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GS Adelboden: Hirscher, ma quando mai…

O si inventano qualcosa di sovrumano oppure non c’è niente da fare, Marcel Hirscher non si batte. La sua seconda manche finisce tra le sue migliori di sempre, anche se ci rendiamo conto che questo pensiero lo abbiamo in quasi tutte le gare. Ma come si fa a non dirlo. Nella seconda parte, dove bene o male tutti hanno accusato un po’ di fatica, lui ha disegnato un capolavoro assoluto. Per l’amor del cielo, a Saalbach ha vinto Kranjek ma i doni divini sono assai rari. Sulla pista più difficile del mondo, per il gigante, ci vogliono armi diverse. Come quelle messe in campo da Thomas Fanara, che come in Badia, ha trovato le condizioni migliori per poter esprimere il suo tasso tecnico superlativo. Va bene, sarà salito sul podio anche alla complicità di Stefan Luitz, la cui seconda manche dura poche porte, con la conseguenza di un dolore alla spalla molto sospetto (ha reagito come una frattura o una lussazione), ma ragazzi, il terzo posto è tutto meritato, anche perché si è lasciato dietro non l’ultimo degli apripista ma il suo numero uno, ovvero Alexis Pinturault. D’altra parte Alexis ha commesso un erroraccio incredibile cui ha posto rimedio in maniera ancora più straordionaria., finendo quarto. Piazza d’onore invece per Henrik Kristofersen,  ma deve esserne fiero e felice, perché non ha nelle corde la potenza di Hirscher. Invece al traguardo ha avuto un accenno di brontolamento. Incontentabile! E’ stato comuqnue bravissimo,solo un poco meno fenomeno di quello là!
Zan Kranjec
: si è riscattato lo sloveno che nella prima non aveva sciato come a Saalbach dove aveva trionfsto. Ebbene, la sua seconda gli ha consentito di recuperare importanti posizioni. D’altra parte appartiene a quel gruppetto ristretto di gigantisti capaci di fare la differenza in qualsiasi occasione. Non ha fatto il miglior tempo, ma c’è andato vicino.

Marco Schwarz: è lui il personaggio numero uno di questa seconda manche. Una vera sorpresa per molti, ma non per noi che da tempo andiamo dicendo che è il talento più grande che abbia il Wunderteam austriaco dopo Hirscher. Esploso due anni fa ha avuto una lieve flessione l’anno scorso, ma quest’anno ha già fatto vedere che ormai c’è e che ci sarà! Ne eravamo certo in slalom, ma in gigante ritenevamo avesse comunque bisogno di più tempo. Dopo tutto aveva l pettorale 67 e far segnare il secondo miglior tempo su una pista del genere (settimo al traguardo) o sei un fenomeno o non lo fai!
Marco Odermatt, è lui il secondo personaggio di questa seconda manche. Sedicesimo dopo la prova d’apertura, si è buttato già come un semidio nella run conclusiva con un’azione fantastica. Controllo dello sci, della linea. Il fiuto tipico di chi è nato per vincere. L’appuntamento con il podio è rimandato perché deve ancora recuperare pettorali migliori (qui aveva il 27) ma poi saranno dolori per tutti.
Seconda di orgoglio per Luca De Aliprandini (13esimo) che ha saputo sciare in amneira completamente diversa rispetto alla prima. Perché ci si domanda. Sono i misteri del pensiero, della mente, della psiche. Gli è finito dietro Simon Maurberger (15esimo) ma qui la situazione è completamente diversa: un giovane che si sta affacciando da poco nel grande sci e che si fa vedere, dopo aver trovato una forma notevole in Coppa Europa, sulla pista più difficile del mondo in gigante. Un sedicesimo posto direbbe poco a molti atleti, a lui invece suggerisce che la strada per entrare nel gruppetto dell’eccellenza è stata trovata. Hanno entrambi recuperato 7 posizioni, ma è meglio non guardare il distacco totale dal vincitore!
Notevole la seconda manche dell’austriaco Stefan Brennsteiner che ha recuperato diverse posizioni. Ma si sa, Stefan è potenzialmente tra i più forti gigantisti austriaci ma ci mette quasi sempre un errore grave in una elle due manche. Perché rischia come un pazzo e quando gli va bene il risultato c’è! Buona ancher la seconda prova di Ted Ligety che ha avuto il miglior colpo di orgnoglio della stagione. Ma i bei tempi sono finiti

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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