Attrezzatura

La storia di uno sci antico incontrato per caso

La storia di uno sci antico incontrato per caso. Ferragosto a Bardonecchia, la Via Medail è affollata, tutte le bancarelle sono centri di ritrovo. La più aggredita, davanti al negozione della Mariuccia, è quella dei formaggi di Avigliana. Ma la più sorprendente è quella che vende gli elmetti e gli zaini della guerra del 15-18.

Tra questi cimeli svetta anche un vecchio paio di sci che passa quasi inosservato e che invece è di una rarità unica. Sono gli sci dei Fratelli Vianzone, una fabbrica torinese che produceva assi di tutte le misure.

Ma si sa che le falegnamerie sono state le mammette dei primi sci tanto in Norvegia che in Svizzera. In Italia è stata la stessa cosa, a partire dalla Fratelli Persenico (1906).

Era l’epoca in cui gli sciatori erano ancora gli skiatori e gli sci si chiamavano ski: tutta questa storia è contenuta nei racconti dello Ski Club Ponte Nossa (1901), dello Ski Club Torino e degli Alpini.

Gli sci norvegesi, nati prima della Norvegia, erano i  più diffusi, inseguiti dalla Jakober di Glarus. In Italia erano sorte tante minuscole produzioni e tra queste ecco la Fabbrica Vianzone.

Il “naso” in punta dell’esemplare ultracentenario fotografato a Bardonecchia è il marchio  di quegli anni lontani. Miniatura del “nasone” che ha caratterizzato gli ski usciti dal passato remoto della Storia Madre.

di Massimo Di Marco

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).