Settimo nel gigante di Solden, terzo nello slalom di Levi, quarto nella supercombinata di Beaver Creek. L’inizio stagione 2009/2010 di Jean-Baptiste Grange, deciso a puntare alla coppa del mondo generale dopo aver vinto quella di slalom nel 2009, era stato molto brillante. Ma la sua cavalcata si è interrotta bruscamente ai primi di dicembre, nella prima manche del gigante di Beaver Creek: dopo aver tagliato il traguardo il francese accusò un forte dolore al ginocchio destro, non partì nella seconda manche e, in seguito a controlli medici, scoprì di essersi rotto il legamento crociato. Dopo sette lunghi mesi di stop Grange è finalmente tornato in pista, al Col de l’Iseran, alla fine di giugno. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Ben tornato Jean-Baptiste, come stai?
Sto bene, grazie, con il ritorno sugli sci comincio a vedere la fine del tunnel dell’infortunio e questo mi fa stare ancora meglio. Il morale è alto, in fin dei conti mi sento di dire che questo infortunio mi avrà fatto bene, anche se è sempre brutto farsi male, ma insomma, volendo vedere il lato positivo della cosa mi ha permesso di prendermi una pausa dopo due-tre anni molto intensi e questo mi aiuterà a ricominciare con ancora più motivazioni. Fin dall’inizio ho voluto considerarlo un episodio che poteva aiutarmi a diventare più forte. E oggi sono contento di sentirmi bene e pronto a ricominciare.
In sintesi, cosa hai fatto in questi lunghi mesi di assenza?
Dopo l’infortunio del 6 dicembre abbiamo deciso di lasciare al ginocchio il tempo di recuperare e di non operarlo fino al 4 gennaio. In quelle tre settimane ho approfittato per stare tranquillo a casa mia a Valloire, con la famiglia e gli amici a festeggiare Natale e fine anno. Mi ha fatto davvero bene vivere quel periodo senza stress, senza obiettivi, senza impegni, solo col pensiero di godersela e fare un po’ di feste, ciò che solitamente in quel periodo ci è quasi vietato. Dopo l’intervento (eseguito dal professor Chambat, ndr) ho passato tre mesi avanti e indietro da Hauteville per la rieducazione e in seguito altri due mesi e mezzo a St. Raphael per altro lavoro atletico. Sono stati mesi lunghi e fisicamente duri, ci vuole davvero tanto tempo per far rivivere muscoli atrofizzati e per ritrovare i gesti motori corretti. Sono tornato sulla neve alla fine di giugno e finora ho sciato sei giorni.
Che sensazioni hai avuto tornando sugli sci?
Buone, nel complesso, all’inizio ero un po’ titubante, ma ci ho messo poco a sentirmi di nuovo a mio agio sulla neve. Il ginocchio non mi ha creato problemi, voglio però fare con calma perché 7 mesi di pausa sono tanti e i dolori potrebbero arrivare da un momento all’altro. Sono felice di essere tornato in pista, di aver fatto qualche bella curva e di avere ritrovato i miei compagni di squadra.
Che programmi hai per i prossimi mesi?
Non ho intenzione di sciare molto fino alla trasferta di Ushuaia a fine agosto, per ora voglio privilegiare l’allenamento atletico per arrivare pronto in sud America, tanto più visto che il ginocchio ha ancora bisogno di tanto tempo per recuperare. E’ importante avere ancora pazienza e poi voglio anche avere ancora un po’ di tempo per me.
Ci fai un breve commento sulla stagione scorsa?
Mi ha fatto molto piacere vedere Julien (l’amico Lizeroux, ndr) ad altissimi livelli in coppa del mondo. Il suo duello con Herbst per la coppa di slalom è stato appassionante fino all’ultima manche, certo seguirlo davanti alla tv è stato meno stressante per me! Quanto ai Giochi, ho trovato eccezionali le prestazioni di Bode e Aksel (Miller e Svindal, ndr), davvero forti ai grandi appuntamenti. Sono stato molto contento anche per Razzoli e per il suo allenatore Jacques Theolier (che fino al 2009 ha allenato Grange, portandolo alla conquista della coppa del mondo di slalom, ndr). Giuliano ha fatto una gara fantastica ed è stato molto forte di testa.
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