Dopo il secondo posto nel 2005 e il terzo posto del 2010 in superG, dopo il terzo sempre nel 2005 e il secondo del 2012 in discesa, ecco arrivare il gradino più alto del podio nel 2013. Ma quanto piace la Saslong al canadese Erik Guay (oro ai Mondiali di Garnisch in discesa)? Tanto, tantissimo, si sente dentro tutte quelle sconnessioni che mandano in tilt le giunture delle ginocchie e le vertebre della schiena! Nonostante arrivi da una difficile operazione al crociato del ginocchio destro, il fenomeno canadese si è mangiato quelle gobbe tremende azionando molle, stantuffi ed elastici, e nella zona centrale ha ftto la differenza. In quel tratto ha recupersto ben 1,02 al norvegese Kjetil Jansrud che forse già pregustava al traguardo la vittoria. All’uscita del Ciaslat erano quasi sulo stesso tempo, ma Guay ha impostato una liena più stretta guadagnando un pelo di velocità in più che gli ha regalato quei 12 centesimi in meno al traguardo. Bella gara, niente da dire, forse una delle più belle delgli ultimi anni su una pista che spesso non regala tantissime emozioni. Bravo anche il francese Johan Clarey, anche lui sempre bravo qui. Col terzo miglior tempo ha scalzato giù dal podio Svindal per soli 5/100, mentre Bode Miller, assolutamente geniale sul tecnico si è accomodato in quinta posizione. Anche Werner Heel ha fatto la differenza su quelle sconnessioni terribili e l’ottavo posto ottenuto, a 86/100 dal leader, ha un valore enorme. Perché oggi è stata davvero dura portare a termine la gara con una performance vincente. Un ottavo posto non è vittoria, ma quasi se si legge il risultato come la certezza di essere ben preparati fisicamente. Mentre Innerhofer (+2"78) si è perduto sui piani, difendendosi poi sul tecnico ("Lo skiman mi ha fatto usare contro la mia volontà, uno sci che non avevo mai utilizzato ma sembrava il più veloce dai test" – ha deto l’azzurro ai microfoni Rai). Peter Fill se l’è cavata niente male portando i suoi Atomic in decima piazza e la soddisfazione palesata al traguardo è giustificata. Da segnalare ancora una prova maiuscola dell’elvetico Patrick Kueng che con il 27 si è infilato in sesta posizione, quando nei parziali, fino a metà gara, si ritrovava in testa. Fino a un minuto di gara Guay se l’è vista brutta quando il tabellone dei tempi lanciava un -38 sui tempi del suo compagno di squadra Osborne-Paradise, che poi si è perduto sul tecnico scendendo in settima piazza. Resta un fatto davvero incredibile, come su una pista pazzesca dla punto di vista delle sollecitazioni ai primi tre posti vediamo tre atleti operati alle ginocchia per la rottura dei legamenti. Guarigioni miracolose!
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