Gare

La sfida è tra Hirscher e Pinturault

Quando è sceso Marcel Hirscher tagliando il traguardo con 1”70 su Henrik Kristoffersen e 2”18 su Clement Noel, tutti hanno pensato: ok gara finita! Poi Alexis Pinturault, in maniera sorprendente ha riacceso la suspence con 3/4 di manche identica a quella del Re austriaco, per poi perdere 56/100 sull’ultimo murettino.
Diciamo che nessuno riesce a immaginare cosa diavolo potrà inventarsi Alexis per recuperare 57 centesimi a Hirscher ma in slalom non esistono mai certezze. Se esiste una logica l’oro e l’argento sarà affare loro. Più bagarre invece per la medaglia di bronzo, aperta ad almeno quattro atleti. Tra questi Henrik Kristoffersen: che quando è sceso, con il numero due, si è subito pensato: una manche da medaglia, quasi perfetto, un solo errorino. D’altra parte quando affronti lo slalom mondiale con l’oro del gigante appoggiata sul comodino della camera puoi permetterti di sciare libero di tirare senza tensioni. 48 centesimi di vantaggio su Clement Noel sono tanti! D’altra parte il francese, numero uno, classe ’97, vincitore a Wengen e a Kitzbühel, ma con l’out dell’ultimo slalom di Schladming, ha scelto di sciare in maniera prudente, forse troppo (con l’ottavo tempo a +2”18 lui stesso conferma: “Che delusione, ho sciato in maniera troppo gentile”). Ma l‘Austria che si sente un po’ ferita per essere indietro nel medagliere, sta costruendo un ultimo atto da leoni, perché Marco Schwarz è terzo a 1”22, Michael Matt quarto a 1”35 e Manuel Feller è quinto a +1”36. Tra loro poteva anche esserci l’elvetico Daniel Yule, che fin quando è rimasto in piedi era sulla linea di Marcel. Una giornataccia per gli slalomisti elvetici perché Ramon Zenhaeusern, che stava staccando il biglietto per il medal plaza, si è schiacciato in uscita di curva in arretramento all’altezza dell’errore di Yule. Con 2”32 da Hirscher può abbandonare sogni di gloria, raggiungendo all’inferno il campione olimpico Andre Myhrer (+2”28) e Felix Neureuther (+2”29) che ha avuto forse la prova definitiva, causa infortuni, che è meglio smettere. I rossocrociati puntavano molto anche su Loic Meillard ma non potendo più fare il tempo, causa pista, si è dovuto accontentare di chiudere a oltre due secondi, pur sciando molto bene. Sicuramente meglio dell’inglese Dave Ryding che è tornato a sciare come nei primi slalom di stagione, ovvero composta, elegante ma priva dello spunto giusto. Così scia Dave che ha terminato la manche a +3”12, se non c’è il ripido.
Impossibile per i numeri dopo il 10 fare il tempo. La parte finale non era dura come il resto della pista e un secondo almeno, si è perso per questo motivo. Quindi gara chiusa per i nostri. Manfred Mölgg ha chiuso con 3”02 di ritardo. Essere il migliore tra gli atleti imbottiti di antibiotici non regala gloria. Stefano Gross con il 18 e Giuliano Razzoli con il 22 non hanno avuto scampo, come tutti gli altri, d’altra parte. Sebastian Foss-Solevaag ha sciato alla grande ma non è riuscito a chiudere con un tempo dignitoso (+2”72). Rimane la soddisfazione per Stefano di aver interpretato la manche al massimo delle sue attuali possibilità. Con un pettorale migliore sarebbe stato anche lui nella lotta per il bronzo. Tredicesimo a 2”36 il suo ritardo. Nessuno con un numero superiore al 18 ha fatto meglio di lui. Giuliano Razzoli è stato da medaglia fino a metà gara. Ha sciato alla Vancouver diciamo… Poi nell’ultimo tratto l ‘1”63 di gap è lievitato fino a 2”65. Ma fino al muro conclusivo, dove obiettivamente si è irrigidito a corto di fiato e forze, è stato da applausi. Di fatto, se n’è messi dietro 8 in riferimento al pettorale che qui contava tantissimo.
Nono a Kitz, sesto a Schladming era logico guardare con un occhio di riguardo il piccolo bulgaro Albert Popov: niente da fare, out quando perdeva a metà pista 2 secondi e mezzo.
Con il pettorale numero 34 ha esordito al Mondiale, ma con già una partecipazione olimpica, il bronzo nel Team Event, Alex Vinatzer. Gara da dimenticare, sciata male dalla prima all’ultima porta. “Colpa di uno sci scelto troppo rigido – dice lui anche se il particolare non giustifica da solo  4″67 di ritardo.Ora però ha una grande chance. No, certamente non di medaglia, ma di far vedere cos’è capace di fare partendo nella seconda per terzo, avebdo concluso la prima in 28esima piazza, quindi con pista liscia. Una manche che dovrebbe avere il medesimo spirito di una medaglia. S

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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