Giuliano Razzoli entra nella storia dello sci mondiale con l’impresa compiuta a Whistler Creekside in una stagione che non dimenticherà facilmente. Il venticinquenne reggiano stenta a credere all’impresa realizzata ma la sicurezza con cui ha conquistato l’oro ha lasciato tutti stupefatti tranne lui. "Avevo scritto un biglietto prima di partire per il Canada in cui avevo scritto che mi sarei classificato al primo posto e così è stato – racconta il nuovo campione olimpico -. Ho disputato una gara eccezionale con una grande prima manche, mentre nella seconda ho sciato con sicurezza, avevo persino un po’ di margine. Avrò bisogno di qualche giorno per capire cosa ho combinato, ringrazio tutti per avere creduto in me: dai tecnici alla federazione ai tanti tifosi che sono venuti fino a Whistler per sostenermi. Non avrei mai pensato di vincere in questa maniera, in definitiva sono solo un paio di staigoni che frequento il circuito di Coppa del mondo con stabilità. Ci siamo presentati a questa gara con la certeza di avere fatto tutto quello che dovevamo e il campo l’ha dimostrato. Sono riuscito a battere gente fortissima, sono orgoglioso di essere stato il primo sciatore italiano a succedere ad Alberto Tomba sul trono dell slalom".
GIULIANO PORTABIANDIERA ALLA CERIMONIA DI CHIUSURA
E’ stato Giuliano Razzoli a portare la bandiera italiana nella cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali allo stadio Bc Place a Vancouver. Lo ha voluto il Presidente del Coni Giovanni Petrucci e il capo missione della squadra italiana Raffaele Pagnozzi. Il vincitore della medaglia d’oro nello slalom ha sfilato con la bandiera, consegnata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nella cerimonia d’apertura era stata affidata a Giorgio Di Centa.
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