Attrezzatura

Pool Sci Italia, quando un attrezzo racconta un atleta

Si potrebbe iniziare dalle medaglie. Oppure dalle scie che tagliano il mattino in allenamento.
Ma l’inverno, quello vero, nasce molto prima: nasce quando un paio di sci entra in mano a un tecnico, quando una scarpa cambia rigidità di mezzo punto, quando un atleta infila l’attacco e capisce — in un secondo — se quella è la stagione buona.

La notizia, oggi, è tutta qui: il Pool Sci Italia ha ufficializzato gli accasamenti materiali degli azzurri per il 2025/2026, l’anno che porta dritto verso Milano Cortina.
È il momento in cui la tecnica incontra la fiducia, in cui le aziende scelgono gli atleti e gli atleti scelgono le aziende. È la parte silenziosa del lavoro, quella che non finisce mai nei titoli ma che decide il modo in cui una curva verrà scritta.

Cinquant’anni di storia, ventisette marchi, otto categorie tecniche: sci, scarponi, attacchi, bastoncini, caschi, maschere, guanti, protezioni. Una costellazione industriale che non vive in concorrenza, ma in sincronia. Il Pool Sci Italia non fornisce solo materiali: costruisce l’ambiente tecnico dentro cui crescono i nostri atleti. Sciatori che non ricevono “un attrezzo”, ma una risposta: “Questo è ciò che serve a te. Non a tutti. A te!”

L’impegno non si ferma ai big: la filiera dalla base all’élite

Non è un caso se il Consorzio investe risorse pesanti anche nel vivaio.
L’attrezzatura giusta, nel momento giusto, può cambiare la traiettoria di un ragazzo. Può impedirgli di adattarsi a materiali sbagliati, può proteggerlo, può farlo crescere tecnicamente senza esasperazioni.

È così che nasce quella continuità che lo sci italiano conosce bene: prima l’U16 che impara a “sentire” la spatola, poi il giovane che entra in Europa Cup, poi il professionista che chiede al suo skiman la precisione di un orologiaio svizzero alle 6 del mattino.

Le parole di Alessio Meda, presidente del Consorzio, sono chiare e nette:

un sistema che lavora insieme — aziende, tecnici, skimen, atleti — crea condizioni ideali per esprimere talento e determinazione. Ed è vero: ogni vittoria azzurra ha una firma visibile sul podio e ventisette firme invisibili nei magazzini, nei laboratori, nelle solette lavorate a mano, nelle plastiche progettate apposta.

Il dettaglio che pochi ricordano: la tecnologia che nasce per gli atleti di Coppa del Mondo non rimane lì. Scende. Migra. Diventa “massa”. Quello che oggi è hi-tech domani sarà in negozio. Il Pool non è solo un supporto al vertice: è un acceleratore per l’intero settore. Ed è qui che l’Italia — quella tecnica, artigianale, ingegneristica — esce allo scoperto.

Le combinazioni 2025/2026

I documenti presentati dal Pool raccontano nel dettaglio chi usa cosa: sci, scarponi, attacchi, caschi, maschere, bastoncini, guanti e protezioni suddivisi per marchio. Una mappa completa della stagione, uno spaccato perfetto della filiera che accompagna gli azzurri verso l’anno olimpico.

Ventisette marchi, ognuno con il proprio sapere: Atomic, Blizzard, Dynastar, Fischer, Head, Nordica, Rossignol, Salomon, Völkl… E poi bastoncini, caschi, guanti, protezioni. Un organismo complesso, ma incredibilmente armonico.

Verso Milano Cortina con un’alleanza tecnica che vale oro

La strada è già tracciata. Il conto alla rovescia è iniziato. E mentre le piste aspettano l’inverno e gli atleti cercano i loro margini, il Pool Sci Italia rimette in moto quella macchina silenziosa — precisa, testarda, ossessiva — che da cinquant’anni rende competitivo lo sci azzurro nel mondo.

Perché una medaglia non nasce il giorno della gara. Nasce qui: in un laboratorio, su un banco da skiman, nel momento esatto in cui un atleta prova un attrezzo e, senza dire nulla, sorride. Quel sorriso significa solo una cosa: siamo sulla strada giusta.


 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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