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Federica Brignone, da qui all’estate, tra test, surf, atletica e scorrevolezza!

Federica Brignone, da qui all’estate, tra test, surf, atletica e scorrevolezza!
Ore 14:15, Federica Brignone ha appena terminato un bel piattone di pasta…
È tutta la mattina che mi alleno e testo materiali, cosa vuoi che mangi, un’insalatina? Na….

Com’è la situazione a Cervinia?
Bellissimo, condizioni splendide, e nemmeno in cima, perché eravamo sul Pancheron, pista 29, quella che arriva appena sopra Plain Maison, condizioni ideale per testare sci.

Sci completamente nuovi?
Un po’ e un po’, i tecnici Rossignol Hilaire Paleni (responsabile Racing Coppa del mondo Femminile) e Pascal Philippe (Responsabile test tecnici Rossignol-Dymastar) sono ben forniti! In realtà sto riutilizzando i 193 che avevo usato in qualche gara quest’inverno e alcuni modelli da uomo, sempre 193. Testo diversi modelli come accade da diversi anni, contribuendo sempre tantissimo allo sviluppo.

Il 193 con struttura da donna è un po’ figlio mio e naturalmente del mio skiman Mauro Sbardelotto. Diciamo che questo sci, anche con Worley e Vlhova già vince, per cui stiamo cercando di migliorarlo ulteriormente anche se è molto difficile, perché quando hai uno sci che va già molto bene devi proprio affidarti a piccolissimi dettagli per fare un ulteriore scatto.

Avevamo provato a realizzare qualcosa di completamente diverso ma non ha funzionato, vedi i test effettuati a Sestriere appena dopo gli Assoluti, per cui in questi tre giorni ne abbiamo approfittato per verificare se dagli sci dei ragazzi è possibile modificare qualcosa per le donne.

Dove si può migliorare ancora? Struttura, facilità di inversione, tenuta…
È proprio perché esiste questo mix che è difficile da capire. Noi abbiamo uno sci molto performante su condizioni toste. A bassa velocità un po’ meno anche perché abbiamo una piastra di metallo abbastanza pesante che è un portento. Ho provato a sciare senza con scarsi risultati. A me poi piace lo sci, diciamo tosto perché non ho problemi a metterlo in curva. Quindi stiamo lavorando per avere uno sci ugualmente performante in situazioni soft e magari anche più semplice in ingresso curva per poi rilasciare maggiormente.

Mi è capitato di sciare in allenamento un paio di volte con Sara Hector. Quello che notavo era proprio la risposta immediata dei suoi sci nelle primissime curve e nei cambi di ritmo. Questo però è un mio personalissimo pensiero, non è detto sia così per tutti o in assoluto.

Come avviene il test?
Banalmente provo vari modelli e poi compilo alcune schede specifiche. Questi feedback poi finiscono sui tavoli degli Ingegneri Rossignol assieme anche alle note e alle idee di Sbarde.

Le tue sensazioni possono essere smentite dal responso cronometrico?
Difficilmente si dissociano le due cose. Banalmente, quando scio meglio è perché lo sci me lo consente, di conseguenza i tempi sono migliori. So che ci sono atleti che in questa specie di equazione non trovano un riscontro così oggettivo. Io riesco a sentire ogni impercettibile cambiamento sia in pista che fuori. Riesco abbastanza bene a dirti com’è lo sci e come risponde.

Una bella virtù…
A volte è anche un problema o un’arma a doppio taglio, perché quando avverto che qualcosa sotto i piedi non va per il meglio, scalo immediatamente una marcia, mi blocco. Chi invece è un po’ meno sensibile da questo punto di vista scia un po’ sempre allo stesso modo, perché non si fa condizionare. Quindi se so che quel determinato modello è scientificamente più veloce ma non mi regala ottime sensazioni, non lo prendo, ma mi affido a un altro che mi trasmette maggiore sicurezza.

State lavorando anche sugli sci da superG e discesa?
No, sono perfetti così da almeno quattro, cinque anni.

Il francese Hilaire Paleni, tecnico del reparto racing Rossignol

Scarponi?
Non provo niente. Uso lo stesso da diverso tempo. Intendiamoci, è assolutamente nuovo, ma viene rifatto sulla stessa forma. Anche la scarpetta la cambio ogni due o tre mesi, ma di fatto è sempre la stessa. In genere uso un modello nuovo a Ushuaia o comunque in estate, quando le plastiche finiscono per logorarsi parecchio per le alte temperature. Poi verso fine anno lo cambio. In discesa, invece, la scarpa rende maggiormente quando lo usi di più, diventa più pastosa. In slalom mi trovo meglio con la forma nuova e quello non lo cambio in una stagione anche perché di rapid gates ne faccio davvero pochi.

