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La Coppia “Titti”-Clelia funziona: Lucrezia Lorenzi vince lo slalom Fis di Solda!

La Coppia “Titti”-Clelia funziona: Lucrezia Lorenzi vince lo slalom Fis di Solda!
Lucrezia Lorenzi, (Esercito) ha vinto lo slalom Fis di Solda valevole per il GPI precedendo la bormina Carlotta Marcora per 9 centesimi e l’elvetica Anuk Braendli per 45/100.

Bravissima anche Francesca Carolli (Fiamme Gialle) che conferma la sua grande crescita tecnica, con un ottimo sesto col vantaggio di avere 6 anni in meno di Lucrezia, stessa classe di Ambra Pomaré, ottava, entrambe atlete della squadra C di Gianluca Grigoletto.

Il tecnico Roveretano col suo staff segue sempre di più anche le atlete Osservate, che oggi hanno brillato allo stesso modo: nona Tatum Bieler (2005) e decima Giorgia Collomb (2006) la più giovane di tutte in pista, come Ludovica Madiotto finita 31esima.

I contorni della storia di Lucrezia Lorenzi non sono un’esclusiva, ma un copione recitato già da diverse atlete: una giovane promessa che brilla da children, si impone da Aspirante, entra in squadra e poi una serie di infortuni che ne interrompono la crescita, proprio sul più bello! “Tutta colpa dei miei piedi! Sono stata operata due volte al tendine d’Achille a causa della borsite. Questo mi ha costretto a rincorrere sempre tutto e tutti, normale che nel primo anno Covid sia stata messa fuori squadra. In quel periodo – continua Lucrezia – non sapevo nemmeno io come proseguire, seguita un po’ dal mio vecchio allenatore, un po’ con i tecnici del Gruppo Sportivo, ma in estate ho anche avuto un pensiero ripetuto che mi suggeriva di piantarla lì”.

Poi è arrivata Clelia…
Adorabile Clelia!

Clelia è Clelia Bagnasacco, anche lei ex atleta (fino alla Coppa Europa) laureata in scienze motorie (Magistrale): “Infatti Titti mi ha contattato perché le dessi una mano dal punto di vista atletico. Ma era già metà maggio e gli allenatori più bravi erano già allocati, così mi ha chiesto: “Ma se mi seguissi anche in pista?

Come dirle di no…
Le ho chiesto un po’ di tempo per decidere e allo scoccare delle 48 ore non ho resistito alla tentazione e le ho detto di sì.

L’azione vincente di Clelia in una Fis NJR a Pila del 2012

Avevi altri programmi?
Guarda, dopo tre stagioni col Golden team e altre due allo Ski college Limone, quindi dopo 5 anni coi children,  avevo deciso di perseguire una carriera lavorativa che mi ero preparata studiando all’università. A quasi trent’anni mi sembrava il caso di costruire qualcosa di mio, ad esempio insegnare ginnastica a scuola. Insomma, quella telefonata mi ha proprio fregato!

Perché ha chiamato te?
Siamo molto amiche anche se ho cinque anni più di lei. Quando Titti entrava nei Giovani io ero primo anno senior e qualche gara e allenamento assieme li abbiamo fatti. Da lì l’amicizia ha iniziato a prendere una certa intensità.

È la classica storia di un’atleta che perde la squadra e poi viene un po’ abbandonata al proprio destino?
Direi proprio di no, non è questo il suo caso. Ma direi di fartelo raccontare da lei stessa

Titti, dunque?
L’idea di lasciare tutto era strettamente legata allo star bene. Quando subisci degli infortuni apprezzi tantissimo quando torni a sentirti al top. Una sorta di liberazione, un altro vivere e allora le cose cambiano. Mi sono detta, ecco, adesso posso veramente fare quello che sono capace di portare avanti perché poi le cose arrivano di conseguenza. 

La squadra poi avrebbe anche bisogno di slalomiste…
Lo spazio c’è, anche perché quando sono entrata in squadra, stagione 2016/2017 c’erano le stesse atlete che ieri erano abbiamo visto a Levi. Quindi Lara, Vera, ma anche Elena Sandulli, Francesca Fanti, altre che come me cercano di raggiungere il vertice pur rimanendo fuori squadra.

