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Come sta la squadra B maschile? Rispondono Andrea Truddaiu e Max Blardone

Viaggio all’interno della squadra di Coppa Europa discipline tecniche, con il racconto dell’allenatore responsabile Andrea Truddaiu e il tecnico del gigante Max Blardone. I ragazzi dovevano essere nove ma il 7 novembre Matteo Bendotti è stato vittima di un brutto infortunio che lo ha messo purtroppo fuori gioco

La squadra B, gruppo slalom e gigante, è nelle mani di Andrea Truddaiu, che sta per vivere la sua settima stagione nell’ambito delle squadre Azzurre giovanili. Alla sua destra c’è Max Blardone per il gigante, alla sinistra la new entry Cristian Deville per lo slalom.

A proteggere le spalle l’intramontabile Marco Gullino che funge anche da preparatore atletico. Quindi gli skiman-allenatori Samuele Cadei, piemontese di Cesana, il laziale Alessandro Federici e la new entry Alberto Bertasi che arriva dopo una esperienza col Cile.

Il comparto tecnico della squadra Coppa Europa di gigante e slalom, da sinistra: Samuele Cadei (Skima/Allenatore), Alessandro Federici (Skliman), Max Blardone (Allenatore), Marco Gullino (prep. atletico/allenatore), Paolo Deflorian (Responsabile settore giovanile), Andrea Truddaiu (Responsabile allenatori) e Cristian Deville (Allenatore SL)

La loro responsabilità non è poca perché è da questo serbatoio che si attingerà per costruire il futuro, ovvero il dopo Milano-Cortina 2026. A meno che si dovesse verificare l’esplosione di qualcuno dei ragazzi in questa stagione tale da meritare il massimo livello.

Ma a questo non vogliamo nemmeno pensarci e obiettivamente simo ancora distanti da questa fascia. Non abbiamo un Braathen in squadra ma giovani che sperano un giorno di diventarlo! L’entusiasmo c’è, l’aria è buona e sussistono i presupposti per una stagione di soddisfazioni.

È carico persino Truddaiu che, anche se sorride sempre alla vita con un incorreggibile ottimismo, difficilmente si lascia andare a proclami di vittoria. E che si stufa quando gli si chiede di predire il futuro. Testa bassa, maniche rimboccate e «carta canta», quella delle classifiche, è l’unica risposta da considerare quando gli si chiede: Speranze? «Lasciamo stare le speranze e pensiamo ad essere concreti».

Siamo costretti ad esserlo se torniamo al 7 novembre mattina, quando Matteo Bendotti, impegnato in allenamento in Senales, esce dal tracciato di slalom e il suo ginocchio si rompe. Il classico infortunio maledetto di tanti atleti: crociato andato! La sua stagione si è interrotta ancor prima di iniziare. Davvero una disdetta per un atleta che ha già partito diversi guai fisici (uno anche allo stesso ginocchio), in particolare alla schiena. Quest’anno però aveva trovato un buon compromesso e stava andando tutto molto bene. Poi questa mazzata!

Andrea, hai in mano una bella squadra!

Non posso dire il contrario e il nuovo progetto sta funzionando.

Quale nuovo progetto?

Grazie all’ingresso tra i tecnici di Cristian Deville ora ci sono due gruppi ben distinti tra slalom e gigante. Max Blardone può concentrarsi ancora meglio per allenare i ragazzi tra le porte larghe. Non so quante altre squadre possono vantare di avere due tecnici con un bagaglio di esperienza così importante. Il vantaggio è innegabile perché ci permette di lavorare sui dettagli. Ovviamente questa ottimizzazione dev’essere trasferita sul campo in termini di prestazione, ma si sta creando un amalgama piuttosto interessante.

L’arrivo di Deville si è reso necessario per tirare su il tono in slalom?

Esattamente. Col gigante, l’inverno scorso siamo riusciti a portare Simon Talacci tra i leader d’Europa, ma a inizio stagione non è che vi fossero tutte queste certezze. Stiamo lavorando perché ciò possa accadere anche in slalom dove sono un paio d’anni che non riusciamo a emergere. 

Corrado Barbera nello slalom di Schladming della scorsa stagione

È questo l’obiettivo?

Riuscire ad avere un paio di loro stabilmente nei dieci in Coppa Europa sarebbe un bel successo. Non tanto per il risultato in sé, ma per iniziare a costruire una base solida di un cambio generazionale di cui ha bisogno lo sci Azzurro. Gli appassionati pretendono che questo passaggio sia automatico. Esce un Razzoli ne entra un altro con quella prospettiva, ma di scontato non esiste nulla. Questi sono i ragazzi appena sotto la Coppa del Mondo, ma non è facile scalare quel gradino. L’obiettivo è questo, mandare segnali importanti a Max Carca!

Quindi tramonta l’idea della doppia disciplina?

Assolutamente no, tutti fanno slalom, tutti fanno gigante. Poi per alcuni atleti ci sono attitudini specifiche che non si possono nascondere, come quella di Corrado Barbera in slalom e di Leonardo Seppi in gigante, ma in generale una linea netta non è stata tracciata. 

La porta verso l’alto rimane aperta?

