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DH Kvitfjell 2: Guay il meno lento

 Aveva sfiorato il podio ieri concludendo al quarto posto, ma oggi il canadese Erik Guay non ha commesso l’errore che gli aveva tolto una probabile vittoria e ha nettamente fatto fuori la concorrenza, su una pista, è bene ricordarlo, ridotta di un terzo. Mancavano, esattamente come ieri, per l’impossibilità di effettuare prove sulla pista completa, i tratti più tecnici e dove solitamente la neve è dura e compatta. terreno che è piaciuto anche al francese Jahan Clarey che ha ben sfruttato un pettorale basso, il 9, particolare che oggi, per molti, è servito. La parte bassa della psta, infatti, si è smollata discesa dopo discesa e chi non aveva due bombe sotto i piedi, come Guay, ha perduto parecchi centesimi, rispetto al primo tratto dove i valori si sono appiattiti. Tra i migliori, nei primi 30 secondi di gara, è risultato Dominik Paris, più o meno sui livelli di Matthias Mayer, solo che l’austriaco ha tenuto ottime linee fino al trguardo guadagnandosi la terza posizione, l’Azzurro ha invece patito quel curvone che anticipava lo shiss finale, facendosi abattere troppo all’esterno. Anche ieri non aveva fatto bene quel passaggio, esattamente come Christof Innerhofer. L’argento in superG e il bronzo in combinata di Sochi, ha tenuto perfettamente bene all’inizio, ma quando poi la neve gli ha sussurrato "Soft… soft"… ha perduto sicurezza e soprattutto gli appoggi che per lui risultano fondamentali. Meglio di Inner, che ha concluso al 15esimo posto, Paris, nono a 85/da Guay e a 27/100 dal podio, quindi Werner Heel, decimo, che ha fornito finalmente una discesa valida, dopo aver patito forse l’aria olimpica, e Silvano Varettoni, il migliore dei nostri ieri, 13esimo oggi, un risultato da valutare con entusiasmo, perché gli conferisce molta sicurezza, lui che proprio qui si disintegrò una ganba due anni fa. Su le maniche, sofferenze digerite, ecco che cminciano ad arrivare i risultati. Quelli che invece non trova più il norvegese Aksel Lund Svindal, poco efficace sulle nevi di casa, dove probabilmente ha perduto la possibilità di vincere la Sfera diCristallo. Il sesto posto di oggi (a pari merito con Zurbriggen e dietro a Ganong e a Jamsrud) gli ha donato 40 punti, sufficienti per superare Hirscher in vetta alla classifica generale, ma con soli 27 punti di vantaggio quando mancano 1 discesa, 2 superG 1 super combinata, 2 giganti e 2 slalom. Un finale comunque appassionante, a parer nostro, a vantaggio dell’austriaco, anche in virtù dello stato di forma del norvegese, che sta finendo la birra. Fondamentle sarà domani il superG, se Svindal dovesse vincere, Hirscher avrà molta più pressione addosso, anche se ha già dimostrato in passato che più aumentano le responsabilità e più la reazione è vincente. Per la cronaca, Matteo mardaglia è cauduto fortunatamente senza conseguenze, mentre Mattia Casse ha concluso al 43esimo posto, appena peggio di Peter Fill che oggi non ha proprio imbroccato la giornata

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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