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CdM Uomini a Beaver Creek

Dopo l’Albrecht di Sölden, il Miller di Levi e il Maier di Lake Louise, ecco lo Svindal di Beaver Creek. Le prime quattro tappe della Coppa maschile hanno messo in evidenza a turno quattro protagonisti e, guarda caso, tre di loro sono (assieme a Raich, che finalmente è tornato alla vittoria in gigante) i grandi favoriti per la classifica generale.
La regia di questa Coppa 2008/09 merita davvero un Oscar: impossibile infatti immaginare una storia più bella di quella di Svindal che torna a vincere (non una, ma due volte, sfiorando il tris per appena 10/100) proprio sulla Birds of Prey, la pista su cui un anno fa aveva chiuso drammaticamente la sua stagione. In discesa, ma soprattutto in superG, il norvegese è stato impeccabile, ha dominato, battendo i due master della coppa: in discesa secondo è stato il quasi trentasettenne Marco Büchel e in superG il trentaseienne Hermann Maier, sì ancora lui, che si è tenuto stretto il pettorale rosso di leader della specialità.  Ma torniamo a Svindal, raggiante, commosso, senza parole come gli atleti che vincono per la prima volta una gara importante. La sua non era una vera e propria prima volta (aveva già vinto 9 gare di Coppa, più due mondiali…), ma dopo quel che è successo era come se lo fosse.

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Ecco Aksel dopo la discesa: «Non credo si possa parlare di vendetta nei confronti di questa pista, io non ce l’avevo con lei, è solo bello che proprio qui io sia tornato lassù». E dopo il superG: «La vittoria di ieri mi ha talmente emozionato che stanotte avrò dormito venti minuti, ma evidentemente il successo basta per dare energie ed eccomi, di nuovo lassù, davanti a tutti».
Ci resterà fino alla fine? Se Bode Miller infilerà altre serie di gare disastrose come quelle di Beaver Creek può anche essere… Ma come già detto e ripetuto mille volte, con Bode mai dire mai…e non si sa mai….
La trionfale doppietta di Svindal ha naturalmente catelizzato l’attenzione di tutti, con un supplemento di ammirazione per il terzo posto ottenuto nel gigante vinto da Benjamin Raich davanti  a Ted Ligety e, appunto, al vikingo risorto perfettamente integro e vincente.  Con il successo in questa gara, ultima della trasferta americana e vittoria numero 12 tra le porte larghe , Benny Raich è uscito dalla specie di letargo in cui aveva vivacchiato fino a quel momento, senza mai salire una volta sul podio nelle sette gare disputate fino a quel momento. Ma quando c’è la classe è difficile che uno come Raich scompaia improvvisamente nell’anonimato. E infatti rieccolo! Se Bode non si dà una regolata, per la Coppa il rivale numero 1 del vikingo sarà ancora lui
 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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