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Dominik Paris, una botta di stagione a Copper, ma non sembra grave

Nell’avvicinamento alle prime gare veloci, Dominik Paris ha incrociato uno di quegli imprevisti che non fanno notizia per gravità, ma per tempismo.
Lunedì, durante un allenamento in gigante, l’azzurro della Val d’Ultimo ha impattato una porta in ingresso curva, procurandosi una distorsione alla caviglia sinistra. Niente di drammatico, ma abbastanza da metterlo momentaneamente ai box.

Martedì è stato dedicato al riposo assoluto, come prevedono i protocolli quando si tratta di articolazioni che nel gesto dello sci lavorano a compressione massima. Lo staff medico non ha riscontrato danni strutturali: gli esami — svolti immediatamente — hanno escluso interessamenti ai legamenti e complicazioni aggiuntive. Un segnale rassicurante, ma che non cambia la prudenza del momento.

L’obiettivo è semplice e chiaro: arrivare a Copper Mountain, giovedì, per il primo superG della stagione. Una gara che per Paris non è mai una “prova generale”: è l’ingresso vero nell’inverno, il punto in cui la velocità smette di essere un concetto e torna ad essere un mestiere.

Nei prossimi giorni sarà rivalutato dal team azzurro per capire se potrà essere al cancelletto o se servirà ancora qualche giorno di pazienza. Chi conosce Paris — e la sua capacità di assorbire il dolore e gestire il corpo — sa che non sarà un fastidio alla caviglia a spaventarlo. Ma sa anche che, alla sua età e con la sua storia, non si forza nulla senza un motivo davvero valido.

La stagione è lunga, il calendario pesante, la velocità non perdona mai le scelte affrettate.
Eppure, nel gesto solido e verticale di Paris, questa piccola deviazione sembra già archiviata come una nota laterale. Il cammino resta lì, davanti a lui: diritto, ripido, e con quel rumore familiare che fa vibrare le solette a 130 all’ora.

Un incidente di percorso? Sì. Un problema? No. Un promemoria, semmai: l’inverno vero non ti regala mai nulla.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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