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Il metodo Skiing: quantità, qualità, rigore e abitudine

Il progetto dello sci club Skiing, di Elena Bresciani e Gianluca Ferretti, segue un metodo ben preciso: quantità, qualità, rigore e abitudine. In un panorama di Sci Club Italiani dove il livello è davvero alto, il team Skiing MFP, ha sempre avuto l’ambizione di distinguersi per portare i propri atleti il più in alto possibile. Cerchiamo, dunque, di analizzare il sistema seguito dalla società bresciana.

Incalziamo Gianluca Ferretti, Tecnico Federale di 3 livello, istruttore nazionale e maestro di sci, per spiegarci il metodo utilizzato.
Il Metodo Skiing prevede lavoro di qualità e quantità. Per fare qualità e quantità ci vogliono inevitabilmente numeri bassi. E questa è già una prima scelta. Il nostro è uno sci club con pochi ragazzi, perché per unire quantità e qualità per forza devi essere in poche unità per poter dedicare a ciascun individuo lo stesso tempo e le stesse attenzioni. Tutti uguali indistintamente.”

E qui arriviamo ad un altro punto importante:Queste attenzioni continue ci portano a trattare i nostri atleti come figli, tutti uguali indistintamente. Il fatto che puntiamo sulla Qualità e Quantità porta certamente a ritmi di lavoro molto elevati. Ma per essere i migliori bisogna fare fatica, noi cerchiamo di Abituare i nostri atleti a questo Metodo.

Entriamo nel dettaglio di Qualità e Quantità in estate e inverno.
Risponde Elena Bresciani, moglie di Gianluca, tecnico federale di II° livello e maestra di Sci. Nonché ex azzurra della nazionale italiana di discesa libera: “D’estate svolgiamo sei giorni sul campo, sei giorni a casa dedicati all’atletica in palestra. La quantità che intendiamo noi è quanto si lavora nella giornata.

Beatrice Magri

Si parte a inizio stagione d’estate a fare circa 25/26 giri in un giorno allo Stelvio. Si arriva verso le un numero inferiore man mano che si avvicinano le gare. È la quantità di lavoro che un ragazzo può sopportare che guardiamo. Inevitabilmente sfidiamo un po’ coloro che credono che con troppi giri vai ad allenare l’errore. Se ti abitui a questa quantità di giri e di mole di lavoro, anche l’affaticamento arriva dopo.

Naturalmente questa regola non vale per tuttispiega Elena. Cerchiamo ovviamente di adattare ai singoli, le necessità alle nostre esigenze. Ma allo stesso tempo tentiamo di “pretendere” di aggiungere un giro in più, un passaggio in più, in modo tale che possano crescere, mantenendo il livello qualitativo di gesto.

Michelle Confortola

Ognuno ha il proprio limite, che si cerca sempre di innalzare, rispettando quello che può dare l’atleta. Al primo anno con noi i ragazzi fanno indubbiamente fatica, soprattutto a livello mentale. Però nell’arco della stagione ricordo pochi ragazzi che non ho visto crescere sotto questo aspetto”.

Per l’Inverno il Metodo Skiing prevede 3/4 giorni di lavoro (non siamo fiscali ovviamente e dipende anche dalla scuola). Si vanno a ricercare le condizioni da gara, cerchiamo il massimo.

Proponiamo dei giorni anche in base alla scuola. E se i ragazzi necessitano momenti personalizzati per recuperare magari dagli infortuni ci dedichiamo singolarmente al singolo.

Hans Peter Picco in versione slalomista

In Inverno la quantità d lavoro è alta, ma sono richieste più basse. Fine ottobre-novembre si cercano nuove soluzioni. In Inverno questi passaggi rimangono alti, ma altri momenti in cui si va a prediligere la qualità del giro rispetto alla quantità del gesto.

Questa è la nostra identità, – spiega Gianluca –  in un mondo, quello appunto delle gare dei Children /Giovani che rischia di prendere strade sbagliate. Noi, con la nostra esperienza di atleti prima e tecnici ora, cerchiamo di insegnare prima di tutto ai ragazzi che non è tutto dovuto. Che arrivi lassù perché Lavori. Chi ha talento poi ha la fortuna di avere una marcia in più. Se però lavori puoi arrivare in alto.

Stare allo Skiing non è facile perché le richieste lavorative sono molto alte e non tutti sono disposti o capaci di affrontarle. Ma questo è ciò in cui crediamo e per il quale lavoriamo tutti i giorni con tantissimi sacrifici.

