Lasciato alle spalle il trittico di Val Gardena e archiviato il Natale, la Coppa del Mondo di velocità cambia scenario e ritmo. A Livigno va in scena una prima assoluta che vale doppio: debutta la pista Li Zeta e si assegna il quarto superG stagionale, in una località che prende temporaneamente il posto di Bormio, con la Stelvio già proiettata verso l’appuntamento olimpico di febbraio.
Il colpo d’occhio è quello dell’alta quota: partenza a 2375 metri, 530 di dislivello, tracciato che non cerca l’effetto speciale ma pretende precisione. Una gara che si annuncia compatta, da leggere e interpretare più che da subire. Lo start è fissato alle 11:30, con Marco Odermatt al via in pettorale rosso, leader della specialità a punteggio pieno. L’Italia si presenta con nove atleti: Marco Abbruzzese, Benjamin Alliod, Guglielmo Bosca, Mattia Casse, Giovanni Franzoni, Christof Innerhofer, Dominik Paris, Max Perathoner e Florian Schieder.
La giornata di oggi è servita per prendere confidenza con una pista nuova per tutti. Sensazioni, dettagli, primi giudizi. Giovanni Franzoni, che proprio in superG in Val Gardena ha trovato il primo podio in carriera, è diretto: «È una pista che mi piace. La neve è bella da sciare, forse un filo aggressiva, un po’ come in Nord America viste le temperature. Il salto è corto, la difficoltà tecnica non è altissima e mi aspetto distacchi ridotti. Può uscire un superG davvero divertente».
Anche Mattia Casse parla di una gara da attaccare, senza troppi calcoli: «È una pista tecnica, dove saremo tutti vicini. Il sole illuminerà il tracciato già dal mattino, molto dipenderà dalla tracciatura. Sarà una gara sprint, non ci sarà tempo per guardarsi intorno. Mi aspettavo un fondo un po’ più duro, forse la nevicata dei giorni scorsi ha inciso: la tendenza è di non bagnare, vedremo come risponderà la pista dopo la lisciatura».
Dominik Paris guarda alla sostanza, come sempre: «Può essere una bella gara. La neve è aggressiva e bisognerà stare attenti a non incidere troppo con le lamine. Credo che chi è più abituato al gigante possa trovarsi avvantaggiato su questo tipo di pista. Io sono abbastanza tranquillo, mi diverto a sciare. La speranza è che anche noi italiani possiamo dire la nostra: ordine e pochi errori».
Livigno apre così un capitolo nuovo, senza passato a cui aggrapparsi. Tutto è da scrivere, curva dopo curva. In un superG che non promette distacchi larghi, ma chiede lucidità, sensibilità e continuità. Chi saprà mettere insieme questi elementi, domani, potrebbe trovare qualcosa in più di un semplice risultato.






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