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Il 2 maggio 1987 nasceva Azzurrissimo

Il 2 maggio del 1987 nasceva la prima edizione di AZZURRISSIMO, ne seguirono altre dieci fino al 1998. Un’avventura unica ed affascinante che ha scritto importanti pagine dello Sci e della Storia di Cervinia.

Definita la “gara delle gare” nacque nella “baitina” della redazione di Sciare quando il dottor Mario Cravetto (proprietario della società impianti di Cervinia), si presentò con una valigetta. Tirò fuori un foglio pressoché bianco. Solo un appunto: Cervinia ha portato avanti per tanti anni il KL ma ora non c’è più. Sarebbe bello inventarsi qualcos’altro. Rimase chiuso col direttore Massimo Di Marco per diverse ore e alla fine nacque la gara più lunga del mondo.

Ma non era questa l’unica caratteristica. 11 km di gara e le 100 porte del Ventina facevano sicuramente colpo. La fortuna di questo evento si è costruita attraverso una commistione di concause. Un senso di eroismo, la sfida con se stessi e gli altri, la possibilità di misurare il proprio tempo con quello dei grandi campioni. E soprattutto la sfida tra sci club, valligiani, cittadini e Gruppi Sportivi militari. Ecco, questo. Azzurrissimo era la sfida tra società. Per questo già alla prima edizione si presentò un pullman addirittura dalla Sardegna. Tutti volevano vincere il titolo di Sci Club più veloce d’Italia. Un premio di grande importanza. Lo scudetto dello sci.

Azzurrissimo significava partire su tracciato parallelo dal Plateau Rosà sulla pista Ventina. Dopo i primi 700 metri (15 porte circa) si affrontava il KL. Cento metri di pura velocità cronometrati con fotocellule. Un passaggio obbligato nel format della gara. Poi ancora un chilometro fino all’unificazione dei tracciati. E poi, falsopiani, qualche ripido, diagonali, tratti nel bosco, neve ghiacciata, più morbida, artificiale.

Azzurrissimo aveva anche la sua parte di show. Divertente la sfida tra giornalisti, tra reti televisive (Rai, TMC. TSI), ex atleti, vip, gente dello sport, dello spettacolo. Da Francesco Moser a Franz Klammer, da Gianfranco D’Angelo (Drive in) a Mike Bongiorno. E dunque, onori ai vincitori della prima edizione, Danilo Sbardellotto per gli atleti e al Valdossola per gli sci club.

Azzurrissimo si impose negli anni come l’evento di fine stagione che metteva d’accordo tutti. Un’immensa festa che avrebbe dato l’appuntamento alla prima neve della stagione successiva. La gara per alcuni, era diventata più gara. Soprattutto quando al cancelletto di partenza si presentò mezza Coppa del Mondo.

Persino Re Gustavo, apripista della seconda edizione. Ad attenderli a fine Ventina, un montepremi di riguardo. Il numero degli iscritti costrinse la giuria a dividere la gara in due giorni, per la prima e la seconda manche. E a Cervinia c’era tutta l’essenza dello sci. Da Kristina Ghedina intento a battere il record di velocità, allo sci club abruzzese impegnato a distribuire rustel a tutti.

Azzurrissimo si è fermato dopo la decima edizione. Era diventato un evento troppo grande, quasi incontrollabile. E anche troppo costoso, poiché ogni anno si aggiungevano eventi su eventi per essere propositivi.

Dopo 2 sole edizioni, quell’esercito era cresciuto e in una sola giornata non ci stava più. Il numero si era stabilizzato sui 1.500 concorrenti, in rappresentanza di circa 300 sci club che organizzano la trasferta a Cervinia come un pellegrinaggio alla Mecca. Con sci, scarponi, caschi regolamentari e tute da gara, arrivano a Cervinia anche profumi e sapori di case diverse per festicciole e spuntini… defatiganti a bordo pista.

Bottiglie di Lambrusco e cannoli siciliani, speck della Val Pusteria e salame di Varzi. Nella Maison Invicta, uno degli sponsor storici di Azzurrissimo, si esibiscono cuochi sopraffini. Riccione, il mare, si presentò in forze, organizzando una strepitosa “Rustida” (grigliata gigante di pesce azzurro) e una serata a base di ballo liscio e allegria.

Nelle altre sere delle giornate di Azzurrissimo, sotto il megatendone del Palazzurrissimo capace di 800 posti a sedere, erano in programma spettacoli di qualità. Il concerto di Bruno Lauzi, lo show di Giorgio Faletti, di Luciana Littizzetto, del ventriloquo Samuel, al secolo Lamberto Barletti.

La partecipazione non era solo italiana. All’ultima edizione si contavano 125 concorrenti stranieri, francesi, tedeschi, spagnoli, svizzeri e giapponesi. Dal Paese del Sol Levante approdarono alla conca di Breuil 35 sciatori in rappresentanza di quattro sci club di Tokyo.

D’altra parte, a partire dal 1995, il respiro internazionale di Azzurrissimo trovò aria anche sul piano organizzativo con l’istituzione di due “combinate” con gare gemelle che si svolgevano a Crans Montana (Svizzera) e a Baqueira Beret (Spagna). Si chiamavano “K d’argento” (se si partecipava, oltre che ad Azzurrissimo, a una soltanto delle due gare straniere) e “K d’oro” (se si frequentavano entrambe). La “K” e’ un omaggio al simbolo dell’Arlberg Kandahar, la gara che ha rappresentato per quarant’anni il Grande Sci, prima della nascita della Coppa del Mondo.

Un eroe tra gli eroi in tutto questo è stato sicuramente Giuliano Trucco, cesellatore della pista, della sicurezza, della gestione.

Tante cose oggi sono cambiate a Cervinia, come del resto dappertutto. Eppure nel circo bianco ogni tanto circola ancora una domanda. Ci sarà ancora Azzurrissimo?

Non è che nessuno non ci abbia pensato, ma l’idea di costruire un evento non all’altezza di ciò che è stato, spaventa. È cambiata anche la percezione della sicurezza e di conseguenza le sue regole. I budget non sono più quelli di un tempo. Anche le mille aziende del settore che facevano a pugni per una presenza istituzionale, oggi sarebbero molte di meno. E forse si è mutato anche lo spirito degli sci club.

C’è solo un modo per capire se tutto ciò è vero o falso. Organizzare Azzurrissimo al più presto. Non crediamo debba nascere per forza una competizione tra nuovo e vecchio. Di Manzoni ce n’è stato solo uno, eppure gli scrittori esistono ancora.

Gli appassionati saprebbero riconoscere gli adattamenti. Se le 100 porte, poi diventate 150, del Ventina fossero di più o di meno, chi se ne importa. Se deve cambiare un po’ la formula non farebbe differenza. Riguardo alla difficoltà di allestire oggi un percorso così lungo, crediamo che con la nascita di un pool di società, il problema sarebbe superabile.

Rimaniamo in attesa pieni di speranza. Nel frattempo ancora un grazie a Mario Cravetto e a Massimo Di Marco per aver creato un evento che non riesce a essere dimenticato. il 2 maggio 1987 Azzurrissimo il 2 maggio 1987 Azzurrissimo

Qui un video di Luca casali che racconta tutta la storia

 

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).