Camille Rast, il pettorale rosso e il sogno… Killington, 2 dicembre. Camille Rast è reduce da un weekend straordinario, con il suo primo podio in gigante e la prima vittoria in assoluto, in slalom. Sono le 10.30 del mattino e alla Lobby del «Grand», dove alloggiano tutte le squadre, Camille sta finendo un’intervista. È con la tv svizzera.
Anche il broadcaster americano NBC Universal le pone domande in sequenza. Arriva il nostro turno che Camille sembra un po’ affaticata, ma chi non lo sarebbe? «Non ho dormito molto stanotte. Ero molto stanca ma non riuscivo a dormire. Ho controllato i messaggi sul mio telefono, non lo avevo guardato prima – oh mio dio, ce n’erano tantissimi. E stamattina mi sono svegliata alle sette, forse per il jet-lag, ma anche per l’adrenalina di ieri». Una giornata indimenticabile per Camille, finita con un tuffo in piscina in tuta e berretto, «come fanno nel motorsport, e io adoro il motorsport».
TALENTO RITROVATO
Rast è nata nella svizzera romanda, dove si parla Francese, a Vétroz, vicino Sion. È figlia unica di Philippe e Marlène «due nomi proprio francesi», ci tiene a specificare. Ma parla benissimo anche tedesco, italiano, imparati in squadra, e inglese.
Camille si era da subito rivelata come talento:: appena adolescente stravince il circuito nazionale. Entra in squadra, e al secondo anno FIS la portano ai Mondiali di casa, St. Moritz 2017. Il mese dopo, si laurea campionessa mondiale junior in slalom, ad Åre. Nell’ambiente, in tanti credono in lei. Ma dopo il debutto, le cose si mettono molto male.
«Da giovanissima, intorno ai 17 anni ho vissuto una bellissima stagione. Poi mi sono ammalata. Ho cercato di tornare, ma le cose non funzionavano. Quando ho ripreso ad andare bene, mi sono infortunata (al legamento crociato del ginocchio, a marzo 2019). Insomma, ho praticamente perso tre anni, tre stagioni di gare».
Dopo essere stata indicata come grande promessa in un paese dove lo sci è sport nazionale, a livello sportivo tocca il fondo. Dall’alto, la caduta le fa molto male. Anche sul piano personale «sono stati anni durissimi», ricorda. Ma lo sci la reclama, non la vuole mollare, non lascia che si perda per strada. Con tanta forza di volontà e l’aiuto di che le sta vicino, famiglia, amici, allenatori, tecnici, Camille ritrova la via. Dal 2021 la ripresa è graduale. Torna a brillare in qualche manche, riguadagna buoni pettorali, nel 2023/24 conquista due volte il quarto posto.
TUTTO ADESSO
A Levi si classifica quinta, a Gürgl pensava di arrivare ancora una volta appena fuori dall’ambìto podio, di cui tutti le chiedevano. E invece è proprio la volta buona, ci sale con una delle sue amiche del circuito, Lara Colturi, che ha ereditato il sue tecnico Andrea Vianello. A vincere era Mickaela Shiffrin, che «Dopo la gara mi ha detto – in partenza sentivo il tuo team e quello di Lara (Colturi) esultare. Mi avete messo un po’ pressione – È stato bello sentire queste parole da lei, perché lei è Mikaela Shiffrin, 99 vittorie, e podi ne ha fatti tantissimi. Per me era il primo».
Per Camille la soddisfazione è grande, e a volte ripetersi è ancora più difficile che riuscirci la prima volta. A Killington, «per il gigante la pista non mi piaceva tanto. Dopo la ricognizione della prima manche, ho scritto un messaggio al mio allenatore – non so se riuscirò a qualificarmi, sarà dura entrare nelle trenta».
E invece Camille bissa il podio, ed è solo l’antipasto del trionfo del giorno dopo, che le offre consapevolezza. «Avendo perso tre stagioni, sugli sci mi sento ancora un ventiduenne. Sono stata a lungo la più giovane in squadra e lo sono ancora in qualche modo. Ma adesso ho più esperienza e so di potermi esprimere come le altre ragazze della squadra, Wendy (Holdener), Lara (Gut-Behrami). Ho avuto bisogno di tempo, ma so che posso essere una delle leader del nostro gruppo. Sono ancora più contenta di essere tornata, tutti mi aspettavano, adesso so che è valsa la pena non mollare e aver continuato a lavorare per questo».
