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Giulia Benedetti, una vera rivelazione

Nata a Rovereto il 24 gennaio 1994. Residente a Malcesine, il paese della provincia di Verona affacciato sull’acqua (il Lago di Garda) ma con lo sguardo verso l’alto (il Monte Baldo). Tra l’acqua («Pratico anche windsurf e so andare a vela, ho fatto alcune regate su un catamarano. Lo sci nautico? Ho provato il Wakeboard ma una volta mi sono squarciata una gamba risalendo la scaletta del motoscafo…») e la neve, non ha dubbi: «Tutto il resto serve per distrarmi e tenermi in allenamento. Ma prima di tutto viene lo sci. Perché? Perché è uno sport bastardo. È difficile, ti provoca, ti insulta, non ti regala mai niente, ti costringe a migliorarti sempre. È una sfida continua con se stessi prima ancora che con i tuoi avversari. È lo sport che fa per me. Io non sono una crapona ottusa, ma tosta e determinata sì». Ecco a voi Giulia Benedetti, la «rivelazione» delle prime Fis Giovani della stagione, quella che ha vinto tre dei quattro slalom corsi a passo Monte Croce, quella che, sempre nelle prime gare tra le porte strette, è stata prima in 8 manche su dieci. Una che non fa troppi versi («Evidentemente in slalom sono a posto, ma sinceramente non mi aspettavo di andare così bene subito e in gigante, invece, devo ancora migliorare tanto»), una che studia senza problemi all’Isituto Geometri di Riva del Garda «con la media del 7 abbondante» ma dice che quest’anno «l’obiettivo è conquistarmi la Nazionale», una che non si era mai vista ai vertici «ma, insomma, da Baby in poi, tra Gran Premio Giovanissimi, Pinocchio eccetera ero lì tra le prime dieci e nel 2° anno Allievi, mi pare, sono stata terza in slalom alla selezione nazionale del Topolino». Briciole? Già: abituati come siamo ai cosiddetti fenomeni precoci che vincono tutto da quando cascano dalla culla, dimentichiamo che si può crescere e maturare con tempi e modi diversi. E forse è anche meglio. Non ci sono regole certe, ma Giulia può essere un esempio da valutare. «Da un paio d’anni mi sono irrobustita fisicamente e questo certamente mi ha aiutata», dice …dall’alto del suo metro e settanta per 67 kg. «E poi – aggiunge – è forse vero come dice il mio papà che non ho esagerato prima, sono cresciuta senza esasperazioni e senza ansie da prestazione». Il suo papà è il signor Paolo Benedetti, 51 anni, geometra libero professionista, sposato con la signora Mara, 49 anni, commerciante, appassionato di sci da sempre, padre della «rivelazione» di cui parliamo in questo pezzullo e della sua sorella maggiore Marta, 22 anni, un’attività agonistica interrotta da una rottura del legamento crociato («Mi auguro di non avere la sfortuna che ha fermato mia sorella», dice Giulia), maestra di sci e prossima alla laurea triennale in ingegneria. Con la funivia costruita nel 1962 e rinnovata nel 2002, gli abitanti di Malcesine ci mettono pochi minuti a decollare verso la neve di Monte Baldo. Il signor Paolo ha fatto «soltanto qualche garetta tra gli amici del club» ma lo sci gli è sempre piaciuto molto. Mette sugli sci le sue due ragazze e si dà da fare per mandare avanti lo Sci Club Monte Baldo «che adesso in pratica ha una sola squadra con una sola atleta: Giulia…». Marta, purtroppo, deve fermarsi. Giulia promette, si vede che ha stoffa e carattere; si vede che vince tanto a livello regionale e che il potenziale c’è anche se a livello nazionale ancora non svetta al vertice. La segue da sempre l’allenatore Stefano Lucchi, un eccellente tecnico, un amico, un fratello maggiore e adesso è seguita nella squadra del Comitato da Lorenzo Cemin («…ma con Stefano ci vediamo e ci sentiamo ancora anche se c’è meno tempo di prima») dentro il progetto «Trentino Azzurro» pilotato da Matteo Guadagnini. Secondo il signor Paolo: "Devo dire che l’organizzazione trovata nel Comitato Trentino, la professionalità di Guadagnini e degli altri tecnici del Comitato hanno contribuito alla sua maturazione. Voglio anche ringraziare Thomas Tuti e la Head per il grande supporto che ci hanno dato e vorrei anche dire che non tutte le Scuole pubbliche fanno la guerra ai ragazzi che sciano: l’Istituto dove studia Giulia ha dimostrato una grande comprensione che d’altra parte lei onora con il massimo impegno». E tu Giulia hai qualcosa da aggiungere? «Due o tre cose: Lindsey Vonn è grandissima, non si discute, ma quando si fa fotografare in posa la ritoccano anche un po’ troppo, no? Io ho due modelli da seguire, o meglio da non seguire, perché trovo che siano due modelli negativi, un uomo e una donna. Ma i nomi non li dico. Ultima cosa: che foto mi hai messo su Sciare? Almeno sono carina?». Sì, sei più giovane di un paio d’anni, hai appena finito una gara ai Campionati Italiani Allievi di Corno alle Scale del 2009 dove ti sarai piazzata, come al solito, lì tra i primi posti della seconda fila. Però hai uno sguardo speciale, non fissi l’obbiettivo ma guardi lontano!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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