La Coppa Europa femminile non aspetta nessuno: parte subito, parte forte, parte da Zinal. Due giganti, l’1 e il 2 dicembre, per misurare ambizioni e livello, per capire chi ha passato l’autunno a costruire e chi, invece, è ancora in rodaggio. In Svizzera ci va un’Italia larga, profonda, con dieci nomi che raccontano quanto il movimento sia vivo, anche quando non lo vediamo in televisione.
Il direttore tecnico Gianluca Rulfi ha scelto un gruppo che somiglia a un mosaico:
esperienza giovane, fame vera, qualche talento che ancora non ha trovato la giornata giusta, ma sa già come far girare le lamine.
Ci saranno Giulia Valleriani, Alice Pazzaglia, Sophie Mathiou, Ambrà Pomarè, Francesca Carolli, Tatum Bieler, Laura Steinmair, Carole Agnelli, Annette Belfrond e Sara Allemand.
È la parte del movimento che non fa rumore, ma che ogni inverno tiene in piedi la piramide tecnica dell’Italia. Dietro di loro un team di tecnici che non ha bisogno di titoli: Grigoletto, Scolari, Moschini, Anselmicchio, Polverini, Papotti, Papa, Magnati. Gli artigiani del dettaglio.
Intanto, in Italia, la Val Gardena accoglie un altro pezzo della squadra: Leonardo Rigamonti, Gregorio Bernardi, Pietro Broglio, Emanuel Lamp e Pietro Zazzi, quest’ultimo presente in ottica riabilitativa. Tre giorni, dal 30 novembre al 2 dicembre, per costruire passaggi, riscoprire fiducia, respirare quell’aria fresca che anticipa le prime vere gare della stagione.
Per le discipline veloci, il responsabile Massimo Carca chiama a raccolta i cinque del gruppo WC2: un secondo fronte che lavora lontano dai riflettori, ma indispensabile per dare profondità al futuro. Con loro i tecnici Alexander Prosch, Stefano Canavese, Luca Alasonatti, Cesare Prati e Davide De Crignis, un gruppo che non si limita ad accompagnare: spinge, corregge, suggerisce, costruisce.
La stagione è appena un’idea, ma a Zinal comincia a prendere forma. È nelle giornate così — fredde, silenziose, nascoste — che il futuro dello sci azzurro trova il suo ritmo






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