Alla fine resta lei. Sempre lei. Mikaela Shiffrin chiude lo slalom di Courchevel con il tempo di 1’42”50, rimettendo ordine dopo una seconda manche che aveva fatto tremare certezze e classifica. È la vittoria numero 105 in Coppa del Mondo, la 68ª in slalom, ma non è stata una passerella: su questa pista bisognava capire, adattarsi, aspettare il momento giusto per colpire.
La seconda manche si apre con una neve ancora segnata, ma più leggibile rispetto alla prima. Chi parte dietro può osare, chi sta davanti deve difendersi. Il leaders’ corner cambia volto più volte, e quando Lara Della Mea scende con il pettorale 22 succede qualcosa di diverso.
La friulana attacca. Non forza, ma tiene il ritmo alto, accorcia le linee, scorre dove serve e spinge dove la pista lo permette. Il cronometro scorre, i parziali diventano verdi uno dopo l’altro, il pubblico rumoreggia. 1’45”53: terzo tempo di manche, Lara va in testa e resta lì a lungo. È una sciata di carattere, di fiducia, di quelle che cambiano una stagione. Quando Katarina Huber esce poco dopo, l’ingresso di Lara nella top 10 è ufficiale.
Davanti succede di tutto. Paula Moltzan scende come una furia: pura energia, primo tempo di manche, ritmo altissimo, e per un momento sembra poter reggere fino in fondo. Katharina Truppe, invece, costruisce una gara più sottile: soffre in alto, poi piazza la zampata nel finale e va davanti per tre centesimi. Il leaders’ corner è un frullatore.
Poi tocca a Emma Aicher. La tedesca non fa rumore, ma scia come una veterana: linee strette, piedi vicini al palo, gestione impeccabile. Recupera quanto basta, supera Truppe e si prende il podio. È l’ennesima conferma di una ragazza che ormai non è più una sorpresa.
Lena Dürr, chiamata a difendere il podio, invece esce: un errore secco, che lascia spazio alle inseguitrici. Camille Rast non sbaglia. Sciata potente, essenziale, senza fronzoli: si prende il secondo posto, il sesto podio in carriera, premiando una giornata di grande qualità.

E poi arriva lei.
Mikaela Shiffrin parte con margine, ma non gestisce: interpreta. In alto perde qualcosa, poi legge le buche, accelera dove le altre rallentano, trova una progressione che nessuna può imitare. L’ultimo muro è una dichiarazione di superiorità. Al traguardo il tempo è netto, definitivo: 1’42”50. Gara chiusa.
Dietro di lei: Camille Rast (+1”55) seconda ed Emma Aicher (+1”71) terza! Poi Katharina Truppe, quinta Paula Moltzan, e via, via, Swenn Larsson e Holdener.
Ma per l’Italia il risultato pesa tantissimo: Lara Della Mea è ottava, miglior risultato in carriera in slalom, otto posizioni recuperate, un sorriso che vale quanto un podio. Dopo i due exploit in gigante a Mont-Tremblant (due volte nona), arriva la conferma anche tra i pali stretti.
^Martina Peterlini chiude 20ª, anche lei in rimonta, in una gara che ha chiesto più cuore che spettacolo.
Foto Pentaphoto






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