Continuerai a farne pochi?
Io lo slalom lo adoro ma o mi date un anno che dura più a lungo oppure è impossibile farne di più. Dovrei cambiare completamente obiettivi, tipo non fare più discese e superG, ad esempio e mettermi a fare solo gigante e slalom. Per come vado in velocità sarebbe proprio stupido, non credi?

Anche perché si è visto che in discesa continui a divertirti…
Sì, anche se quest’anno mi sono un po’ incavolata perché ho raccolto meno di quanto fosse nelle mie possibilità. In autunno e nelle prove sciavo veramente bene, poi in gara non è arrivato quanto sperassi, errori miei e qualche colpetto di sfortuna.

Ora si tira un po’ il fiato…
Vacanza, mare, surf, si stacca la spina. Non mi sono mai fermata anche per diversi impegni professionali. Ho fatto quattro giorni di slalom tra Courmayeur e La Thuile e ora tre di gigante a Cervinia e, sembrerà un po’ assurdo, ma sono gli unici giorni, dopo al fine della coppa, che ho potuto dedicare a me stessa. Scusa, dimenticavo anche un paio di giorni di scialpinismo.

Il bello è che proprio in questi giorni in molti mi hanno fatto la stessa domanda, tipo: “ma non sei stufa di allenarti?” In realtà è proprio il contrario, non vedevo l’ora di tornare sulla neve! Intendiamoci, tutti i numerosi incontri cui ho presenziato sono stati molto belli, gratificanti per non dire emozionanti, ma è un buon segno anche quando non vedi l’ora di tornare a sciare. Significa che gli stimoli sono ancora fortissimi!

La pista 29 di Cervinia (Pancheron) dove Federica si è allenata e tastato i materiali

Destinazione?
Il 25 aprile, appena dopo il Matrimonio di Elena Curtoni, dovrei salire su un aereo per l’Indonesia, sperando che non intervengano problemi di sicurezza legati al covid.

Poi riprenderai subito gli allenamenti?
Certo che sì, immediatamente, anche se per la verità non mi sono mai fermata dalle finali di Coppa. Ginnastica tutti i giorni, corsa, tennis, pelli, fondo, sci… dopo il surf mi dedicherò subito a un programma atletico preciso con Federico Colli.

Poi cosa accadrà? Dalle voci si dovrebbe ricompattare il Gruppo Elite, ognuna di voi con un proprio allenatore…
Questa sembrerebbe essere l’idea anche se non c’è ancora l’ufficializzazione da parte della federazione che credo si esprimerà a proposito entro breve. Sul piano pratico a me non cambierà molto perché continuerò ad allenarmi con Davide. Quello che potrebbe cambiare è proprio il rapporto tra mio fratello e i quadri tecnici federali dei quali l’anno scorso non faceva parte. Se così avverrà, indubbiamente sarà tutto più semplice.

Dunque, un programma ad hoc
Certamente sì, sarà costruito sulle mie esigenze e un po’ meno sul gruppo, poi ci saranno momenti di piena condivisione e periodi cosiddetti collegiali. Se non erro ai primi di agosto sarò con tutta la squadra a Cervinia a fare velocità per 4/5 giorni. Anche a Ushuaia (da ufficializzare) saremo tutti assieme, ma non è detto che nella giornata faremo le stesse identiche cose. Magari un giorno io mi dedicherò al gigante e Marta e Sofia al superG o viceversa.

Dipende dalle tabelle della programmazione. Così come potrebbe capitare di andare da sola con Davide su un ghiacciaio due o tre giorni, naturalmente sempre in accordo con la federazione. Né più né meno come la scorsa estate. Di sicuro ormai è provato che periodi lunghi di sette/otto giorni su un ghiacciaio a me non si addicono per niente.

 Non è una questione di stanchezza, ma ho notato che il mio fisico per rendere al meglio ha bisogno di un sistema un po’ differente. Quello che “comanda” nel periodo estivo, per quel che mi riguarda, è la preparazione atletica.

