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È Giovanni Borsotti l’arma in più in gigante

In un periodo abbastanza buio per il gigante Azzurro, è Giovanni Borsotti l’arma in più per l’Italia. Non che ne avessimo tante, ma  pare proprio che il piemontese sia tornato ai livelli di quando gli era appena spuntata la barba. Giovanni Borsotti ieri ha vinto un gigante. È capitato a Kircheberg, Austria dove Giovanni Borsotti, nove anni dopo l’ultimo successo, torna a vincere in Europa.

Si trattava di una supercombinata corsa a Meribel, ieri invece si è impadronito di uno slalom gigante in allegra compagnia con l’atleta di casa Stefan Brennsteiner. Ora si potrebbe anche pensare: Embè? Che sarà mai? Alt fermi tutti. Non scherziamo.

Il livello di Coppa Europa non è così basso. Per atleti non più di primo pelo la vittoria in Coppa Europa è un segnale importante. Se poi, una settimana prima ha concluso al secondo posto la prima manche del gigante di Adelboden puoi iniziare a dedicarti a qualche equazione.

Va letta così questa vittoria. Giovanni sembra proprio un gigantista recuperato. E questo è una manna dal cielo per l’Italia che in questa disciplina continua a piangere. Con Luca De Alpirandini che sembra spaccare il mondo ma che è bersagliato anche un po’ dalla sfortuna. Con un Manni Moelgg finito sotto i ferri di un ortopedico.

Con tanti giovani di buone speranze che si imbattono in tanti altri ragazzotti per ora più forti… Ebbene, il ritorno di Giovanni è una splendida notizia. Sono passati ben 11 anni da quando Borsotti si è presentato in Coppa del Mondo.

Aveva 19 anni e si è trovato dinnanzi a uno dei giganti più tosti del circuito, quello di Kranjska Gora. La sua gara più bella resta il gigante corso in Val d’Isère nel 2015.

Anno in cui il legamento crociato del ginocchio destro si spezzò. Non è stato l’unico infortunio patito, ma ora è giunto il momento di svoltare pagina e non guardare più a ciò che è stato. Vogliamo Giovanni Borsotti formula 2020, tutto nuovo.

Borsotti e Brennsteiner hanno staccato di sei centesimi il russo Aleksander Andrienko, mentre è quinto un arrembante Roberto Nani, bravo nel rimontare ben sei posizioni nella seconda manche.

Sorridono anche Daniele Sorio ed Alex Hofer, rispettivamente in 11esima e 12esima posizione. Giulio Zuccarini, 15esimo, ha fatto meglio di Andrea Ballerin, 28esimo a 1″79, una piazza davanti al compagno di squadra Stefano Baruffaldi.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).