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Brignone: “Che pista! Sembra una pedana vibrante!”

Sembra di salire su una pedana vibrante“, dice Federica Brignone al termine della sciata libera in pista. Siamo sulla Kandahar Giovanni Alberto Agnelli di Sestriere., dove domani andrà in scena uno slalom gigante e domenica il gigante parallelo.

Ecco allora in zona parterre, Federica Brignone, come sempre, in questo periodo, assolutamente felice: “Come quattro anni fa hanno preparato una pista fantastica. Anzi, eccezionale direi. È durissima, sembra di salire su una pedana vibrante.

Il primo giro, di prima mattina senza sole, è stato complicato. Non si vedeva bene. Non me la ricordavo sinceramente dopo 4 anni e non sapevo dove fossero i dossi. Non sapevo nemmeno dove mi trovassi a un certo punto! Poi è uscito il sole e nel secondo giro è andato tutto decisamente meglio.

Comunque, ragazzi, è proprio dura, sbatte tanto. Proprio come piace a noi, tosta! Domani si affronterà il gigante a tutta. Che poi è l’unico modo concesso per poter fare un bel risultato. Rispetto a 4 anni fa – e me lo ricordo bene visto che sono uscita al secondo intertempo – la Kandahar è meno liscia. In realtà non c’è niente di così terribile.

La pista non è complessa e non ci sono grosse pendenze, specie nella prima parte. Però è varia e si può veramente spingere dalla prima all’ultima curva. Il difficile qui è il manto nevoso. Poi vedremo anche come tracceranno i due percorsi.

Se Federica Brignone sembra radiosa, Marta Bassino ne è contagiata. Le due Azzurre stanno andando davvero forte quest’anno. Marta conferma quello che ha detto la sua partner di podio riguardo alla pista. ma aggiunge: “Forse scenderà qualche fiocco di neve, dicono, ma poca.

La toglieranno e ritornerà in superficie il duro. Ci tengo davvero andare bene qui, nella mia regione, a casa della Franci (Francesca Marsaglia -ndr). E poi stanno arrivando pullman da Borgo San Dalmazzo. È la piccola grande folla del mio fantastico Fan Club.

Senza di loro, correre non avrebbe lo stesso gusto! Soprattutto quest’anno che sono riuscita a fare quel passettino in più che mi mancava. Ho ritrovato la costanza di risultati che aveva qualche stagione fa. Questo era il mio obiettivo di inizio stagione, rimanere sempre su. La svolta è avvenuta a Killington. Lì si è concretizzato quello che so fare

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).