VELOCE SENZA LE DUE RUOTE
Come spiega Camille, questo ottimo inizio di stagione? «Mi sono preparata bene in estate, come mai avevo fatto prima. Ho rinunciato alle gare in mountain bike, forse era troppo (da conciliare con lo sci). Mi sono concentrata al massimo su di me, e sui miei allenamenti, e mi sentivo pronta a continuare il lavoro dello scorso anno».
Le due ruote sono sempre state una forte attrattiva per lei, che ha sperimentato comunque diverse attività. «Mio padre fa motocross, e sono andata diverse volte con lui, anche se mia madre non è mai stata contenta di questo. Mi diceva sempre di andare piano. Da ragazzina ho frequentato anche la scuola di circo, con gli amici dello sci club. Facevamo esercizi al trampolino e in aria, anche se ho un po’ paura dei salti. Non farei mai aerials con gli sci.
Facevo anche atletica, adesso sono felice quando ci alleniamo sulla pista (in tartan). Mi piacciono le gare sprint e il salto in lungo».
Sono però le due ruote che hanno maggior presa su Camille, in particolare quelle delle mountain bike, in discesa, a tutta velocità. «Ho partecipato per un paio di stagioni anche alla Coppa del mondo di Enduro, ho corso a La Thuile ed a Canazei ho vinto una gara. Ma ho fatto diverse cadute, facendomi anche male». Solo quest’estate ha deciso di cambiare approccio «Adesso ci vado solo con gli amici, e finalmente non sono più caduta, è stata la mia prima estate senza incidenti. Il mio preparatore era davvero contento di questo».
Uno sport che la fa stare bene è l’equitazione, Camille adora il contatto con gli animali. «Quando ero piccola, mia cugina aveva un paio di cavalli, ed ho cominciato a montare intorno ai sei anni. In estate frequento un maneggio vicino a dove mi alleno. Prendo anche delle lezioni. Quando sei in sella devi essere presente, mantenere la calma, perché i cavalli sono grandi, non ti puoi distrarre, o pensare ad altro. Lasci da parte i pensieri, lo stress. Mi fa molto bene montare a cavallo, sono momenti di pace».
DIFFICILE È MEGLIO
Sciatrice tecnica, Camille ha predilezione per i tracciati più ripidi e con condizioni di neve impegnative, dove riesce ad esprimersi al meglio. Sciare in notturna è per lei il massimo: «Mi piacciono molto le night race, Flachau, Courchevel. Altri eventi e piste su cui punto sono Sestriere, in particolare per il gigante. La pista mi piace, è dura, lunga, ripida. Kronplatz è un’altra gara bellissima, mi piacciono proprio le piste difficili».

Yanqing National Alpine Center – Women”’s Slalom – Camille Rast (SUI) 09/02/2022 Photo: Gio Auletta/Pentaphoto
I Giochi a Milano Cortina 2026 sono l’evento da medaglie successivo, e con Camille ci proiettiamo proprio in questo scenario. «Lo spirito olimpico è speciale, stiamo tutti insieme al villaggio olimpico, con altre nazioni e con le squadre maschili, che non vediamo spesso, nemmeno i ragazzi della squadra svizzera. Si conoscono persone nuove, si fanno amicizie, condividono momenti che poi diventeranno ricordi unici.
Alle ultime olimpiadi, a Pechino 2022, sono stata testata positiva (al Covid) appena arrivata in Cina. I primi giorni non sono stati divertenti, ma poi la cosa si è risolta una settimana prima delle gare. Le Olimpiadi sono qualcosa di fantastico».
Camille va veloce, ed è una forza. Adesso che ha avuto dimostrazione di quello di cui è capace, può davvero sognare in grande. Camille Rast il pettorale rosso Camille Rast il pettorale rosso Camille Rast il pettorale rosso Camille Rast il pettorale rosso
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