Non è ancora stagione piena, ma nei giorni in cui il Passo Croce si sveglia prima del sole si capisce subito che lo sci non aspetta gli applausi. La Marlene Cup, quella vera, quella che misura i ragazzi quando nessuno guarda, si è rimessa in moto con due slalom maschili e due femminili che hanno raccontato più di quanto dica la nuda cronaca.
Le prime tracce? Vanno a Jonas Feichter e Nora Pernstich, che hanno firmato la gara valida per la classifica generale. Due vittorie diverse, ma con lo stesso profumo: quello delle giornate asciutte, dure, in cui la linea la devi tenere davvero.
Il maschile: Feichter davanti a tutti

Feichter (Val Casies) ha chiuso in 1:31.53, lasciando quasi un secondo a Lukas Sieder.
Più dietro, ma sul podio U21, Max Clara, mentre la categoria U18 l’ha dominata David Angerer con autorità, davanti a Kostner e Rogen.
È il classico slalom di inizio stagione: neve che non regala niente, tempi “lunghi”, ritmi veri. Esattamente quello che serve per capire chi ha passato bene l’autunno.
Il femminile: Pernstich su tutte
Tra le U21, Pernstich ha messo il marchio della giornata: 1:39.92 e un margine pieno su Trafoier e Hofer.
Nelle U18, vittoria di Sophie Schweigl: precisa, pulita, quella sciata che non si nota e proprio per questo fa male alle avversarie. Sottara e Wenter Heiss completano il podio.

Il giorno dopo cambia tutto (come sempre negli slalom)
Lunedì ci ha pensato il belga Ioannis Bouas a sparigliare, vincendo in 1:36.86.
Miglior altoatesino Alex Silbernagl, quinto, a riprova che sotto la superficie di un risultato “normale” si nasconde una gara solida su fondo complicato.
Tra le ragazze la vittoria è andata a Hanna Bachmann, Termeno, capace di tenere in mano una seconda manche nervosa. La Pernstich è ancora lì, a 15 centesimi: segnale piccolo ma chiarissimo di una stagione che, per lei, non vuole aspettare.
Perché vale?
Perché la Marlene Cup non è una gara: è un termometro. Dice chi è pronto, chi deve ancora trovare ritmo, chi invece ha già un passo da prendere sul serio. Le classifiche raccontano numeri. Il Passo Croce, in queste due giornate, ha raccontato storie. E per chi le sa leggere, sono molto più interessanti.






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