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C’è l’errore di Sofia, l’oro della discesa, a sorpresa, all’elvetica Jasmine Flury

C’è l’errore di Sofia, l’oro della discesa, a sorpresa, all’elvetica Jasmine Flury
Mondiali stregati per Sofia Goggia che conclude a mezzo secondo dall’oro ma viene anche squalificata per aver inforcato una delle ultime porte, dove comunque era arrivata già in ritardo. L’Azzurra è rimasta un bel po’ al traguardo con lo sguardo fisso verso la pista col volto coperto di delusione. La medaglia d”oro se la mette al collo l’elvetica Jasmine Flury, 4 centesimi più veloce di Nina Ortlieb, 12 più veloce di Corinne Suter, il podio Mondiale della specialità regina.

Nessuna è riuscita a migliorare i tempi delle prime scese, nemmeno le austriache Cornelia Huetter e Mjriam Puchner appaiate al quarto posto a 37/100. La gara si è risolta in maniera inaspettata nella parte alta dove è probabile sia accaduto qualcosa per rendere la neve un po’ meno veloce. Perché nemmeno Ilka Stuhec che all’inizio della pista ha sempre fatto una netta differenza in prova, a perso troppi decimi finendo sesta. Tanta delusione anche per Lara Gut-Behrami che finisce addirittura al nono posto senza commettere alcun errore.

Niente da fare nemmeno per le altre Azzurre, non impeccabili al di là di questi fattori: 13esima Elena Curtoni, 14esima Laura Pirovano, a +1″41 Nicol Delago che sbagli alla penultima porta.

Chissà, forse senza quell’errore una medaglia sarebbe arrivata, anche se Sofia ha tagliato il traguardo con 41 centesimi di ritardo. Discorso che rimane un po’ nel vuoto e che non è nemmeno il caso di approfondire. Oggi ha vinto Flury che ha sciato benissimo al di là di quello che può le condizioni esterne possano aver influito.
Jasmine, 29 anni, era salita una volta in carriera sul podio della discesa, nel gennaio del 2022 quando fu seconda a Garmisch, mentre può vantare una vittoria ma in superG a St. Mortiz nel 2917.

Anche Nina Ortlieb, figlia del grande Patrick, non ha vittorie in discesa ma un secondo posto a Lake Louise nel 2022 e un terzo nel 2020. Ricordiamo che il 20 gennaio 2021, al 26enne di Innsbruck  si ruppe il ginocchio ( lesione del legamento del crociato anteriore del ginocchio, del menisco esterno e anche della rotula) nella prova della discesa di Crans Montana.

Certo è che fa strano non vedere nemmeno una bandierina tricolore nelle prime dieci, ma non c’è nemmeno da fare drammi. Nello sci nulla può essere scontato e non si vince facile col solo nome. Nulla va a toccare il valore di Sofia che sarà certamente la più dispiaciuta di tutte.

È andata così, con metà pensiero sulla Roc de Fer e metà in una piccola chiesa di Solato, dove centinaia di persone, tra le quali tutte le sue ex compagne, hanno voluto dare l’ultimo saluto a Elena Fanchini.

La classifica

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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