Qual è stato il tuo percorso fin da piccola?
Il mio primissimo maestro si chiama Livio Martoglio, un maestro allenatore dello sci club Valsangone che mi seguiva col corso dell’asilo, quando abitavo ancora ad Avigliana, dalle parti di Val Gioie e andavamo a sciare a Pian Neiretto (località vicina a Giaveno n.d.r.), chiusa da qualche anno. Lui stesso, quando sono entrata nei Cuccioli disse ai Miei che di sci ne capiscono poco: “Io di bimbi ne vedo tanti, ma Lucrezia ha qualcosa in più, solo che io non posso più seguirla, occorre una società più grande e organizzata“.

L’azione di Titti quando conquistò il titolo italiano Aspiranti

Così sono andata al Sestriere.  I primi quattro anni con Omar Pretato, poi tre con Alessandro Giordano fino a entrare in Comitato con Fabrizio Martin. Lì c’è stata la svolta con la conquista di due titoli italiani Aspiranti, il quinto posto ai Mondiali Junior e agli Assoluti. Ed è arrivata la chiamata in Squadra. Il secondo anno, stop!

Ma tutto sto tempo fuori per una borsite?
In effetti non è annoverato tra gli infortuni classici dello sciatore ma ti assicuro che è una brutta bestia. Perché in fase di operazione il tendine viene proprio staccato e c’è anche il rischio del rigetto, per cui…

Per cui direi che… anche basta! Parlami piuttosto di Clelia…
La mia Clelia… siamo proprio amiche ed è bello perché riusciamo a staccare quando ci troviamo fuori dalla pista. Parliamo di altro, facciamo shopping, proprio come due normalissime compagne di merende!

Ma dopo la pista non c’è la palestra?
Questo ce lo siamo risparmiate, perché a livello atletico mi segue il suo fidanzato, Stefano Italiano.

Nel tuo futuro c’è anche il gigante?
Spero proprio di sì, anche se nell’ultimo periodo ci abbiamo dato dentro con lo slalom per preparare bene i primi appuntamenti, perché serve e fa morale. A metà stagione qualche garetta tra le porte larghe le farò senz’altro.

Ora i tecnici Azzurri ti stanno aspettando?
Secondo me sì, dai. Con tutti i problemi fisici delle ultime stagioni che hanno avuto le ragazze, la situazione non è splendida dal punto di vista dei risultati. Il mio livello bene o male è quello, ma per me è più difficile. Non ho il posto in Europa, per cui mi devo guadagnare ogni centimetro di quel percorso. Devo andar bene per poter convincere i tecnici a portarmi nel circuito continentale dove fare risultato è praticamente obbligatorio. Chi è nella mia posizione deve sempre dimostrare qualcosa in più. 

Prossimi appuntamenti?
Bella domanda, in teoria la coppa Europa, entro pochissimo Scolari e Lorenzi dovrebbe dirci qualcosa. 

Lorenzi tra l’altro…
Non c’entra niente con me, lui è tentino io ho sangue toscano, mio nonno!

Sciava anche lui?
Nessuno in famiglia ha mai sciato. All’asilo si poteva scegliere, nuoto o sci. Sia io che i mie fratelli abbiamo scelto la neve, ma un po’ a caso. Matteo e Giosué non sono andati avanti per molto, invece Matilde è in squadra C, ma siamo comunque diverse, lei è velocista.

Un’ultima curiosità, perché tutti ti chiamano Titti? Col tuo nome non ci azzecca per niente!
Sì vero, ma tutto è iniziato per una situazione alquanto buffa. Mio fratello Matteo, da piccolo, non riusciva a dire Lucrezia, così un bel giorno, se ne è uscito con questo Titti senza un motivo ben preciso. Da quel giorno, per tutti, io sono Titti! La Coppia “Titti”-Clelia La Coppia “Titti”-Clelia La Coppia “Titti”-Clelia

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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