Francesco Gori, classe ’97, milamese, universitario, è uno slalomista della squadra B, nato nel “Super Sci Milano“, oggi atleta dell’Esercito. Ha iniziato a sciare, come spesso capita, grazie a mamma e papà che avevano una casa a Bormio. Si è dedicato all’agonismo con molta calma, diciamo per puro divertimento o comunque senza esasperazione.
Ad accorgersi di lui è stato l’allenatore Corrado Castoldi (lo stesso che ha sempre seguito Roberto Nani) che se lo portò con lui quando l’esperto tecnico decise di aprire il suo Ski Racing Camp. E lì si è formato come atleta percorrendo l’iter tradizionale.
Racconta Maurilio Alessi, allenatore del Comitato Alpi Centrali, squadra Maschile: “Io non allenavo ancora il Comitato quando Francesco riuscì ad entrarci. Però collaboravo con Corrado e ogni tanto mi è capitato tra le mani. Ero dunque in pista a Pozza di Fassa quando Gori vinse il bronzo agli italiani Aspiranti nel 2015. Poi è riuscito a vincere il GP Italia Giovani in slalom tre anni fa, risultato che gli è valsa la convocazione in squadra C”.
Quest’anno l’ulteriore passo in avanti con l’ingresso nella squadra B. In Coppa Europa ha ottenuto buoni risultati nei quindici. “Ma risultati a parte – continua Maurilio – trovo in lui una passione fuori dal comune. Si mette sempre in gioco e ha tanta voglia di fare, con grande professionalità, pur mantenendo la giusta umiltà. Io lo seguo un po’ adesso, assieme a Zuccarini. Intendiamoci, non interferisco ovviamente con i programmi tecnici della Squadra B. Anzi sono spesso in contatto con i suoi allenatori, ma in occasioni particolari, test materiali o recuperi ci troviamo in pista e sempre in slalom.
Punti di forza? “Sicuramente la costanza nel lavoro sia in pista che atletico. Ha ben chiaro quello che deve fare. E si affida molto all’allenatore e si fa guidare. È propio una bella soddisfazione averci a che fare”.
E’ già formato tecnicamente? “A livello tecnico ha un buon bagaglio ma ha ancora molto margine di miglioramento, anche fisico. Uno dei punti dove deve lavorare di più è l’aspetto psicologico. O meglio, l’approccio alla gara. In allenamento a volte è mostruoso, è lì con i più forti. In gara invece non rende ancora al massimo delle sue possibilità. Certamente gli manca esperienza, ma deve approcciare meglio alla competizione“.