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DH Garmisch: Sofia Goggia ancora seconda!

Seconda gara, secondo podio, secondo posto consecuticvo. Parliamo di Sofia Goggia naturalmente, di chi altra? Ormai la sentenza è definitiva, Sofi è tornata in quasi tutto il suo splendore. Un rientro con calma si ipotizzava. Ma quale calma, la sua discesa è stata condotta al massimo del suo talento. Ma andiamo per ordine. La vittoria è ancora austriaca. D’altra parte la squadra rossobianca ha talmente tante cartucce che se sbaglia una, c’è l’altra. Ci si chiede anche come mai siano esplose tutte quante così, un po’ all’improvviso a partire da Cortina. Qualcosa deve pur esserci. Le tute? Qualche sciolina indiavolata? Un trattamento speciale delle solette? Questione di impronte? Mah, di fatto Stephanie Venier ha fatto meglio di tutte, ma senza strafare, con qualche errore di linea, eppure i suoi sci erano dei missili. A 25/100 c’è Sofia Goggia, che ha sciato bene nelle curve, meglio di Venier: bella direzione sull ingresso dell Eishang, bene anche sull’ Höllentor, la porta dell’Inferno e soprattutto perfetto l’ingresso sulla FIS-Schneise, come ieri. Dove allora ha pagato? Sui salti. Mannaggia a lei, chi se ne importa della vittoria mancata, ci ha fatto prendere un colpo quando stava per interpretare un pericolosissimo presentatàrm. Poi ha ritrovato in volo l’equilibrio e si è salvata!  Anche il secondo salto non lo ha affrontato pulita, ma disordinata. Significa che non ha controllato proprio nulla, giù a balla, l’unico modo che conosce di sciare.
Ha deluso invece Nicole Schmidhofer, vincittice ieri nel superG. Ha sbagliato le curve concusive finendo a +1″03 da Stephanie. Ha deluso anche Ramona Siebenhofer che ha toccato troppe volte le linee blu, segno inequivocabile di linee sbagliate. Cornelia Hiuetter è finita pericolosamente nelle reti, ma fortunatamente per lei, si è rialzata senza conseguenze.
Così, sul terzo gradino del podio si è trovata la tedescs Kira Weidle, sempre più brava, sempre più forte. 54 i centesimi da Venier. Lontanissima Tina Weirather che non è a posto fisicmente, anche se oggi ha sciato proprio male. Si è tirata su, nei tratti più bui, segno di una insicurezza mentale. Ilka Stuhec è stata imperfetta nei curvoni veloci e il suo ritardo è stato di 85/100 che gli è valso il quinto posto. Lara Gut, dopo la luce del terzo posto di ieri, è tornata nei suoi saliti errori di stagione (+1″44)

LE ALTRE AZZURRE
Non è andata bene come ieri. Nadia Fanchini è stata autrice di una gara soddisfacente. Qualche errorino le hanno tolto qualche decimo e avrebbe potuto anche salire sul podio considernado che il trzo posto è lontano a 45/100. bene però, una gara che le restituisce fiducia. Sfortunatissima Nicol Delago che nelle curve centrali, all’altezzo del budello, in piena pressione, ha perduto uno sci. Si è sganciato all’improvviso e la giovane discessita ha percorso una buona dose di piste a faccia in giù. Niente di preoccupante, solo qualche escoriazione. Un gran peccato perché fini a quel punto, 40 secondi di gara, è stata tra le più veloci. A nulla serve recriminare sul salto smussato (Atle Skaardal ha fermato la gara dopo le prime tre per limare il dente), perché Nicol in quel punto non c’era ancora arrivata. Caso mai a recriminare dovrebbe essere Corinne Suter, quarta.
Paura per Federica Brignone che è volata su quel salto atterrando sulle code. Una botta alla mano, forse qualche livido, ma gambe salve. Era in zona podio anche lei perché pagava 7 decimi prima di entrare nel tratto a lei favorevole. Peccato. Purtrtoppo, dopo averci rassicurato sulla sua salute, alzandosi e recuperando da sola il traguardo, è andata a fare una lastra: non appoggia la gamba. Incrociamo le dita. Peggio è andata a Federica Sosio che cadendo malamente è stata portata in ospedale in elicottero.
D’altra parter quel salto ha costretto Atle Skaardal a fermare infinite volte la gara. Dopo un’ora e mezza serano scese solo 22 atlete. C’è un fatto inequivocabile: le donne non sanno saltare ed è inutile mettere quei denti se si vogliono portare a casa le gare salvaguardando l’incolumità delle atlete.
Elena Curtoni ha retto nella prima metà, poi non ha saputo scegliere le linee giuste perdendo davvero tanto pur senza commettere errori particolari: +2″14. Niente da fare anche per Francesca Marsaglia che ha chiuso con un gap di +2″95

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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