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Il respiro del nord: Barp e Pellegrino ripartono da Muonio

L’inverno azzurro comincia ai piedi del podio, là dove la Scandinavia odora di resina, gelo e ambizioni. Muonio, Finlandia. Prima sprint in tecnica classica del trittico FIS, due settimane prima dell’alba di Coppa del Mondo a Ruka.
E già qui, tra pini immobili e fiato che si fa vapore, Elia Barp e Federico Pellegrino piazzano il primo graffio della stagione: quarto il primo, quinto il secondo.
Una coppia che non vuole aspettare dicembre per farsi sentire.
E nella gara femminile c’è una nota che brilla: Iris De Martin Pinter, quinta. Una conferma, ma soprattutto una promessa.

Gli uomini: due azzurri che non hanno bisogno di testare il motore

Già in qualificazione si è capito che aria tirava. Pellegrino secondo dietro al finlandese Haarala. Barp quarto. Una premessa. Poi le batterie:
– Pellegrino vince la sua, elegante come chi non ha nulla da dimostrare ma molto da pretendere.
– Barp fa altrettanto, spingendo forte e tenendosi il jolly del miglior ripescaggio.

La finale è un lampo che dura un soffio.
L’austriaco Benjamin Moser entra dritto come un coltello nel burro nordico, infila i due finlandesi Haarala e Rantala e taglia davanti a tutti.
Barp e Pellegrino nella scia, in quella zona calda dove si sente la potenza ma anche la fame.
Sesto un altro finlandese, Moilanen. Fuori già al primo turno Davide Graz e Michael Hellweger, nonostante il decimo e il trentesimo tempo in qualifica: semaforo rosso subito, Muonio non perdona.

Le donne: De Martin Pinter cresce, prende spazio, resiste

La gara femminile è un piccolo romanzo di progressione. Iris De Martin Pinter ottava in qualifica, poi seconda in batteria, poi ancora seconda in semifinale grazie al miglior tempo di ripescaggio. Una scalata pulita, ostinata, intelligente.
In finale c’è poco da fare contro la tedesca Laura Gimmler, perfetta da inizio a fine giornata. Alle sue spalle la connazionale Rydzek, quindi la finlandese Joensuu. Poi arrivano le altre: la finlandese Saari e De Martin Pinter, che ormai ha imparato a correre negli spazi stretti e a restarci dentro senza tremare.
Sesta la tedesca Veit.

Eliminate in semifinale Federica Cassol (quarta) e Caterina Ganz (sesta), entrambe solide in batteria ma stoppate un passo prima del traguardo che conta.
Fuori già nel primo turno Nadine Laurent e la rientrante Nicole Monsorno: una tappa dura, severa, quasi rude. Come devono essere le tappe che si ricordano.

Il seguito: due giorni, due gare, due verità

Il trittico non è finito. Sabato 15 novembre si corre la 10 km in classico a partenza individuale.
Domenica si replica, ma in tecnica libera. È il menù perfetto per capire davvero chi ha lavorato bene, chi ha digerito la fatica e chi invece deve ancora accordare il motore. L’inverno azzurro comincia così: niente effetti speciali, solo neve, fiato, scelte e silenzi che scottano.
E una sensazione buona, quasi ostinata: questa squadra c’è. E vuole esserci fino in fondo!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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