Sempre aperta, è il credo di Carca, ma non solo verso l’altro. Monitoriamo costantemente ciò che accade in squadra C. Ad esempio non vedo tutto questo distacco tra i nostri, e ragazzi come Fabio Allasina, Andrea Bertoldini e Gian Marco Paci, ance se sta tribulando ancora un po’ col ginocchio.

L’apertura è totale anche per chi è rimasto fuori squadra, vedi Simon Maurberger, Matteo  Canins, Manuel Ploner, Alberto Battisti e tanti altri. In base ai risultati saranno certamente coinvolti come abbiamo sempre fatto. Ripeto, c’è da spingere di più in slalom dal momento che nella squadra A di gigante ci sono già tre 2001 con Della Vite, Franzoni e Talacci.

L’allenatore responsabile della squadra Coppa Europa- Specialità tecniche, Andrea Truddaiu

Poi se Saracco, Seppi, Pizzato, Zucchini, Saccardi e gli altri andranno forte in Coppa Europa è chiaro che la chance sarà loro data. Mandarli in Coppa del Mondo per combinare poco o per fare la cosiddetta esperienza, non paga. Meglio maturare in Coppa Europa.

In slalom c’è obiettivamente più spazio dal momento che in squadra A ci sono soltanto Vinatzer, Sala, Maurberger e Gross, ma il concetto non cambia. Tra l’altro con i Mondiali di Saalbach e le Olimpiadi all’orizzonte l’asticella si deve alzare. Le gare per dimostrare di poter accedere al palcoscenico della Coppa del Mondo ci sono. Basta sfruttare le occasioni, ovvero conquistare quantomeno la top ten, meglio la top 5, nel circuito continentale. 

Davide Leonardo Seppi, più gigantista che slalomista

Come hanno reagito i ragazzi con l’arrivo di Cristian Deville?

Ci sta portando le sue esperienze da atleta ma anche in generale da sportivo. L’entusiasmo con cui sta affrontando questa nuova esperienza arriva anche ai ragazzi. Per loro si tratta di una grande opportunità perché chi è uscito, tutto sommato, da poco, dall’agonismo riesce a trasferire quegli accorgimenti che a un allenatore tradizionale possono sfuggire. Insomma, il dettaglio da atleta ad atleta emerge con maggiore forza. Il passo che Blardone ha fatto fare a Talacci l’anno scorso ne è una prova tangibile. 

Non vi siete mai incrociati coi velocisti di Alexander Prosch?

Più di una volta e proprio perché hanno fatto molto gigante, il livello tecnico dei ragazzi è cresciuto non di poco. Soprattutto di Perathoner, Bernardi e Abbruzzese. Franzoso le cartucce le ha, deve soltanto trovare il modo di spararle. È un buon sciatore ma ha finora avuto la sfortuna di incappare in diversi infortuni. Aspettiamo anche Rigamonti, sesto l’anno scorso nel superG dei Mondiali Junior. In prospettiva è un ottimo gruppo e la base tecnica costruita in gigante ben si adatta alla velocità di oggi, dove la scorrevolezza è sì importante ma l’atteggiamento in curva lo è ancora di più. In discesa, rispetto alle discipline tecniche, conta poi molto la conoscenza delle piste ed è per questo che si matura più tardi. Anche loro sono attesi in Coppa Europa dove potranno giocarsi le carte migliori. 

Usciamo un attimo dalle squadre: com’è oggi l’atteggiamento generale dei Giovani quando si avvicinano all’alto livello?

È un argomento delicato. Posso dire che i ragazzi oggi sono più informati ma meno temperati, o meglio, meno forti dal punto di vista mentale. Dimostrano maggiore fragilità nella gestione delle emozioni. In particolare, patiscono maggiormente le delusioni. Non si allena più come un tempo con premi e punizioni, bastone e carota, i tecnici devono dimostrare una maggiore sensibilità. 

Edoardo Saracco, di Limone Piemonte, è passato a Head

Trilli e Muzzarelli riusciranno a portare su qualche atleta del Centro Sud?

Le frecce le hanno, così come le avevo io quando coordinavo quel settore. Hanno in mano alcuni talenti interessanti che possono dare continuità ai buoni risultati ottenuti negli ultimi anni. Dietro ad Allegrini, Pazzaglia, Carolli, Valleriani, Di Paolo, Saccardi ne stanno arrivando altri e questo significa che c’è un buon lavoro alle spalle che dà vigore al movimento.  

L’azione di Tommaso Saccardi

Come proseguirà il programma di questi primi mesi tra allenamenti e gare?

Stiamo preparando Levi, dove sono previsti gli slalom del 23 e 24 novembre, con la trasferta svedese di Kåbdalis. Poi toccherà preparare i giganti di Zinal, in Svizzera il 5 e 6 dicembre. Ci sposteremo subito dopo a Pozza di Fassa col doppio appuntamento tra i rapid gates di Obereggen e Pozza per concludere il 2024 con i due giganti di Valloire, in Francia. La prima tappa dei velocisti, invece, è secondo tradizione, quello di Santa Caterina con due discese e un superG a partire dall’11 dicembre. Chissà se dopo aver disputato 4 slalom e 4 giganti uscirà qualche nome da «prestare» a Max Carca!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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