Lo slalom di Mayrhofen ha consegnato all’Italia un risultato che pesa più del numero che lo descrive. Giulia Valleriani, ventunennne delle Fiamme Oro, ha trasformato una giornata nata complicata in una vittoria costruita centimetro dopo centimetro, curva dopo curva, fino a capovolgere una classifica che sembrava già orientata altrove.
La sua gara era iniziata lontano dai riflettori. La prima manche, chiusa in 47.24, l’aveva relegata al settimo posto con +1”21 di ritardo: un distacco che in Coppa Europa di solito significa ridimensionare le ambizioni, non alimentarle. Il tracciato scivoloso di Mayrhofen non perdonava esitazioni e la Falch aveva fatto segnare un tempo che sembrava già un riferimento difficile da insidiare.
La seconda manche, però, ha cambiato forma al pomeriggio. Valleriani è uscita dal cancelletto con un’altra postura, un’altra velocità, un altro modo di interpretare la neve tirolese. Ha anticipato gli ingressi come non aveva fatto nel primo run, ha sciato con piedi più rapidi sulla parte alta, ha mantenuto la linea centrale senza mai irrigidirsi, soprattutto nei tratti dove il pendio chiedeva coraggio. Il suo 46.98 è stato un numero che ha ribaltato la gara e, soprattutto, ha ribaltato le gerarchie: i due settori finali, 22.91 e 24.07, sono stati il marchio tecnico della sua rimonta.
Quando ha tagliato il traguardo, la sensazione era chiara: il suo tempo era di quelli che spostano l’asticella. Una dopo l’altra, tutte le avversarie hanno pagato la precisione del suo secondo run. L’austriaca Leonie Raich, seconda, si è fermata a +0.61; la svizzera Aline Danioth, terza, ha perso altri due decimi. La leadership non è mai stata in discussione dopo il suo arrivo.
La giornata italiana non si è però fermata alla vittoria. Nel gruppo subito alle spalle, Alice Pazzaglia ha dato continuità al suo inizio di stagione con una prova pulita e solida; Ambra Pomare ha confermato la qualità del suo primo settore; Beatrice Sola, capace di un intertempo tra i migliori in assoluto, ha completato un’altra rimonta significativa. Più indietro ma sempre dentro la zona punti sono arrivate anche Laura Steinmair e Annette Belfrond, entrambe efficaci nella seconda discesa, mentre Francesca Carolli ha chiuso una gara regolare nonostante qualche incertezza nella parte centrale.
La differenza, oggi, l’ha fatta però la capacità di Valleriani di rimanere dentro la gara quando sembrava scivolarle via. Il successo non nasce da un errore altrui o da una manche stravolta dalle condizioni: nasce dalla sua seconda parte di gara, dalla lucidità con cui ha letto il pendio, dalla maturità tecnica di chi non aspetta che la gara si riapra, ma la riapre da sola.
La vittoria di Giulia Valleriani a Mayrhofen, altro colpo della Squadra Coppa Europa, racconta molto più di una giornata riuscita: racconta il salto di qualità che un’atleta compie quando non accetta il ruolo che la classifica le assegna dopo la prima manche. È così che si costruiscono le stagioni che rimangono. E oggi, a Mayrhofen, Giulia ha iniziato a costruirne una. Ora, certo, bisogna portare questa evidente qualità e determinazione in Coppa del Mondo!






Add Comment