Testuale: «Ieri in gigante l’ho buttata nel cesso, oggi in slalom ancora peggio. Tarvisio kaputt». Ecco a voi, in sintesi, Angelica Rizzi, lombarda di Iseo, nata a Brescia il 21 aprile 1998, risate e giochi da maschiacci, allegria e buonumore, pane al pane e vino al vino. A parte il superG («Ero 5° in prova, poi in gara ho fatto un errore da bestia e sono finita ottava»), la bionda, ridente e scatenata fanciulla allenata da Silvano Sorio nello Ski Team Val Palot era in lizza per la vittoria sia in gigante che in slalom, protagonista dei Campionati italiani Allievi pur nella stagione svantaggiata della categoria. In gigante, 4a dopo la prima manche, «sono arrivata troppo bassa alla terzultima porta, ho spigolato, in pratica non ho visto la penultima e l’ho saltata a pochi metri dal traguardo»; in slalom, 2a dopo la prima manche dietro Laura Pirovano, «avevo un po’ fifa delle ultime porte perché in ricognizione avevo visto che giravano molto, le ho prese troppo da dietro e ho perso un posto». Già terza, superata da Lisa Sgnaolin. Dopo quella gara, sbollita la rabbia come un temporale d’estate, la sua frase sintesi. Punto e a capo. Ma di lei dovremo parlare certamente ancora perché l’argento vivo che ha addosso, il suo bel carattere, la grinta e la tecnica che mette sugli sci potrebbero portarla lontano. Nel 2011 era stata l’unica capace di battere Lara Della Mea in slalom. L’inverno scorso è andata così. Quest’anno, con le categorie bloccate, potrebbe contendere a Laura Pirovano la leadership tra le Allieve salvo (facciamo i debiti scongiuri) fratture, incidenti vari, influenze e antibiotici, perché la storia di Angelica non è mica una roba da ridere. Sentite. Nasce da un padre (Massimiliano, 45, anni, imprenditore edile) «che ha cominciato a sciare nel 1° anno Ragazzi e mi sta dietro ancora bene» e da una madre (Miriam, 45 anni, diplomata ISEF) che insegna educazione fisica in una Scuola Superiore ma è anche istruttore di ginnastica artistica ed ha allenato un gruppo di ragazze del bresciano che ha partecipato ai Campionati Italiani. In quell’occasione lei aveva tre anni e tanto per non essere da meno delle più grandi «mi ero messa a fare la verticale e tutti mi avevano applaudita». Dunque nella famiglia residente ad Iseo, completata dalla sorellina Marianna (10 anni) e dai gatti Grisu e Neve («Perché è bianco e perché io adoro il freddo e la neve molto più del caldo e del mare, proprio non c’è gara»), le opzioni sportive erano due: lo sci e la ginnastica artistica. «Mio padre mi ha messo sugli sci solo a 5 anni perché pensava che preferissi la ginnastica. Invece io, andando a sciare con lui tutte le domeniche in Val Palot, mi sono innamorata dello sci. Mamma è felicissima lo stesso e io continuo a fare un po’ di ginnastica ma non a livello agonistico, soprattutto corpo libero, almeno tre volte la settimana nella palestra di Iseo. Ma solo fino all’autunno perché poi c’è lo sci, non si discute». Dunque lo sci, la Val Palot e la famiglia di Silvano Sorio e Nicoletta Merighetti come qualcosa di più che amici, parenti di neve e di passione sciistica. Nello Sci Club Val Palot Franciacorta e con l’allenatore Silvano Sorio Angelica è cresciuta, da Baby («Andavo ancora quasi a spazzaneve…») a Cuccioli («Nel secondo anno ho vinto il Gran Premio Giovanissimi: lo ricordo bene perché ero partita con il pettorale 111») e poi…«Nel 1° anno Ragazzi, 2009/10, avevo vinto lo slalom alle Regionali ed ero arrivata terza in gigante. Agli Italiani dell’Abetone abbiamo fatto la prova del superG con un tempo bellissimo ma il giorno dopo c’era la nebbia e avevano deciso di fare lo slalom. Una nebbia pazzesca, alla 5a porta ho inforcato , sono volata e mi sono rotta il piatto tibiale del ginocchio destro». Stop, «una specie di gesso», ferma tre mesi. Ripresa a metà estate. Inizio stagione 2010/11: gare proprio in Val Palot, distorsione del ginocchio sinistro in allenamento. Stop, assoluto riposo per un paio di settimane. Ripresa alle «indicative» delle Alpi Centrali con vittoria in slalom e gigante e 2° posto in superG. Stanno arrivando le gare che contano. Proprio agli inizi di marzo le salta addosso una bella influenza con febbre. Al Topolino è 6a alle selezioni e non si qualifica per l’Internazionale ma soprattutto «ho avuto una ricaduta perché c’era brutto tempo, mi sono bagnata, mi è risalita la febbre e vomitavo». Basta così? «Per fortuna c’è stata una settimana di stacco con gli Italiani, così mi sono rimessa insieme e…» Ed è andata bene con un bel titolo nazionale conquistato con le unghie e coi denti perché anche Angelica, nel suo piccolo, si incazza e se le cose vanno male non si deprime, anzi si scatena. Brava! E simpatica, aperta, come l’aria delle montagne in inverno «quando non c’è quel caldo dell’estate e c’è la neve, ci sono gli amici dello sci. Per tutto questo, per il suo ambiente lo sci mi piace. Prediligo lo slalom, non ho paura dell’impatto col palo. Ma mi piace molto anche sciare fuoripista, con mio padre o con Danny Gerardini, l’aiuto di Silvano Sorio, che mette in palio la neve fresca negli allenamenti: se vado come dice lui mi fa chiudere la giornata insieme in qualche bel fuoripista». Brava Angelica, con qualche sogno nel cassetto («La nazionale? A chi non piacerebbe?»), con un modello che si chiama Tina Maze e un libro sempre a portata di mano («Soprattutto romanzi gialli»), con un credito di sfortune da incassare. Brava Angelica, ma quest’anno cerca di non sbagliare alla terzultima porta. 3
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