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DH WENGEN: Kueng eroe in patria

Togliere l’ Hundschopf al Lauberhorn e la Minshkante è come svuotarla della sua anima. Ma non c’erano alternative, perché il vento soffiava troppo forte. Partenza abbassata, ancor più rispetto allo stard ella supercombinata di ieri e 50 secondi in meno di gara. In una discesa di Wengen insolita ha trionfato l’elvetico Patrick Kueng, eroe in patria. Un premio alle migliaia di tifosi che, come sempre, hanno preso d’assalto la località svizzera. Una discesa splendida, giocata sulle linee e sui centesimi. Perchè l’austriaco Hannes Reichelt ha perduto la gara per soli 6 centesimi e Aksel Lund Svindal per 7. Con una discesa così corta, normale che i distacchi si siano rivelati molto ridotti. Ci sono 15 atleti in un secondo. E’ la prima volta di Kueng in discesa anche se il gusto della vittoria l’aveva assaporata nel superG di beaver Creek, mentre nella disciplina principe aveva ottenuto un secondo posto sulla Stelvio nel 2011 e un terzo a Garmisch. Per i colori azzurri non è stata una grande giornata. Peter Fill è stato il migliore con un buon settimo posto a 54/100 pur sciando divinamente bene nella prima parte. Poi in una curva a gomito che ha tradito parecchi discesisti, gli è ceduto lo sci dentro. Quello sci che al traguardo ha teneramente preso a pugni al traguardo. Peccato, perché era da podio. Non lo è mai stato, invece, Christof Innerhofer che ha sciato stupendamente bene ma ad ogni intermedio prendeva 3/4 decimi. 1"14 il suo ritardo per un 19esimo posto che lascia perplessi e intristisce se si pensa alla storica vittoria conseguita qui l’anno passato. Il fatto è che forse nemmeno lui ha capito dove ha perduto tutto quel tempo. Werner Heel è stato diligente, ma ha commesso qualche errore di troppo nei punti chiave, soprattutto sulla "esse" finale. Ha concluso al 14esimo posto a +85/100. E Paris? Non era la sua gara, non era il suo giorno, anche perché Dominik per vincere ha bisogno di avere una forma fisica perfetta. Invece il mal di schiena che gli è spuntato dopo una supercombinata Fis disputata a Pila, vinta da Fill). Un ventiduesimo posto che non dice nulla. Tra una settimana a Kitzbuehel potrà tornare competitivo. Pensando magari a un bis…
Gli altri big: molto bene Bode Miller, che con qualche numero in meno avrebbe forse limato in parte quei 35/100 che lo hanno separato dalla vittoria. Si è classificato quinto, alle spalle di Werner Franz (+24/100), mentre l’altro austriaco Matthias Mayer si è messo davanti a Fill. E’ invece uscito il canadese Erik Guay, mentre Jansrud, forse anche lui per aver sofferto troppo la luce piatta in pista, ha commesso un errore irrimediabile finendo al dodicesimo posto, davanti al francese Adrien Theaux.
Domani la parola agli slalomisti!

 


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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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