Certamente questo “Rigore” è una palestra. Forma l’atleta, ma anche l’Uomo e la Donna di domani. Rigore significa non mollare. Dei nostri atleti, in ogni stagione, tutti hanno raccolto, chi più chi meno, buoni risultati.

Hans Peter Picco in versione velocista!

Insegniamo l’abitudine a ottenere il risultato e non vogliamo che i nostri atleti lo vedano come un punto di arrivo. Desideriamo che imparino a interpretarlo come la concretizzazione di un lavoro ben fatto. O la conferma di essere sulla strada giusta. Se ottieni risultati vuol dire che stai lavorando bene. E tutto questo è un volano che abbraccia anche il fattore mentale.”

Scattano due domande lecite: e se i risultati non arrivano? Se il rendimento non è quello sperato nonostante si sia seguito questo metodo?

“Se i risultati non arrivano sicuramente c’è un perché. Si fa un’analisi critica con il ragazzo, con lo staff e anche con i genitori. E troviamo la soluzione per ottenere i risultati stabiliti e che ci eravamo programmati. Intanto imparano ad abituarsi che comunque esiste un  risultato. Che non è certo facile ottenere. Ai nostri ragazzi desideriamo trasmettere un messaggio ben preciso: quello che ottengono è frutto del loro lavoro. M è un punto di partenza e non di arrivo.
Vedere il proprio risultato con soddisfazione, però dargli il valore che ha in quel momento. Senza, dunque pensare che con un risultato importante si sia già arrivati.

Jacopo Ferretti

Ogni risultato importante che arriva, anche per chi è spesso vincente, deve essere una soddisfazione, ma la fame per ottenere di più. – riprende Elena Bresciani. Poi, sia chiaro, non è che chi viene allo Skiing vince per forza il campionato italiano.

Per seguire un percorso e il Metodo Skiing Ferretti e Bresciani sono andati oltre, mettendosi in discussione loro stessi. Perché c’è sempre da Imparare. Hanno richiesto confronti tecnici diversi e con esperienze di Coppa del Mondo, proprio perché ragionare con altre teste ha permesso loro di confrontarsi, apprendere altre esperienze. E soprattutto provare altre metodologie per verificarne direttamente sul campo l’efficacia.

Già nel 2018/2019 durante l’estivo siamo stati affiancati sulle discipline veloci da Lorenzo Galli, nostro amico, allora Responsabile della Squadra B di discesa. I ragazzi e noi tecnici ci siamo potuti confrontare su nuove metodologie e nuove tecniche.

Sempre lo scorso anno avevamo chiesto un confronto sulle discipline tecniche con Devid Salvadori. Ci siamo trovati sul capo e poi con il video siamo andati ad analizzare i vari gesti degli atleti vincenti come la squadra italiana, mettendo anche a confronto le varie tecniche delle diverse nazioni.

Quest’anno sulle discipline veloci ci siamo sempre fatti affiancare da Lorenzo Galli, ripercorrendo un po’ il lavoro svolto lo scorso anno. Dando quindi continuità, la mattina sul campo e il pomeriggio lo passavamo ad analizzare velocisti italiani e stranieri, guardando la tecnica, le linee e il concetto su cui si era lavorato durante la giornata.

Inoltre abbiamo lavorato in due occasioni con Claudio Ravetto, ex ct azzurro che non ha bisogno di presentazioni. Con lui abbiamo portando avanti il discorso tecnico sullo slalom e sul gigante. Claudio è stato veramente squisito e disponibile sia con noi tecnici che con i ragazzi. Approfittiamo per ringraziare sia Lorenzo, Devid e Claudio per la loro disponibilità e per aver collaborato a migliorare il Metodo Skiing.

A proposito, MFP, cosa vuol dire?
In questi anni più di una persona ha cercato di capire cosa significasse. Semplicemente sono tre parole che interpretano il carattere che ci contraddistingue l’Acronimo sta per “Manico. Fegato. Palle“.

La stagione è alle porte, e i primi a partire saranno i Giovani con Jacopo Ferretti, Gabriele Magri e Michelle Confortola.

Poi toccherà ai Children, il cui gruppo è formato da: Beatrice Magri, Giulia Agazzi, Luca Ruffinoni, Hans Peter Picco e Pasculli Matteo.

(di SkiTurtle)

Da sinistra, in piedi: Hans Peter Picco, Luca Ruffinoni, Matteo Pasculli, Jacopo Ferretti, Giulia Agazzi, Michelle Confortola, Beatrice Magri (Assente Gabriele Magri). Accosciati, gli allenatori Elena Bresciani e Gianluca Ferretti

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).