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Guido Malzanni, dal dramma al sorriso

 Il 18enne lecchese Guido Malzanni, giovane sciatore lanciato verso una buona carriera, sta recuperando a tempo di record dopo il terribile incidente patito a Livigno, quando un paio di settimane fa è caduto dalla bici sullo sterrato. La lesione alla quinta vertebra ha rischiato di tenerlo per sempre su una sedia a rotelle, ma, con tutte le cautele del caso, per ora la fase di recupero sta andando bene e quanto meno pare scongiurato il rischio della paralisi (inizialmente lo era dalle spalle in giù!). Guido è in forze al Circolo Sciatori Madesimo e fa parte del Comitato Alpi Centrali. E’ allenato da Davide Pedroncelli, coach della categoria Giovani: “Non mi interessa tanto il recupero di Guido come atleta, quanto come ragazzo ha detto il tecnico chiavennasco. Ce la sta mettendo tutta per ritornare sugli sci ed è proprio questo lo stimolo che lo pervade. In realtà siamo nella fase in cui bisogna sperare che recuperi ogni sua funzione. Poi si potrà pensare all’aspetto agonistico. Certo che ha una forza d’animo che dovrebbe fungere da esempio per tutti. Quando assieme ai compagni di club siamo andati all’Ospedale di Sondalo per salutarlo, non lo nascondo, ci siamo trovati in quell’antipatica e difficile situazione di non saper come approcciare dinnanzi a un ragazzo che fino a pochi giorni prima era lì con noi ad allenarsi ed ora si trovvaa su un letto di ospedale col rischio di rimanere paralizzato per tutta la vita. Ma ci ha pensato Guido a toglierci dall’imbarazzo, mostrandoci il sorriso. Che ragazzo!”.

I compagni di squadra di Guido


Guido è allegro sempre, lo è proprio di carattere. “Ha spesso il sorriso sulle labbra
– dice Davide – ed anche in gara, quando qualcosa non va, fa presto a scrollarsi di dosso l’arrabbiatura. E’ un positivo per natura e tale atteggiamento lo aiuterà moltissimo nel recupero”. Sugli sci pare sia dotato di talento. “Ce l’ha, ce l’ha. Se la cava bene in tutte le discipline anche se in superG potrebbe fare meglio. Ai Campionati Italiani Giovani ha fatto 5° in discesa, 7° in slalom, 12simo in superG. In gigante era secondo dopo la prima manche ma è uscito nella seconda”. Un emozione che ci facciamo raccontare direttamente da Guido che così spiega l’incidente: “E’ successo il 12 agosto, cosa vuole che le dica, fatalità. Era la prima volta che, assieme a tre miei amici, provavo l’MTB Downhill.

Andavi giù a rotta di collo?

Macchè, sono caduto a 20 all’ora e fino a quel momento non ero mai “volato” a dispetto dei miei amici che erano sempre in terra!Ovviamente è capitato all’ultimissimo giro. E’ sempre così!

Ci stai dando dentro adesso, mi hanno detto…

Eh sì, anche perché la riabilitazione è ancora molto lunga. Mi è andata bene dai, c’era anche il rischio dovessi rimanere a letto immobile per 6 settimane, invece sono già qui che cammino. Pensi che da almeno tre giorni faccio anche le scale. Stento invece a trovare la mobilità delle dita, ma miglioro di giorno in giorno.

Per forza, c’è lo sci… E’ un bello stimolo, no?

Giusto, devo tornare a sciare prima possibile, ma ovviamente non posso fare programmi. Più che impegnarmi al massimo non posso fare. Non lo nego, la voglia di rimettermi in piedi è spinta anche dal desiderio di tornare in pista il prima possibile, pur consapevole che si tratta di un percorso lungo. Dopo 20 giorni ho già perso 5 chili, soprattutto nella massa muscolare.

Guido ha due sorelle più grandi che sciacchiano, ma la scatenata in famiglia è mamma Chiara Fiume (classe 61), che vestì la maglia della nazionale A di discesa tra il 79 e l’80, assieme a Cristina Gravina, a Jolanda Plank e a Elisabetta Vasina, sotto la guida tecnica di Luciano Zanier e poi di Gianni e Massimo Poncet e del preparatore atletico Giacca.

Ora siamo in una fase positiva – dice Chiara – ma all’inizio, a causa della compressione midollare, non potevamo sapere a quali danni andava incontro Guido. Le risposte ce le sta dando proprio lui. I medici invece soltanto mercoledì disegneranno un quadro clinico affidabile.

– Ha un figlio davvero forte d’animo…
Davvero! Guido è convinto di farcela e questo gli dà una grande forza. Per la verità ha dimostrato questo carattere fin dai primi giorni. Continuava a tranquillizzarci dicendoci che tanto, sarebbe tornato a camminare molto presto.
Per lo sci si vedrà, ma la scuola?
Ha già le idee abbastanza chiare, vuole fare l’ingegnere. Anzi il suo sogno nel cassetto che mi ha raccontato più volte è diventare un protagonista di Coppa del mondo e rimanere leader fino ai 23/24 anni, per poi dedicarsi alla vita vera. Ora però ha l’ultimo anno di scientifico, ma devo dire che a scuola è sempre stato bravo.


(Nella foto, Guido con mamma Chiara Fiume e papà  Alberto)


Guido, è vero?

Mah, bravo… diciamo che non ho mai avuto nemmeno un debito.

Nemmeno in questo caso ne ha uno, perché questo ragazzotto sta davvero dimostrando come si deve combattere quando la mala sorte ti salta addosso con lo sguardo feroce. Per fortuna, tra le altre cose, qui pare sia in ottime mani, infatti Guido ci prega di dire: “Desidero ringraziare tutto lo staff medico, quello infermieristico e il mio fisioterapista Antonio Spagnolin. Sono davvero tutti eccezionali e super gentili. Diciamo che mi hanno adottato e coccolato”.

Mi associo – dice mamma Chiara – Qui è come essere a casa, ci sono un sacco di appassionati della neve. Un’infermiera di reparto è la moglie di Mauro Sbardellotto, che ora si trova  a Ushuaia con la squadra. Bravissimo anche il neurochirurgo De Marco che ha operato mio figlio. Ma non lo dico soltanto dal punto di vista medico, ma anche a livello umano, sono persone speciali!


Quando si pronunceranno per un quadro clinico affidabile?

Interviene il fisioterapista Spagnolin: “Abbiamo tracciato un programma di massima, ma in questi casi le reazioni alla terapia variano da soggetto a soggetto. Diciamo che siamo impegnati sull’addestramento al cammino, che non è ancora perfetto. D’altra parte la frattura ha provocato una contusione al midollo, davvero molto pericolosa. Ma Guido si vede che è uno sportivo, perché reagisce bene al lavoro anche mentalmente, riesce a concentrarsi sugli esercizi, registra gli sforzi e sa come effettuare i movimenti. Una persona senza queste caratteristiche non avrebbe mai raggiunto i risultati di Guido".
Dai, ancora poco e la vita di tutti i giorni potrà riprendere regolarmente, in quel di Lecco, dove papà Alberto, gestisce un camping e le sorelle Giulia e Maddalena frequentano l’Università. Guido potrà tornare nella sua camera dove spicca il trofeo del titolo italiano Allievi conquistato nel 2011 a Bardonecchia in slalom. Sarebbe stupendo se ne arrivassero altro! Forza Guido

Un grazie sentito a Riccardo Fiume (titolare della Hell is For Heroes), zio di Guido, Vip-Consumer ai test di Sciare, per la complicità offerta nella realizzazione del servizio.

 

 

 

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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