La prima manche ci aveva illusi, poi il tracciatore austriaco Buergler, ha posizionato le porte con meno angoli e più velocità e le azzurre sono franate. Tutte tranne Manuela Moelgg, quarta dietro a un tris di grande spessore: Tessa Worley, Tina Maze ed Maria Hoefl-RIesch. 24 centesimi l’hanno separata dal podio, ma possiamo fare tesoro per un risultato cui in pochi facevano ancora conto. La francese Worley aveva dissipato quasi tutto il suo vantaggio su Tina Maze, poi sul muro finale ripidissimo, il suo pane, ha sfruttato un piede che oggi in gigante ha simile solo Viktoria Rebensburg e ha messo 16 centesimi tra lei e la slovena, comuqnue bravissima. E’ stata premiata la forza d’animo di Maria Hoefl- Riesch che ha ben gradito una velocità elevata tra el porte larghe, condizione che le ha permesso di stare davanti a Manuela. E’ stata davvero bava Anna Fenninger che ha avuto il coraggio di tagliare disegnando linee efficaci con un’elevata velocità. Su una neve così aggressiva è stata leggera altrimenti ti prendeva lo spigolo e non te lo restituiva più. Col miglior tempo di manche ha recuperato dalla 17tesima posizione alla sesta, alle spalle di Elisabeth Goergl
Le altre Azzurre (in ordine di discesa)
Peccato Giulia Gianesini, undicesima nella prima, ma poi retrocessa in 15esima, per non essere mai riusita a trovare l’impeto che invece l’aveva accompagnata fino al traguardo nella manche d’apertura. Ha invece recuperato terreno Irene Curtoni dodicesima al traguardo con una manche superba. Se ne facesse bene due… Nella prima prova non si era per nulla adattata a un pendio molto vario. Quel terreno che invece Denise Karbon avrebbe dovuto domare nella seconda manche, invece si è perduta proprio in vista del traguardo, uscendo dal percrso. Le manca forse un po’ di fiato e quando la velocità aumenta non riece più a gestire l’azione. La delusione azzurra è proseguita poi con Sabrina Fanchini che si è inclinata troppo sul muro finale, dove comunque era arrivata con già mezzo secondo di ritado sulla Fenninger. E’ rimasta dentro invece Federica Brignone, ma anche nella seconda manche non ci ha capito nulla. Non ha commesso errori se non un ritardo di linea sul muro finale, ma non ha saputo intepretare un gigante che come maggiore difficoltà aveva proprio quello di azzeccare le linee giuste. Ha concluso al tredicesimo posto e conoscendola stavolta non si sarà divertita.
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