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Giochi 2018-Biathlon: i nostri magnifici 4 sono di bronzo!

Santo cielo quanta tensione! La staffetta mista finisce con la medaglia di bronzo al collo degli Azzurri perché Dominik Windisch taglia il  traguardo prima del tedesco Peiffer. Ma la giuria ferma tutto. La Germania sporge reclamo ufficiale per un cambio di corsia sul rusch finale di Dominik, atto che commette anche lo stesso tedesco. Passano venti minuti di passione. Poi E’ ufficile, l’Italia conquista l’ottava medaglia!
Veniamo alla gara: Dominik Windisch taglia ancora una volta il traguardo di una gara di Biathlon con le braccia alzate. E’ toccato a lui, infatti, chiudere la staffetta mista Azzurra, composta da Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer e Lukas Hofer. Onori alla Francia della leggenda Martin Fourcade (terzo oro coreano) e all’argento alla Norvegia, ma poi al terzo posto ci siamo noi! Vale la pena ricordare come si è configurato questo ennesimo successo del Biathlon Azzurro.
Era iniziata alla grande la gara degli Azzurri con Lisa Vittozzi a uscire in testa dal primo poligono con un 5 su 5 ottenuto tra l’altro con grande velocità. Primo giro superato con una ventina di metri sulle inseguitrici che non hanno saputo tappare il buco fino al secondo poligono. Tra le nazioni deputate alla medaglia è in ritardo solo la Norvegia, attardata da un doppio errore al primo tiro. Ma non c’è giro di penalità per ogni errore, ma la ricarica manuale del colpo, a meno che si utilizzano tutti e tre i colpi di riserva.
Lisa continua la sua fantastica frazione con un netto anche al secondo poligono e il vantaggio di 5 secondi ora è su Germania, Francia e Stati Uniti. Testimone a Dorothea Wierer e il distacco che aumenta col fondo ai 4,9 km: 7,2 su Germania, 10,6 su Francia, 23 su Stati Uniti. La norvegese Marte Olsbu recupera un po’ ma il gap è di 35 secondi, mentre la Russia paga 40. La germanica Vanessa Hinz comprende sia il pericolo che l’Azzurra fugga via sia l’opportunità di lasciare indietro la Norvegia e con Vanessa Hinz va a prendere Lisa che sta controllando con grande classe. E’ una gara fantastica quella delle Azzurre ora minata dal ritorno imperioso della tedesca Dalhmeier. Norvegia e Francia arrivano assieme al terzo poligono. Un poligono a terra sontuoso quella di Wierer che fa netto mentre Bescond commette un errore. Inizia il quarto giro della gara. Wierer e Dalmeheir vanno via assieme. Al terzo posto, a 12 secondi la Francia che però recupera pian piano riportandosi sotto. Sono di nuovo in tre al quarto tiro dove Wierer si impianta proprio all’ultimo tiro. Tocca agli uomini: Erik Lesser per la Germania Simon Desthieux per la Francia, Johannes Boe per la Norvegia: le tre super potenze del biathlon. Ma l’Italia ci prova lo stesso con Lukas Hofer che rimane assieme a Norvegia e Francia, mentre Lesser viaggia da solo a 35 secondi. Ce la giochiamo. Rimane tutto così anche con l’ultimo cambio: il tedesco Arnd Peiffer, già oro, mantiene il vantaggio, mentre Dominik Windisch si trova con Martin Fourcade e il norvegese Hegle Svendsen, tutti e tre insieme per cercare di rinvenire sul tedesco. Si arriva al penultimo poligono. Peiffer commette due errori, Fourcade invece non sbaglia, mentre sia Windisch che Svendsen commettono un errore al tiro. Si formano due coppie: Fourcade-Peiffer e Svendsen-Windisch. Il fuoriclasse francese non vuole correre rischi e mette luce tra sé e il tedesco. Tutto è ancora in gioco, decide l’ultimo poligono, in piedi. Fourcade non sbaglia e fugge verso l’oro, il norvegese commette un solo errore, Peiffer combina un disastro e fa fuori tutte le ricariche e deve farsi un giro di penalità. Purtroppo anche Dominik sbaglia nel momento peggiore. Riprende la corsa e si trova assieme al tedesco che esce dall’anello della penalità. Oro e argento sono decisi, il bronzo è storia solo tra loro due. Dominik si sente bene e tira rispetto a Peiffer che si incolla alle sue code. Arrivano sul rettilineo: l’Azzurro ha mezzo metro di vantaggio, ma poi trova la forza non si sa dove per imprimere un ritmo più indiavolato e a 30 metri dal traguardo Peiffer è dietro e non può più prendere l’Azzurro. Windisch supera il traguardo con le braccia al cielo e attende l’abbraccio di Vittozzi, Wierer e Hofer: sono la medaglia di bronzo olimpica della staffetta mista. Poi l’accennata attesa per il reclamo tedesco che però viene rigettato quando ormai al centro del nuotargli n di Alpe sia non è rimasto più nessuno.

 

 

 

 

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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