Il gigante di Mont-Tremblant si decide nella seconda manche. Non ieri, quando Alice Robinson era prima e prima è rimasta, ma oggi, quando la pista ha chiesto una lettura diversa, più fine, più intelligente, meno brutale. È in questo spazio che Julia Scheib ha infilato la giornata migliore della sua carriera recente e ha vinto in 2’13”00, firmando una seconda manche che ha premiato continuità, pulizia e gestione dei punti chiave.
Scheib non è mai apparsa estrema, né ha cercato di esserlo. Ha costruito la rimonta un settore alla volta, sfruttando una tracciatura che le ha permesso di stare sempre “sopra” la neve, senza mai andare in difesa. Ha evitato gli errori che hanno frenato le avversarie sul dosso centrale e, soprattutto, si è presentata sull’ultimo cambio di pendenza con quel margine che non ha più lasciato andare. È il suo giorno: ieri il podio, oggi la vittoria.
Sara Hector, seconda a +0”57, conferma di essere entrata nella fase di crescita che serviva. La sua seconda manche è un piccolo manuale: entra come deve, ripulisce il muro, non si perde nelle contropendenze e firma i due migliori parziali finali. Non basta per agganciare Scheib, ma basta per mettersi davanti a Robinson e per rimettere la Svezia in una zona che le appartiene.
Alice Robinson, terza a +0”78, paga lo stesso punto che aveva costruito la vittoria ieri. Quel passaggio tra il dosso centrale e il piano inclinato verso sinistra, tecnico e infido, oggi è stato il luogo della sua sconfitta: troppo spazio, un paio di appoggi incerti, qualche metro perso che non ha più recuperato. Il resto della manche è stato forte, ma non abbastanza per salvare la leadership.
Appena fuori dal podio, a pari tempo in +1”17, Camille Rast e Mikaela Shiffrin sigillano due gare di sostanza più che di brillantezza. Rast interpreta bene i transiti a media pendenza, Shiffrin li addomestica con ordine, senza mai prendere rischi eccessivi. Nessuna delle due aveva una manche da podio nelle gambe, ma entrambe portano a casa il massimo possibile.
Le italiane: Della Mea in doppia top ten, Goggia c’è, Zenere perde ritmo
La miglior azzurra è ancora Lara Della Mea, nona a +2”09, e il dato vale molto più del numero. Lara conferma la solidità di ieri, la capacità di gestire la pressione, la lucidità nel correggere subito lo stesso errore commesso nella prima manche. La seconda metà di gara è sua: recupera ritmo, non si fa scomporre dal tratto decisivo e torna in una top ten che inizia a non essere più una sorpresa. Era 21esima a metò gara!

Sofia Goggia chiude undicesima a +2”11, con la stessa cifra mentale di ieri: determinata, ordinata, senza strafare. Non esplode, ma nemmeno cede. Nei passaggi più diretti è ancora una delle più efficaci; nei tratti tecnici paga qualche attimo di indecisione. È un gigante costruito, non istintivo, ma è una sciata che sta tenendo e che oggi vale una posizione solida.
Giornata più difficile per Asja Zenere, tredicesima a +2”32. Il primo settore è veloce, poi la sciata si indurisce, gli appoggi diventano più rigidi e sul muro perde il filo che ieri l’aveva portata vicinissima al podio. Non è un crollo, è una gara che conferma quanto a Mont-Tremblant la precisione sia più importante della velocità. Certo p che il quarto posto della prima manche faceva sperare a un risultato migliore.

Lara Colturi, per l’Albania, è quindicesima. Gestisce, sopravvive, porta a casa un risultato utile senza mai trovare il ritmo pieno. La sua manche resta ordinata, non brillante.
Ilaria Ghisalberti scivola al ventisettesimo posto. Il secondo settore, tra i peggiori di giornata, la taglia fuori presto; il resto è un esercizio di tenuta e poco più.
La chiave tecnica della gara
La differenza, di nuovo, si è creata nello stesso punto: il dosso centrale e la successiva contropendenza verso sinistra. È lì che oggi si è decisa la classifica. Chi ha mantenuto i piedi sotto il corpo, uscendo dal segno senza aggiungere metri, ha guadagnato; chi ha indugiato o anticipato troppo, ha perso la gara. Scheib, Hector e Rast hanno costruito tutto da lì. Robinson, Zenere e Dürer lo hanno pagato in modo evidente. La pista non ha tradito nessuno: ha chiesto precisione, e oggi precisione valeva decimi.
Il quadro finale
Scheib trova una vittoria che pesa più del numero. Hector torna a essere una presenza stabile nei piani alti. Robinson esce con un podio ma anche con un rammarico limpido. L’Italia esce con un messaggio chiaro: Della Mea sta crescendo, Goggia tiene, Zenere resta comunque tra le migliori interpreti dell’avvio di stagione, anche con una manche a due velocità. Mont-Tremblant ha confermato la sua regola: non vince chi spinge di più, ma chi sbaglia di meno. Oggi, ha sbagliato meno Julia Scheib.






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