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GS Val d’Isère, Vinatzer da top (6°). Comanda Brennesteiner

cima che vede Stefan Brennsteiner davanti a tutti in 1’01”15, con Henrik Kristoffersen secondo a +0”28 e Timon Haugan terzo a +0”33.

Il gardenese firma una manche di grande precisione tecnica, soprattutto nella parte alta: è il più pulito nella stradina iniziale, passa vicino ai pali come nessun altro e gestisce con maturità i gradini che stanno già segnando il pendio. Paga qualcosa nel secondo settore, dove Brennsteiner costruisce gran parte del suo vantaggio, ma resta pienamente dentro la gara su una Bellevarde che non concede pause né respiro.

A fine manche Vinatzer lo conferma con lucidità: “È la mia miglior prima manche stagionale in gigante, costruita sulla sicurezza più che sull’istinto. All’inizio ho voluto sciare molto pulito, forse anche troppo – spiega – perché la neve era davvero bella. Sotto, quando si vedeva meno, ho alzato il ritmo. Nella seconda, che sarà tutta in ombra, servirà stringere i denti e mettere qualcosa in più». Il distacco dal podio è di 40 centesimi, un margine che lascia spazio all’attacco.

Davanti, l’austriaco interpreta la pista meglio di tutti. Un errore nel tratto alto non lo scompone: Brennsteiner resta paziente, fluido, usa anche le code per generare accelerazione e trova velocità proprio dove la visibilità cala e il terreno si muove. Nel settore centrale è il più efficace, nel finale indirizza gli sci verso valle quando altri iniziano a difendersi. È una manche di fiducia e continuità, non di perfezione.

«Dalle prime porte mi sono sentito subito in fiducia e in controllo», racconta l’austriaco. Una sensazione che gli ha permesso di attaccare al massimo, pur sapendo che la pista non concede continuità. La seconda manche sarà un’altra storia, con tanti avversari ancora in corsa, ma il segnale è chiaro: Brennsteiner, pettorale rosso di leader è dentro la stagione da protagonista.

Kristoffersen conferma i segnali di crescita: attacco curva deciso, conduzione cercata il più a lungo possibile, correzioni concentrate soprattutto in uscita. Nel finale non è impeccabile, ma resta agganciato al vertice su una pista che storicamente non gli ha mai regalato podi in gigante. Haugan, invece, costruisce il suo terzo posto con una miscela diversa: più fisico che pulizia, più forza che economia. Finisce spesso sulle code, soprattutto nel finale, ma contiene il distacco con carattere.

Appena fuori dal podio provvisorio c’è Marco Odermatt, quarto a +0”46. Lo svizzero non è perfetto, anzi: viene sorpreso nella parte alta e accetta qualche rischio in meno del solito. Ma scia la pista più che il tracciato, legge i cambi di pendenza prima delle porte e, soprattutto, consuma meno energia degli altri. Quando la Bellevarde inizia a chiedere conto, lui è ancora lì.

Quinto Loïc Meillard a +0”57, in crescita dopo un avvio di stagione complicato. Sciata ancora un po’ contratta, qualche salto di troppo in ingresso curva, ma un finale più convincente che lo tiene nel gruppo di testa.

Subito dietro Vinatzer, settimo Thomas Tumler e ottavo Lucas Pinheiro Braathen, entrambi a ridosso del secondo. Il brasiliano alterna passaggi molto veloci a momenti più forzati, soprattutto nelle curve verso destra con pendenza a favore, dove la pista tende a respingere. Poi l’intramontabile Alexis Pinturault. che ha superato alcuni settori da grannde interprete

Più staccato Luca De Aliprandini, 12esimo a +1”35, ma autore di una prova di carattere in una giornata personalmente durissima. Sci lunghi, scelta coerente con il pendio, gestione intelligente delle energie nel finale per limitare i danni. Non è la sua manche più brillante, ma è una discesa che pesa più per ciò che racconta che per il cronometro.

La classifica dice molto: sei atleti in 80 centesimi, distacchi ancora contenuti, una pista che cambierà nella seconda manche con l’ombra che scende e condizioni visive diverse. Qui non vince chi cerca la perfezione.
Qui vince chi resta lucido quando la Bellevarde comincia a chiedere qualcosa in più.

Pippo Della Vite firma una discreta manche e taglia.il traguardo col 24esimo tempo. Nient qualifica, invece, per Kastlunger e Talacci.

In aggiornamento

La classifica. della prima manche

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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