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Guido Malzanni, figlio d’arte

 La polenta di nonna Anna è il massimo, non si discute. Ma anche un titolo italiano nel secondo anno Allievi non è male. Guido Malzanni, nato a Lecco l’11 maggio 1996, l’ha acchiappato a Bardonecchia con una prima manche strepitosa che ha fatto il vuoto e gli ha consentito di controllare nella seconda, l’ha conquistato con relativo stupore e qualche consapevolezza di sé «dopo che al Topolino, pochi giorni prima, sono arrivato secondo nella qualificazione nazionale e ho cominciato a crederci»; se l’è portato nella casa affacciata sul lago di Garlate (frazione di Lecco) dove vive con il padre Alberto, 46 anni, gestore di un camping, le sorelle maggiori Giulia (21 anni) e Maddalena (20) studentesse universitarie, sciatrici mai sfiorate dal virus dell’agonismo, e la madre Chiara, 49 anni, maestra di sci tra Madesimo, Santa Caterina Valfurva e i Piani di Bobbio della familiare Valsassina. Alt! «Mio padre scia benino ma non ha mai fatto gare, mia mamma, con cui ho cominciato verso i tre anni a Santa Caterina dove avevamo una casa, invece sì». Allora bisogna scavare: come fa di cognome la tua mamma? «Fiume, Chiara Fiume». Voilà, ecco scoperto un altro «figlio d’arte», non di una fuoriclasse come Rosi Mittermaier per Felix Neureuther ma comunque di una ragazza che ha assaggiato la Nazionale per «soli due anni, tra il 1979 e il 1980», che «non ero un fenomeno ma avevo coraggio e mi buttavo in discesa», che «ho fatto una sola gara di Coppa del Mondo in Val d’Isère ed ero andata malissimo ma quegli anni di agonismo, tra la squadra delle Alpi Centrali e la breve esperienza in Nazionale, li ricordo come una parentesi bellissima della mia vita. Non ho voluto condizionare e spingere le mie due ragazze che non hanno mai avuto l’istinto agonistico ma non posso negare che quando Guido, al contrario, ha dimostrato di amare l’agonismo, mi ha fatto piacere, sarei falsa a dire di no». Chiara Fiume è nata a Sondrio il 18 settembre 1961. È cresciuta sulle nevi di Caspoggio prima con lo Sci Club Argo e poi con il Penna Nera. In Nazionale ha gareggiato con Jolanda Plank, Cristina Gravina, Elisabetta Vasina nella squadra delle velociste guidata da Luciano Zanier, Massimo Poncet e Alessandro Giacca. In quella discesa della Val d’Isère del 12 dicembre 1979 (o del 3 dicembre 1980?) vinta comunque da Marie Therese Nadig non si sa dove sia finita («Non ricordo…»), ma è certo che anche quel momento è stato un bel pezzetto di vita da conservare tra i ricordi più belli. E adesso quelle emozioni, l’adrenalina della gara le possono ritornare dentro attraverso il suo figlio più piccolo, voluto dalla Provvidenza e colpito, lui sì, dalla vocazione agonistica dopo aver voluto imparare e migliorare «per star dietro alle sue sorelle». Guido ha cominciato con lei, è entrato nel Circolo Sciatori Madesimo seguito da Marco Vavassori con cui si è messo in luce a livello regionale negli anni Cuccioli. Dal primo anno Allievi è passato allo Sci Club Lecco e alle cure di Carlo Riva, Pier Dei Cas e Alberto Losa. Nell’anno «svantaggiato» (il 2010) agli Italiani ha fatto il comprimario, piazzato tra i primi venti. L’inverno scorso, invece, dopo il 30° posto in superG e il 13° in gigante, ecco l’acuto vincente in slalom, con mamma Chiara che era là a vederlo e chissà cos’ha provato. Guido adesso è anche cresciuto fisicamente, toccando l’1 e 80 di altezza e non esclude di trovare un feeling speciale anche con la velocità («Ho molta voglia di fare discesa») «Ma è presto – interviene mamma Chiara – per fare previsioni, è ancora così giovane, anche se è vero che è cresciuto molto, sia sul piano fisico che tecnico». Vedremo quest’inverno tra gli Aspiranti. Intanto Guido («Che tipo sono? Tranquillo») studia al Liceo Scientifico Volta di Lecco, vorrebbe andare in discoteca «ma la mamma non mi lascia», non ama il calcio («Lo trovo noioso») e adora lo sci sia in pista («Trovo che non ci sia uno sport individuale più spettacolare dello sci») che in fuoripista («Il Canalone di Medesimo? Certo che lo conosco, chissà quante volte l’ho fatto….»). Chissà se farà almeno una gara in Coppa del Mondo. Ma una cosa è certa: mamma Chiara sarà là a vederlo.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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