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Franzoni, il sogno diventa podio: “Qui è follia, ma ora so di potercela fare”

Non riesce a contenere l’emozione Giovanni Franzoni nel giorno del primo podio della carriera. Il ventiquattrenne gardesano è terzo nel SuperG di Val Gardena, un risultato inseguito a lungo e arrivato forse nel giorno meno atteso, su una pista che non concede nulla e che chiede sempre qualcosa in più.

«Mi sembra un sogno. Non so ancora se crederci», racconta a caldo. «Fare una gara del genere qui è autentica follia. Credevo di essere stato fortunato ieri, oggi invece ho avuto una grande conferma: sto migliorando anche sul facile, la consapevolezza sta crescendo e sono più libero di testa».
Poi la frase che racconta tutto l’approccio: «Mi sono detto: o parti per sciare forte, oppure davanti non arrivi. Non mi aspettavo di arrivare così avanti, ma è la conferma che posso dire la mia anche su questi pendii».

La dedica arriva subito, istintiva. Le dita verso il cielo, a ricordare Matteo Franzoso.
«Sento che ieri e oggi qualcuno da lassù mi ha guardato. Questa dedica non può che essere per Matteo: abbiamo passato momenti tosti, ma il lavoro paga. Da quando se n’è andato so che farà tutte le gare insieme a me. Ci tenevo a dedicargli un podio, perché meritava solo qualcosa di davvero grande».

Mentre aspetta che tutti gli avversari completino la gara, al parterre arrivano anche i complimenti di Alberto Tomba. Un momento che Franzoni fatica a descrivere:
«Sono sempre stato un ragazzo insicuro. Ricevere oggi i complimenti di Alberto è una cosa pazzesca. Gli ultimi tre anni sono stati complicati, anche per l’infortunio, e ho dovuto crederci. E lo dico a tutti: credetevi, crediamoci».
Poi i ringraziamenti: «Non posso che ringraziare tutto lo staff e i miei compagni, il mio skiman che mi segue da sette anni, il mio preparatore, la mia famiglia. È un miracolo».

Sfiora l’impresa anche Christof Innerhofer, sesto al traguardo con una gara di grande esperienza: «Ho sciato bene, sapevo che linee tenere. Mi sono detto di non aver paura di sbagliare: ho stretto le linee, ho sciato attivo. Non ho potuto completare al meglio la ricognizione e dopo il Ciaslat ho dovuto improvvisare un po’. Franzoni si merita questo piazzamento: è una persona molto intelligente, nonostante la poca esperienza. Mi piace sempre confrontarmi con lui».

Appena fuori dalla top ten Mattia Casse, che guarda comunque avanti con fiducia: «Posso rammaricarmi forse per un decimo di troppo. Ma ho messo in campo una bella prova, la velocità sta tornando e a tratti ho sciato al livello dei primi. Lascio qualcosa nei tratti dove c’era da osare, ma sto crescendo. Ci sono ancora tante gare, a cominciare dalla discesa sul tracciato completo di domani, con una bella neve. Stiamo sciando tutti bene, finalmente quasi tutti senza acciacchi, e i risultati si vedono».

Per Franzoni, intanto, la Gardena ha già lasciato un segno profondo. Non solo un podio, ma una consapevolezza nuova: qui, dove è facile perdersi, lui ha trovato la sua linea.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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