Per soli tre centesimi, Federico Pellegrino deve inchinarsi alla potenza di Lucas Chanavat, che vince la sprint skating di Davos davanti al valdostano. Un distacco minimo, quasi simbolico, che però non scalfisce il senso profondo della giornata: per Pellegrino è il nono podio in carriera sul tracciato svizzero, il luogo dove tutto è cominciato e dove, quindici anni dopo, il cerchio si chiude.
Il terzo posto del norvegese Oskar Vike si perde nelle nebbie della serata alpina, mentre il pubblico di Davos è tutto per Federico. Per lui, poliziotto valdostano, questa pista è casa. Qui aveva debuttato il 12 dicembre 2010, e da allora ha costruito una relazione unica con questo rettilineo, capace di esaltare le sue qualità e la sua intelligenza tattica. In 15 anni di carriera, Pellegrino ha saputo accendere platee in tutto il mondo, ma Davos resta un capitolo a parte.
Quello di oggi è il secondo posto consecutivo sulle nevi svizzere, dopo il podio nella Team Sprint di venerdì, conquistato insieme a Elia Barp. Segnali di continuità, solidità, presenza.
La sua giornata era iniziata nel migliore dei modi. Nei quarti di finale Pellegrino firma una prova maiuscola, regolando il norvegese Erik Valnes nella sua heat e facendo segnare il miglior tempo assoluto: 2’19”54. Un passaggio autorevole, da sprinter che conosce perfettamente il peso di ogni metro.
Alle semifinali approda anche Davide Graz, grazie al ruolo di miglior lucky loser, sfruttando una batteria particolarmente veloce. Si fermano invece ai quarti Simone Mocellini, Martino Carollo – comunque autore di una prova di spessore – e Michael Hellweger. Fa rumore l’eliminazione ai quarti di Johannes Klaebo, fuori anzitempo su una pista che non perdona distrazioni.
In semifinale gli avversari provano in tutti i modi a chiudere la porta a Pellegrino. Federico, però, gioca d’esperienza. Si infila nel momento giusto, legge perfettamente la dinamica di gara e si piazza alle spalle di Chanavat prima dell’ultimo rettilineo, guadagnandosi l’accesso alla finale quindici anni dopo la sua prima volta su questa pista. Davide Graz esce invece di scena a seguito di una caduta nell’ultima curva, mentre era in piena lotta per la quarta posizione.
In finale Chanavat fa valere la sua esplosività, Pellegrino risponde con lucidità e tenuta. Il cronometro decide per tre centesimi, ma Davos saluta ancora una volta il suo protagonista.
Nella gara femminile successo per Jonna Sundling, che si impone al fotofinish sulla norvegese Mathilde Myhrvold: appena 8 centesimi separano le due. Terza l’elvetica Nadine Faendrich, che regala alla Svizzera il podio di casa con 2”60 di distacco dalla vincitrice.
Per le azzurre, invece, la giornata si ferma ai quarti. Iris De Martin Pinter e Nicole Monsorno chiudono quinta e sesta nella terza heat; Monsorno riceve anche un cartellino giallo per ostruzione, senza conseguenze sulla classifica. Federica Cassol, nella quinta heat, prova a rimanere agganciata al gruppo buono, ma resta staccata di quel margine minimo che la esclude dalla semifinale.
A Davos non vince Pellegrino. Ma Davos, ancora una volta, parla la sua lingua. E lo fa nel modo più giusto: con il tempo che passa, ma non cancella.






Add Comment