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Ambra Pomaré — La ragazza che cresce senza far rumore

Ambra Pomarè non entra mai in scena facendo rumore.
Arriva di taglio, a testa bassa, con quella timidezza che sembra un freno e invece è solo concentrazione pura.
La guardi e pensi che passi di lì per caso. Poi parte. Chiude la maschera. E capisci che il caso, con lei, non ha mai avuto diritto di parola.

Zinal era una storia aperta.
Una pagina rimasta storta: la squalifica assurda, il bip sbagliato, la falsa partenza che le aveva portato via una Coppa Europa già scritta. Oggi quella pagina l’ha rimessa dritta. Il tempo l’ha sentito bene. La montagna anche.

Ambra è così: prende, incassa, cresce.
Due anni fa raccontava di sentirsi “piccola”, di guardare le altre come giganti.
Oggi quella frase suona come un vecchio pensiero rimasto nei cassetti: non più negato, semplicemente superato.

Viene dai campetti di Cortina, dalle linee dei fratelli, da mamma e papà che lo sport vero non l’avevano mai respirato e si sono ritrovati una figlia che correva più veloce dei loro timori.
Poi la C, la maturità, le valigie sempre aperte, le notti corte, la B affrontata con più domande che certezze.
E però una cosa non l’ha mai persa: la spinta. Quella vera. La grinta che non alza la voce, ma la cambia.

E quella sincerità che spiazza: “Mi fido dei consigli. Metto testa e cuore. Il resto lo faccio andare.”
Detto così, come viene. Come fanno gli onesti. Forse sta lì il suo segreto.
Non finge durezza. Non veste corazze. Non si racconta invincibile. Lavora.
Accetta che crescere bruci. E intanto avanza. Una porta alla volta.

La vittoria di oggi lo dice chiaro: non è più l’Ambra di ieri. È più piena, più dentro, più capace di tenere il peso e farlo diventare ordine. La timidezza resta, certo. Ma è una timidezza che affila, non che frena.

Le sue montagne la stanno aspettando. Lei ci sale in silenzio, ma lascia impronte profonde. Oggi si è presa ciò che le spettava. Con maturità. Con sostanza. Da atleta che non deve più dimostrare di essere cresciuta: lo sta facendo, ogni giorno, senza dire nulla.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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