. Anche in presenza di considerevole sudorazione la grande traspirabilità di Dryarn evita la proliferazione di batteri.

In questi anni molti atleti hanno testato Dryarn nei loro allenamenti ed in gara riscontrando in questa fibra caratteristiche uniche. Veri e propri eroi delle grandi imprese hanno vinto la Marathon des Sables, attraversato l’Australia in bicicletta, scalato le vette più alte del mondo indossando Dryarn. I loro successi hanno costellato questi anni di importanti risultati e hanno permesso di raccontare la microfibra attraverso la voce di autorevoli protagonisti. Marco Olmo, Mario Trimeri, Gustav Thoeni, Aldo Mazzocchi sono alcuni dei nomi che possiamo citare. Nel 2010 il BMW Oracle Racing Team che proprio nel 2010 ha vinto la Coppa America indossando in allenamento e in gara abbigliamento tecnico realizzato in Dryarn e Valentina Greggio ha conquistato il titolo mondiale di sci velocità portando sul podio più alto i colori di Dryarn.
Molti brand hanno già scelto Dryarn per realizzare collezioni dove qualità e tecnologia, modernità e comfort rappresentano i plus fondamentali. Cercatelo nell’etichetta dei vostri capi.
L’ultima novità è firmata da Alberto Tomba, che ha realizzato con Mico una collezione underwear interamente realizzata in Dryarn.

www.dryarn.com

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...

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