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Aspiranti: il futuro dello sci tra sogni, modelli e Olimpiadi

Si chiamano Aspiranti. Un termine che, a prima vista, sembra una semplice etichetta tecnica: indica gli atleti che per la prima volta affrontano le gare FIS, il passaggio più delicato nella carriera di un giovane sciatore. Ma quella parola, “aspiranti”, sembra tutt’altro che casuale. Perché racchiude in sé la sostanza di questo percorso: aspirare a qualcosa di più grande, guardare avanti con il desiderio di diventare un giorno protagonisti del Circo Bianco.

Si diventa Aspiranti dopo quattro anni trascorsi nella categoria Children (Ragazzi e Allievi). Un passaggio che segna uno spartiacque: tra chi, da giovanissimo, era abituato a vincere con facilità e ora si ritrova improvvisamente a inseguire, e chi invece trova la forza di resistere e crescere passo dopo passo. Gli Aspiranti sono infatti i primi due anni della categoria Giovani, ed è qui che iniziano le prime vere selezioni: non bastano più il talento precoce o i successi nei circuiti giovanili, serve costruire un percorso di continuità.

Molti scoprono che ciò che sembrava naturale da Children diventa difficile contro avversari più maturi fisicamente e tecnicamente. Per qualcuno, la convinzione di avere talento -che in molti di questi casi può divenire una falsa identificazione talento – rischia di trasformarsi in un boomerang. È proprio in questo momento che conta di più la capacità di resistere, affrontare le sconfitte e non smettere di credere.

Lo spirito olimpico, fatto di resilienza e capacità di superare gli ostacoli, diventa bussola e compagno di viaggio.Spirito olimpico anche come gruppo… Lo sci non è solo tecnica e talento. Per affrontare il salto di categoria e approdando nel livello internazionale serve un corpo che sappia reggere urti, velocità e stagioni lunghe. Costruire questo fisico è un processo graduale che passa da ore di lavoro lontano dalle piste: in palestra, sui campi di atletica, persino con esercizi che a volte possono sembrare lontani dallo sci. È lì che si gettano le basi per il futuro, modellando muscoli e resistenza anno dopo anno. Che possiamo identificare come una resilienza indotta.

La vera differenza, spesso, non la fa chi ha più talento, ma chi ha la pazienza di costruirsi con disciplina e sacrificio. Per questi giovani atleti ogni gara è un piccolo esame, ma anche l’occasione di imparare osservando i migliori. Guardare un Innerhofer che a 40 anni si allena e non smette di sognare come un ragazzino di quella età, una Sofia Goggia che ha disputato l’ultima stagione dimenticandosi del grave incidente del 2023, o una Federica Brignone che, dopo la brutale frattura alla gamba dello scorso aprile, sta lottando con tutte le sue forze per tornare in pista nonostante il futuro incerto: non è solo ispirazione, è un manuale di vita sportiva.

Gli Aspiranti devono saper “rubare con gli occhi”, cogliere dettagli, routine e atteggiamenti che fanno la differenza ad alto livello. Perché diventare atleti di Coppa del Mondo non significa solo sciare veloce, ma saper costruire un percorso: gestire la pressione, il rapporto con i media, i tempi di recupero, persino le cadute.

In questo quadro, l’arrivo delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 rappresenta un’opportunità unica anche per chi oggi è solo spettatore. Seguire un evento a cinque cerchi significa respirare l’atmosfera del massimo livello, osservare da vicino come vivono l’attesa i campioni, come si muovono le nazioni, come un intero movimento sportivo si organizza attorno a un appuntamento che ferma il mondo.

Essere spettatori consapevoli di un’Olimpiade equivale a ricevere una lezione in anticipo: un giorno, se arriverà la chiamata, quei ragazzi non si troveranno spaesati, perché avranno già visto, già immaginato, già aspirato a quel sogno. In fondo, la parola Aspiranti racconta proprio questo: la forza di chi sogna in grande, senza paura di sbagliare, con la consapevolezza che ogni curva, ogni allenamento, ogni fatica è un passo in più verso il traguardo.

Guardare ai giganti per crescere, sfruttare il palcoscenico olimpico come scuola invisibile, trasformare l’aspirazione in realtà. Perché lo sci di domani nasce oggi, tra le ambizioni, i sacrifici e i sogni degli Aspiranti.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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