 Io lavoro molto sotto questo punto di vista, magari altre un po’ meno, altre addirittura di più, ecco perché non è conveniente seguire tutte lo stesso identico programma. Tieni poi conto che io mi dedico a quattro discipline e non siamo in tante a farle. Insomma, impossibile codificare lo stesso sistema per tutte, Curtoni, Bassino, Goggia hanno il loro, io il mio. Oppure prendi Nadia e Nicol Delago: in gigante devono lavorare in maniera molto diversa dalla mia. Allo stesso modo, se in discesa lavoreranno più sul tecnico, io dovrò concentrarmi maggiormente sulla scorrevolezza.

Federica attorniata dagli uomini che hanno lavorato con lei a Cervinia in questi giorni. Da sinistra: Niccolò Sbardelotto (figlio di Mauro), Davide Vezzoni, Mauro Sbardelotto, Pascal Philippe, Davide Brignone e Hilaire Paleni

Una numero uno come te può però essere un faro impareggiabile per le sue compagne…
Penso di esserlo stata in tutti questi anni, ma poi anche se il mio allenatore è Davide non significa che stia solo per i fatti miei. Nell’autunno scorso ho passato molti giorni con le polivalenti. Oppure nella seconda parte della stagione ero spesso assieme a Marta. Comunque quello che posso dare alle mie compagne non credo sia soltanto il tempo di riferimento di una manche di allenamento. Se c’è qualcosa da vedere in me è la dedizione, l’impegno, la fatica.

 Sono una lavoratrice, entusiasta e motivata, penso sia questo il miglior esempio che possa dare e trasmettere in pista. Ti porto un altro esempio, come detto nei giorni scorsi mi sono allenata in slalom con Lorenzo Moschini dell’Esercito. È chiaro che me le dà, anche perché va davvero forte quel ragazzo, eppure sono certa di avergli trasmesso anch’io qualcosa. Ero lì che non mollavo, mordevo i pali, disposta a fare possibilmente una prova più di lui. Ecco, se posso rendermi utile agli altri, è soprattutto in questo.

A proposito, non è così semplice diventare più veloci sui piani...
Come tutte le cose si può migliorare anche nella scorrevolezza. Non sono tanto d’accordo con chi sostiene sia più semplice migliorare a girare gli sci piuttosto che diventare più veloci. Se tu non senti gli sci è difficile entrare bene in curva. Alla fine, diventare scorrevoli è allenamento anche se è più facile se c’è un adattamento naturale. L’anno scorso sono migliorata tantissimo sui tratti di piano, poi d’accordo, non sempre mi viene bene, ma è senz’altro qualcosa di migliorabile. Poi non diventerò mai scorrevole, ad esempio, come la Puchner, posso solo limitare il gap.

È una questione di posizione sugli sci?
È un insieme di cose, e nemmeno una questione di feeling, ma è un discorso un po’ più complicato di quello che sembra. Posso essere l’atleta più scorrevole del mondo ma se imposto male la curva prima del piano, hai voglia fare il tempo… Quindi è una questione tra rilascio e creare meno inclinazione con lo spigolo, senza perdere quota.

Poi c’entra anche il fisico. Non avrò mai la posizione di Ilka Stuhec. Io ho le gambe lunghe e il busto corto; copro un po’ con le ginocchia in avanti dunque ho la schiena dritta, non sarò mai fatta a palla come lei e non taglierò mai l’aria come lei! C’è anche un altro aspetto, una volta che hai trovato la posizione migliore che puoi ottenere devi anche saperla adattare a 120 all’ora, sia nei piani che in curva.

Chi è che ti passa più informazioni in discesa?
A livello tecnico mi ha sistemato senza dubbio Davide, poi tutti gli allenatori della squadra mi hanno aiutato molto sia in estate che in autunno.

Se proprio vuoi un nome, chi mi consiglia tantissimo sulle linee è Much Mair.

Se lui mi dice passa lì, io passo lì. Lui è veramente bravo! Poi è sempre positivo, non ti mette pressione e ti dice sempre le cose come stanno.

Vai avanti-indietro La Salle-Cervinia?
Questa era l’idea, ma lo conosci Egidio Sertorelli. Come ha saputo che mi sarei allenata a Cervinia mi ha strappato la borsa dalle mani e me l’ha messa in una camera del suo hotel. Quell’uomo è adorabile!

Federica con Egidio nello SportHotel Sertorelli di Cervinia

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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