LETTERA (A. Lodetti – Torino)
Buongiorno direttore, sto andando in pensione a sessant’anni, un po’ prima del previsto, con un discreto passato di sciatore (qualcuno dice buono). Ho fatto delle gare fin da ragazzo, però devo dire che ho sempre preferito il miglioramento tecnico all’agonismo. proprio adesso invece, mi è scoppiata la voglia delle gare. Mi imbarazza dirlo, ma ho un po’ paura. Se poi fisicamente non ce la faccio o se mi spacco qualcosa e non riesco più a mettermi a posto? Penso che alla mia età non dovrei espormi a troppi rischi. Però molti sciano e partecipano alle gare anche se sono meno giovani di me. E poi, come ripeto, l’idea della competizione mi prende. Insomma, cosa faccio?
RISPOSTA
Mi viene da suggerirle di leggere il libro scritto dal Master Vitaliano Damioli "Sciare fino a 100 anni". Le sue ricette sono più pratiche che teoriche, più vissute che prese dai libroni o dai dotti. La risposta è tra le pagine scritte da un master per i master, con l’entusiasmo di chi non resisterà mai al fascino della pista e dell’agonismo. Perché poi bisognerebbe resistere a questa magnifica tentazione? Se non ci sono ostacoli o se sono superabili, sono sicuro che una rinuncia così forte, motivata dalle paure, psicologicamente comporterebbe un malessere inguaribile. Magari una depressione dannata o qualcosa del genere. Non si autoescluda dalle sue passioni per la storia dei sessant’anni. Cosa c’entra l’età? Non scende in gara contro un esercito di ventenni ma, più o meno, con i suoi coetanei che hanno il coltello tra i denti. Quindi, vada all’arrembaggio ben allenato e con l’obiettivo del podio. Infatti non si tratta di realizzare una sfida contro se stessi, secondo una visione un po’ romantica e anche un po’ fuori luogo, ma contro gli altri concorrenti. Lei ha la fortuna di possedere una buona preparazione tecnica, è un bel vantaggio, parte bene. E poi ha la gara in testa. Guardi, lei non ha bisogno di uno che le faccia coraggio e le dia magari una spinta. Le manca solo il pettorale…
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